ARCHIVIO NEWS DALLA SEDE 2009

TARTARUGA MARINA PROTETTA LASCIATA A MORIRE NELL'INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI.

Una brutta sorpresa attendeva le Guardie Zoofile del Nucleo Provinciale di Catania nella mattinata di ieri, durante la visita d'auguri che l'Enpa nella zona del messinese coinvolta dall'alluvione dello scorso ottobre.
Mentre era in corso la visita, un abitante del luogo li avvertiva che una tartaruga marina del tipo Caretta Caretta, specie protetta, si trovava all'ingresso della sua casa a Tremestieri da circa cinque giorni, ormai morta e maleodorante. La testuggine si era presentata alla porta dell'abitazione la mattina del 24 dicembre ancora viva, ferita e con grossi ami come quelli usati per la pesca al pescespada, conficcati tra le pinne. L'uomo aveva tempestivamente provveduto ad avvertire diversi enti ma, mentre i tempi si allungavano a causa del solito "scarico" di competenze, il magnifico esemplare moriva. Nonostante le telefonate e perfino l'interesse di una televisione locale, la carcassa della tartaruga è rimasta dov'era cominciando ad andare in putrefazione e mettendo anche a rischio l'igiene pubblica. Solo l'intervento dei volontari dell'Enpa ha posto fine alla triste vicenda.
La Caretta Caretta è una specie in via d'estinzione che vive nei mari tropicali e nel mediterraneo. Proprio perchè fortemente a rischio è soggetta a protezione sia da leggi internazionali che nazionali.
In Italia è tutelata dai decreti del Ministero della Marina Mercantile del 21 maggio 1980, del 3 maggio 1989 e dalla legge n. 150 del 7 febbraio 1992 con modifiche del 13 marzo 1993, che ne vietano la pesca, la detenzione, il trasporto e il commercio. È inclusa nella Convenzione di Berna e alla Direttiva UE 9243 "Habitat".
In tutto il pianeta il bellissimo rettile è tutelato e protetto dalla Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate della Fauna e della Flora Selvatiche (CITES, 1973: Appendice I) e dalla Convenzione di Bonn allegato 1 del 1979 per la Conservazione delle Specie Migratorie degli Animali Selvatici.
Pedigree legislativo di tutto rispetto quindi, per la Caretta Caretta che, se salvate in tempo, dopo le opportune cure devono essere rimesse nel loro habitat con la speranza di non farle svanire come è stato fatto con altre specie animali ormai del tutto estinte. (28 dicembre 2009)

LETTERA DEL RESPONSABILE DELLA SEZIONE PROVINCIALE ENPA A "LO DICO A LA SICILIA"

ALLA C.A. DELLA REDAZIONE DEL QUOTIDIANO "LA SICILIA"
RUBRICA "LO DICO A LA SICILIA"

In riferimento alla lettera apparsa oggi sul vostro quotidiano, dal titolo: "Cane abbandonato in strada nessuno può occuparsene", a firma dell'ufficio stampa del Codacons, corre l'obbligo, sia di esprimere un vivo ringraziamento alla Codacons che ha reso pubblica la notizia ed in particolar modo alla persona che ha soccorso il cucciolo, che la disponibilità dell'Enpa a collaborare per trovare una soluzione di affido per il malcapitato animale.
Dopo questa doverosa dichiarazione mi trovo altresì costretto ad una reiterata precisazione dovendo, ancora una volta ripetere quanto viene stabilito per legge e cioè che il Veterinario dell'ASP, prestando le prime cure allo sfortunato animale così vilmente trattato, avrebbe avuto l'OBBLIGO di avvertire il Comune competente per territorio e quest'ultimo avrebbe dovuto, così come stabilito dalla Legge Regionale 15 del Luglio del 2000 e successive modifiche ed integrazioni, provvedere alla degenza. Infatti la Legge prevede che in questi casi spetti proprio al Comune di concerto con l'Unità Sanitaria Locale il recupero e degenza degli animali randagi comunque presenti sul territorio e bisognevoli di cure immediate.
Essendo Il Veterinario dell'ASP colui che, nell'ambito delle proprie funzioni ricopre la carica di Ufficiale di P.G., doveva quindi, avvertire il Comune, prestare immediatamente le cure al cucciolo, richiedere alle forze dell'ordine, Carabinieri e Polizia Municipale di Giarre, che a quanto pare erano già informate dell'accaduto, se si fosse provveduto a notiziare l'Autorità Giudiziaria, e, in caso di mancato intervento di costoro porlo sotto sequestro e presentare senza ritardo, la notizia di reato all'A. G. in violazione dell'art. 727 del c.p. per "abbandono d'animale" a carico di ignoti.
Nel caso dell'episodio riferito è inammissibile che quanto stabilito dalla legge debba essere sempre disatteso da chi deve farla rispettare ed è ancor più assurdo che il gesto civico ed umano di un cittadino debba trasformarsi in un boomerang contro lui e costringerlo, contro la logica e lo spirito della Legge a prendersi carico ed oneri connessi alla buona salute di un animale che invece la Legge vuole affidare in prima istanza all'ente pubblico.
Appare quindi il solito vergognoso scaricabarile tra chi, pur pagato dalla comunità, non esita a creare problemi al cittadino "reo" di disturbare; dispiace usare questa espressione, ma in innumerevoli casi di richiesta d'intervento le risposte da parte degli addetti appartenenti ad enti pubblici sono: di fastidio, supponenti, spesso irriguardose e sempre tali da spingere il cittadino a chiedersi: "ma chi me lo ha fatto fare"?
In questo modo, con buona pace di chi incoscientemente lo permette, altro non si ottiene che la formazione di paure e timori da parte di cittadini, disposti, in molte occasioni, al soccorso degli animali feriti e bisognosi di cure immediate.

Il Commissario Sez. Prov. Enpa di Catania
Cataldo Paradiso                     

(28 dicembre 2009)

ENPA CATANIA: ELEZIONI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

Il 19 dicembre us, alle ore 20.00 in seconda convocazione, presso la Sezione Provinciale di Catania, si sono svolte le elezioni del Consiglio Direttivo della Sezione DOVUTA dopo la convocazione d'assemblea dei soci.
Il neo organico è così composto: Presidente Cataldo Paradiso, già Commissario straordinario, Tesoriere Giuseppe Sapienza, Consiglieri: Santina Giannitto, Filippo Parisi, Caterina Vaccari, Stefania Raineri e Gaetano Maugeri.
L'assetto così costituito altro non è che una conferma degli sforzi compiuti negli ultimi tempi dalla sezione Enpa etnea che vogliono gli eletti, scelti in elezioni libere e in comune condivisione d'intenti voluta da tutti i soci, volontari e Guardie zoofile, tutti, atti alla sola ed unica certezza, quale, il benessere e la difesa dei più deboli, quindi gli animali.
Gli Sforzi immani compiuti anche nella visione di quanto fatto a Messina durante e dopo l'alluvione, nella difesa degli animali tutti, non solo quelli presenti nel territorio di appartenenza ma anche oltre confini, altro non fanno, che, dell'opera all'incentivare continuità . (21 dicembre 2009)

ENPA: RINUNCIARE AI BOTTI DURANTE I FESTEGGIAMENTI.

Con i festeggiamenti del nuovo anno torna il pericolo dei fuochi d'artificio, una grave minaccia all'incolumità non solo degli esseri umani ma anche degli animali.
Gli animali, oltre al rischio di essere feriti o uccisi dall'esplosione dei botti, avendo un udito più sensibile di quello umano, possono spaventarsi dal boato della deflagrazione e reagire con comportamenti istintivi insiti nella loro natura, fuggire in preda al panico rischiando seriamente la propria incolumità ed anche quella degli umani.
La Sezione Provinciale dell'Enpa di Catania, invita tutti coloro che rispettano gli animali ed anche a coloro che hanno in se il senso civico a rinunciare ai botti.
E come da ordinanza del Sindaco di Bronte, Pino Firrarello, il quale, oltre alle prossime festività ha, specificatamente, esteso il divieto anche al Carnevale 2010, si chiede ai Sindaci di emularne lo spirito e il pratico, vietandone quindi la vendita, l'uso di petardi ed oggetti esplodenti. (19 dicembre 2009)

DALLA PROVINCIA DI CATANIA UN PROGETTO PER CONTRASTARE IL RANDAGISMO. APPREZZAMENTO DELLA SEZIONE ENPA

Lodevole iniziativa della Provincia Regionale di Catania e del suo Presidente Giuseppe Castiglione che, prima tra altre, ha realmente guardato con vera attenzione il gravoso problema del randagismo nella provincia Etnea. Questa mattina (16 dicembre ndr) è stato firmato un Protocollo d'intesa tra la Provincia di Catania, l'Assessorato regionale della Sanità e l'Azienda Sanitaria provinciale di Catania presentando un progetto innovativo e variegato nei modi di intervento.

La Provincia sarà il coordinamento tra i comuni, strutture, e Azienda Sanitaria in un un'unica sinergia volta a risolvere in modo definitivo l'eccessivo sovraffollamento di cani nelle strade di città attuando censimenti, sterilizzazioni, recinti temporanei, individuando canili privati e sanitari anche fuori provincia. Per quest'ultimi interventi il riferimento è volto alla provvisorietà, recupero randagi e affidamento e protocolli d'intesa per il mantenimento degli animali, con associazioni protezionistiche e anche con privati qualora fosse necessario. «L'emergenza sociale è in atto da tempo - ha dichiarato il Presidente della provincia Giuseppe Castiglione - l'allarme dunque necessita immediatezza di intervento, tra l'altro essendo cosi vasto, i soli Comuni della provincia non sono in grado di fronteggiarla quindi, con l'intervento dell'Ente provinciale, i Comuni si sobbarcheranno il 50% della spesa necessaria mentre, il resto sarà a carico della Provincia». «Il progetto è ottimo - fa seguito la Dottoressa Antonella Bullara direttore generale del Dipartimento per le attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico - sono certa che sarà emulato anche da altre provincie dell'intera nazione».

«La legge Nazionale 281/91 e quella regionale 15/200 sono chiare nell'attribuire ai comuni la responsabilità dei cani presenti nel territorio - ha dichiarato il Commissario provinciale dell'Enpa, Cataldo Paradiso - ma in anni di legge non è mai stato fattivamente preso in considerazione il problema arrivando a condizioni a dir poco assurde dove l'incuria ha prodotto sparizioni di animali che da copione finiscono ai laboratori di vivisezione, animali lasciati feriti e bisognosi di cure nelle strade e rimossi ormai carcasse, sterilizzazioni assurde mentre manchevoli in ovvi casi, anagrafe canina e censimenti seri mai fatti, canili non pagati e quindi perduti come supporti e ci si lamenta delle condizioni dei pochi canili disposti ancora ad accogliere animali in difficoltà». «È assurdo - ha continuato Paradiso - poichè non esistono canili comunali e quelli convenzionati non vengono pagati. Quindi, ben venga l'iniziativa della Provincia, con la quale tra l'altro abbiamo anche partecipato ai lavori iniziali dei mesi scorsi, anzi più che lodevole dato che si interpone tra il problema randagismo e il disinteresse fin qui dimostrato dei Comuni. Il nuovo intoppo potrebbe essere lo scarico totale, delle responsabilità, da parte dei Comuni interamente verso la Provincia - conclude Paradiso - e questo altro non farebbe che rallentare se non addirittura bloccare il processo positivo cominciato da questo Ente». Il progetto coinvolgerà inoltre i comuni della provincia di Catania, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Messina, l'Ordine dei Medici Veterinari, le Associazioni Protezionistiche e Animaliste, la Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate, il consorzio Zooservice di Adrano, Fenascop e le associazioni protezionistiche presenti nel territorio etneo.

Articolo del 16 dicembre 2009 tratto dalla testata web www.ilgiornaliero.it (17 dicembre 2009)

ADOZIONE DI TROVATELLI, INIZIATIVA DELL'ENPA DI CATANIA PRESSO IL RIFUGIO "ARIOSTO"

I volontari della Sezione Enpa di Catania hanno partecipato ieri, domenica 13 dicembre, presso il rifugio Ariosto di Acireale ad una campagna per incentivare l'adozione dei trovatelli, soprattutto cuccioli, ospitati presso il canile. L'iniziativa, che si è svolta dalle 10 alle 16, ha visto la presenza di numerosi cittadini che hanno così potuto fare la conoscenza dei quattrozampe e vedere all'opera i volontari dell'Enpa di Catania. (14 dicembre 2009)

STRISCIA LA NOTIZIA E IL TRAFFICO ILLEGALE DI CARDELLINI

Non si capisce bene se gioirne o esserne amareggiati, fatto è che Edoardo Stoppa l'inviato di Striscia la Notizia ha, per ovvietà di abbondanza di notizie, preso "residenza" di quest'ultime qui a Catania.
Le note da lui eseguite altro non fanno che incidere una melodia che parla di inciviltà ripetuta e ignoranza ostinata, fatto è che ormai se si parla di Sicilia si parla di Mafia e se si parla di Catania se ne parla per il "non" rispetto degli animali e affini. Dopo infatti gli episodi del Bradipo, del locale che deteneva rettili in abbondanza in discusse condizioni, del canile non autorizzato, tutti fatti segnalati dall'Enpa di Catania, ed altri riguardanti un canile sanitario questa volta autorizzato, la saga continua in ordine di tempo con il servizio di Striscia la notizia del 10 dicembre dove un traffico di cardellini, era stato scoperto partiva da Catania e finanziandosi attraverso il web commerciava illegalmente i teneri pennuti. Di queste tristi inserzioni Stoppa ne ha localizzate e smontate due, dove, i piccoli cardellini venivano tenuti segregati da mesi in gabbie non adeguate e al freddo, facendo, così lievitare oltre al commercio illegale di fauna selvatica anche il reato di maltrattamento di animale.
I cardellini sono una specie protetta dalla legge 157/92 dove viene stabilito che essendo fauna selvatica sono proprietà indisponibile dello stato e punibile penalmente che non ne rispetta i termini, li commercia e detiene illegalmente.
In tutti e due i casi è intervenuto il Corpo Forestale Luca Ferlito e i due commercianti del web sono stati denunciati e i cardellini sequestrati per poi come previsto dalla legge essere rimessi nei loro territori o in posti idonei alla loro natura se tenuti per troppo tempo in cattività.
Il Vice Questore aggiunto del Corpo della Forestale di Catania chiede di segnalare al 1515 qualsiasi reato commesso nei confronti di animali e della natura in genere.
E qualunque riflessione come quella iniziale tendente a scoraggiarsi per il reiterato malcostume che vige nei confronti di chi non può difendersi, un ringraziamento va a Striscia la notizia e del suo inviato Edoardo Stoppa. (13 dicembre 2009)

BRADIPO IN MOSTRA A MISTERBIANCO, INTERVIENE IL SOTTOSEGRETARIO MARTINI: "INACCETTABILE COMMERCIARE ANIMALI ESOTICI"

Un bradipo esposto in bella mostra all'interno di un esercizio commerciale di Misterbianco (Catania). Il caso era stato denunciato nelle settimane passate da numerosi cittadini, volontari Enpa e dalla telecamere di "Striscia la Notizia", tutti scandalizzati per il fatto che un animale originario delle foreste tropicali sudamericane fosse costretto a vivere in un ambiente così diverso dal suo. In cattività per di più, esposto alla morbosa curiosità dei passanti. Che poi tanto torbida non era, almeno a giudicare dal gran numero di segnalazioni indignate raccolte dalla Sezione Enpa di Catania. La situazione del povero bradipo non è sfuggita al Sottosegretario alla Salute - onorevole Francesca Martini - la quale ha convocato un vertice a tre fra Ministero della Salute, Ministero dell'Ambiente e Corpo Forestale dello Stato per porre fine alle sofferenze dell'animale. «Considero inaccettabile commerciare sul territorio italiano animali esotici come il Bradipo - ha dichiarato il sottosegretario - Non è ammissibile che per interessi economici, questi animali siano costretti in habitat inadeguati alle loro esigenze etologiche. Mi auguro di non dover più vedere un Bradipo, animale che in natura vive nelle foreste fluviali, "detenuto" all'interno di un esercizio di vendita. È indispensabile regolamentare la detenzione di animali appartenenti a specie esotiche di cui allo stato attuale non è vietata la vendita, ma che necessitano di tutela». (10 dicembre 2009)

UN AMICO È PER SEMPRE. CAMPAGNA AFFIDAMENTO CANI.

Il giorno 13 dicembre 2009, dalle ore 10:00 alle ore 16:00, presso il rifugio "Ariosto" sito a Balatelle fraz. di Acireale (CT) in via Fossazze n. 5/B, troverete i volontari Enpa i quali parteciperanno alla campagna per incentivare l'adozione di cani e soprattutto cuccioli ricoverati nei canili e condannati ad una vita senza amore. Se sei disposto a donare e a ricevere affetto e lealtà incondizionate, vieni, troverai un amico disposto a tutto pur di averti vicino e di fare parte della tua vita e di quella della tua famiglia.
Adottalo! Sarà una grande e speciale scelta.
Ti aspettiamo. (7 dicembre 2009)

RAGUSA. L'ENPA COINVOLTA NELL'ATTUAZIONE DEL PROGETTO PILOTA PER IL CONTENIMENTO DEL RANDAGISMO

"L'Enpa esprime tutto l'apprezzamento per le iniziative del prefetto di Ragusa, dottoressa Francesca Cannizzo, per avere, in una situazione considerata di emergenza, individuato e proposto modalità concrete per la gestione del randagismo. Va riconosciuto, infatti, al prefetto di Ragusa il merito di avere attivato un tavolo di confronto e coinvolto, con i diversi soggetti istituzionali, le associazioni animaliste nella realizzazione dei vari punti del progetto". Questo il commento di Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa, alla firma di un protocollo d'intesa tra le istituzioni e le associazioni animaliste Enpa e Lav, promosso e coordinato dalla Prefettura di Ragusa. Punti qualificanti del progetto sono, tra l'altro: la realizzazione dell'anagrafe canina; il censimento della popolazione canina sul territorio, il controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione, il censimento delle strutture di ricovero per cani e l'eventuale costruzione di nuovi canili. "Con questo progetto - aggiunge Rocchi - viene riconosciuta e valorizzata l'esperienza delle Associazioni e, in particolare, l'esperienza dell'Enpa nella gestione di analoghe problematiche, specie nel territorio del Ragusano, da parte del responsabile Antonio Tringali, e soprattutto per la capacità operativa delle Guardie Zoofile del cui apporto l'associazione da sempre si giova". (4 dicembre 2009)

CATANIA. GRAVEMENTE FERITO E SANGUINANTE, CANE ABBANDONATO SENZA SOCCORSI

"Per l'ennesima volta, purtroppo, devo richiamare l'amministrazione comunale di Catania al rispetto delle competenze che le appartengono per legge". Queste le parole pronunciate da Cataldo Paradiso, responsabile della Sezione Enpa di Catania, a seguito della nuova inadempienza di cui si sono rese responsabili le autorità comunali che hanno lasciato senza soccorsi un cane gravemente ferito e sanguinante. È sabato sera e, come di consueto, le strade del capoluogo etneo sono illuminate a festa mentre un gioioso via vai di passanti anima di vita l'intera città. Ma non via Etnea. In questa centralissima via di Catania l'atmosfera gioiosa è spezzata da una scena drammatica: accasciato sull'asfalto e terrorizzato, gravemente ferito e sanguinante, un cagnolino rivolge sguardi supplici ai passanti implorando aiuto. Immediatamente parte la chiamata alla sala operativa della Polizia Municipale, dove un solerte funzionario rassicura circa la tempestiva dei soccorsi. Passano prima i minuti, poi le ore - due - senza che nè il pronto intervento nè l'associazione Aipa nè il veterinario diano un segno della loro presenza. "Tutto a posto, stiamo provvedendo alla messa in sicurezza dell'animale", rassicurano le autorità locali. Il povero animale, intanto, circondato da persone scandalizzate e sconvolte per l'inadempienza delle autorità locali, continua ad aspettare i suoi salvatori. Ma essi, però, non arriveranno mai. "Se lo avessero dimenticato, vorrei ricordare alle istituzioni locali che la legge nazionale (la 281/91) e regionale (la 15/2000) stabilisce che il comune (quindi la Polizia Municipale) e l'azienda sanitaria locale provvedano fattivamente alla tutela, alla salvaguardia, al soccorso e al benessere degli animali presenti sul territorio", commenta Cataldo Paradiso. "Ogni comune - aggiunge Paradiso - deve avere un proprio canile o stipulare convenzioni con canili privati, che devono essere strutture autorizzate ed efficienti. L'Asp, invece, deve provvedere con sollecitudine al pronto soccorso di quegli animali che avessero bisogno di cure immediate. Ciò è quanto stabilisce la legge che, purtroppo, da queste parti rimane spesso lettera morta". (23 novembre 2009)

Esibizioni di animali all'Expo Bimbo de "Le Ciminiere". ENPA PROTESTA

Nel corso dell'"Expo Bimbo" conclusosi domenica scorsa nel complesso de Le Ciminiere, sono stati esposti numerosi animali come tartarughe, cani, uccelli e vari altri, finanche, un esemplare di Bradipo, l'ultima moda in tema di animali da mettere in cattività ad uso e diletto di noi umani.
Esotici e tipici della foresta Equatoriale Americana, di Bradipo ne esistono 4 specie e varie sottospecie, sono stanziali in vaste aree del centro e sud America caratterizzate da climi caldi e piovosi.
Di questi animali, una sola specie, gode di un minimo di protezione.
Il Bradipo, inoltre, è un animale molto delicato, tanto che recenti studi pubblicati in prestigiose riviste scientifiche ne hanno vivamente sconsigliato la detenzione negli zoo e/o a dir poco tra le mura di casa.
"Un animale nasce sempre per vivere nel suo ambiente naturale", dichiara il responsabile della sezione Enpa di Catania Cataldo Paradiso - "prescindendo se, nato in cattività o in libertà. Nel caso dei piccoli spazi riservati nell'Expo Bimbo, agli animali si producono stress creando forti paure che ledono il loro essere a scapito, del benessere, appunto, dell'animale".
Allestire tali manifestazioni, altro non produce, che, la mancata educazione al rispetto, futuro, dei bimbi i quali cresceranno e svilupperanno la coscienza di chi ritiene ovvio e normale, costringere in gabbie esseri viventi e farne mostra come ad una fiera di mobili. "In aggiunta a ciò la visione di animali esposti, quindi, assoggettati alla volontà dell'uomo, rischia di creare pericolosi comportamenti emulativi e diseducativi alla crescita," continua Paradiso, "cosa ancor più pericolosa quando si tratta di manifestazioni dedicate, infatti, ad un pubblico così giovane."
"Si chiede pertanto all'organizzazione, di evitare per il futuro l'uso di animali per simili manifestazioni, e, per tornare al Bradipo", conclude Paradiso, "a parte una sola specie, nessun altra gode di un minimo di protezione e l'uomo sta portando questo bellissimo esemplare sull'orlo dell'estinzione." (13 ottobre 2009)

CATANIA, IL COMUNE DI SANTA MARIA DI LICODIA NON HA UN CANILE: CANE AGONIZZA PER ORE SUL CIGLIO DELLA STRADA

Investito, un cane agonizza per oltre cinque ore sul ciglio di una strada del Comune di Santa Maria di Licodia (CT) che non garantisce nessun tipo di servizio di soccorso, recupero e degenza.
In tarda serata l'animale trasferito a Catania dove viene curato presso l'ambulatorio dell'Asl 3.


Sono dovute passare oltre cinque ore prima che un cane gravemente ferito, forse a causa di un incidente stradale, potesse essere ricoverato presso una struttura adeguata; per tutto questo tempo l'animale è stato abbandonato alla sua agonia sul ciglio della strada. A rendere noti i particolari di una vicenda tanto agghiacciante è Cataldo Paradiso, responsabile della Sezione Provinciale Enpa di Catania. "Il 28 settembre verso le 15.30 - racconta Paradiso - è stata segnalata la presenza del povero animale riverso sul ciglio di una strada del Comune di Santa Maria di Licodia. Immediatamente si sono attivati Polizia Municipale ed il Veterinario di turno, ma sono dovute trascorrere numerose ore, ben cinque, prima che il cane, cui è stato riscontrato un trauma cranico, potesse essere assistito".

Il quattrozampe è miracolosamente sopravvissuto ma ha rischiato di pagare con la vita il prezzo dell'inadempienza del comune agli obblighi di legge. "Sono ormai due anni - denuncia Paradiso - che il Comune è totalmente privo di strutture veterinarie: in mancanza di un proprio canile sanitario, l'amministrazione comunale avrebbe, infatti, dovuto stipulare una convenzione con i privati ma tale iniziativa non ci risulta essere mai stata intrapresa. Tra l'altro, non è la prima volta che Santa Maria di Licodia si distingue per comportamenti altamente incivili e antianimalisti; invito le autorità locali a leggere l'ultima ordinanza emanata dal sottosegretario Martini in materia di benessere animale e a regolarsi di conseguenza. Mi auguro che non sia necessario attendere episodi ben più gravi e tragici, prima che il Comune si risvegli dalla sua inerzia".

Per sottoporre alle adeguate cure mediche l'involontario e sfortunato protagonista di questa vicenda è stato dunque necessario percorrere circa 30 chilometri e trasferirlo presso l'ambulatorio veterinario dell'Ausl3 di Catania. Dimesso, l'animale è stato portato nuovamente a Santa Maria di Licodia dove è affidato a una persona del posto. "Se il quattrozampe è ancora vivo - conclude Paradiso - gran parte del merito è anche degli agenti della Polizia Municipale che hanno fatto l'impossibile per aiutarlo, dimostrando grande sensibilità per chi non ha voce per invocare aiuto. Un aiuto che non sempre arriva da quanti sono istituzionalmente responsabili del benessere dei nostri amici con la coda". (29 settembre 2009)

CACCIA, IN SICILIA SPARI ANCHE DI NOTTE. L'ENPA: "L'ISOLA COME UN CAMPO DI BATTAGLIA"

"Contravvenendo a quanto stabilito dalla legge, che fissava per oggi l'apertura anticipata della stagione venatoria in Sicilia, alcuni cacciatori hanno imbracciato il fucile fin dal primo pomeriggio di ieri e hanno sparato per tutta la notte". È quanto denuncia l'Enpa in seguito ad alcune segnalazioni ricevute da cittadini allarmati per il fragore degli spari notturni. La Protezione Animali, interpretando il sentimento della maggioranza dei siciliani, si appella al Corpo Forestale della Regione Siciliana e alle altre forze dell'ordine affinchè reprimano una situazione di così diffusa illegalità che mette in pericolo l'incolumità stessa delle persone. "Nell'isola - commenta la Protezione Animali - gli spari notturni dei bracconieri rappresentano solo l'ultima delle ferite inferte al diritto. La situazione, che rasenta il paradosso, è diventata ormai insostenibile". "Il 17 luglio scorso, infatti, - spiega l'Enpa - il Tar aveva sospeso il calendario venatorio ravvisando alcune irregolarità nel provvedimento regionale; successivamente, il 31 agosto, a tre soli giorni dalla preapertura, la Regione era intervenuta con un decreto integrativo che accoglieva, ma soltanto in parte, le osservazioni dei giudici. E proprio l'incompleto adeguamento normativo ci ha spinto a diffidare la Regione Sicilia dall'autorizzare l'apertura della stagione venatoria". "Per ripristinare la legalità - conclude la Protezione Animali - è forse necessario attendere che il furore venatorio delle doppiette mieta le prime vittime?". (3 settembre 2009)

SICILIA, SOSPESO DAL TAR IL CALENDARIO VENATORIO. L'ENPA DIFFIDA LA REGIONE

La Protezione Animali ha diffidato la Regione Sicilia nelle persone del Presidente, Raffaele Lombardo, e dell'Assessore all'Agricoltura, Michele Cimino, ad autorizzare l'apertura della stagione venatoria - prevista per il 3 settembre - in mancanza del pieno recepimento di quanto disposto dal Tar della Sicilia con la sentenza del 17 luglio scorso. In quell'occasione i giudici amministrativi siciliani, accogliendo il ricorso presentato da Enpa, Lav e Legambiente, hanno deciso di sospendere il calendario venatorio 2009/2010, approvato il 15 aprile 2009, poichè in palese violazione di quanto previsto dalla legge 157/1992 e dai pareri dell'Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale) in materia di prelievo venatorio. Numerosi i punti finiti sotto la lente dei giudici amministrativi. Tra questi: la possibilità di cacciare la beccaccia oltre il termine ultimo fissato dall'Ispra; la possibilità per le "doppiette" di sparare alla lepre italica in modo indiscriminato su tutto il territorio siciliano, "senza alcuna, anche minimale, forma di pianificazione e selettività del prelievo come testualmente previsto dal parere dell'Ispra" ; la mancata previsione del divieto di caccia lungo le rotte di migrazione dell'avifauna, come invece espressamente stabilito dalla legge 157/1992. La bocciatura del Tar siciliano ha spinto l'Assessore all'Agricoltura ad emanare in extremis, il 31 agosto, un decreto con cui vengono accolti rilievi dei giudici amministrativi, ma solo limitatamente al divieto di caccia lungo le rotte di migrazione. «La sentenza del Tribunale amministrativo risale al 17 luglio scorso - commenta l'Enpa -. Le autorità regionali, dunque, hanno avuto oltre un mese di tempo per adeguarsi. Come mai il decreto è stato emanato solo due giorni prima dell'inizio della stagione? Si preparano forse delle giustificazioni per le doppiette "disinformate" colte a sparare in violazione delle ultime disposizioni?». «Il decreto dell'Assessore all'Agricoltura - prosegue la Protezione Animali - risulta, inoltre, assai carente poichè, a parte le modifiche relative al divieto di caccia lungo le rotte migratorie, nulla viene stabilito in merito ad altri punti come, ad esempio, la caccia alla lepre italica o alla beccaccia». «Di fronte a un provvedimento tanto lacunoso - conclude l'Enpa - diffidiamo la Regione ad autorizzare l'apertura della stagione venatoria». (1 settembre 2009)

PISANO ETNEO. L'ENPA DI CATANIA PARTECIPA ALLA SESTA EDIZIONE DELLA "FESTA EQUESTRE"

Sensibilizzare l'opinione pubblica contro l'abbandono degli animali e il fenomeno del randagismo. È questo l'obiettivo che i volontari della Sezione Enpa di Catania intendono perseguire partecipando alla sesta edizione della "Festa Equestre" che si svolgerà a Pisano Etneo, frazione di Zafferana Etnea (Catania), da venerdì 28 agosto fino a domenica 30.
"La festa, che rientra a pieno titolo nel vasto patrimonio di tradizioni del nostro territorio ed è organizzata con il patrocinio del Comune di Zafferana e della Provincia di Catania - spiega Cataldo Paradiso, responsabile della Sezione Enpa di Catania –, è un'importante occasione per conoscere più da vicino il mondo dei cavalli, ammirarne la bellezza ma, soprattutto, per comprendere quanto questi animali, troppo spesso sfruttati indiscriminatamente, abbiano invece bisogno dell'affetto e del rispetto dell'uomo".
"Presso lo stand allestito dall'Enpa a Pisano Etneo - prosegue Paradiso - i cittadini potranno trovare tante informazioni utili in merito alle normative che riguardano i nostri amici a quattrozampe e alle iniziative della nostra Sezione per tutelare gli animali e l'ambiente; ai più piccoli regaleremo alcuni dei nostri gadget". (28 agosto 2009)

LETTERA DEL RESPONSABILE DELLA SEZIONE PROVINCIALE ENPA A "LO DICO A LA SICILIA"

ALLA C.A.
REDAZIONE RUBRICA "LO DICO A LA SICILIA"

Spettabile redazione,

leggo con stupore, sull'odierna rubrica "Lo dico La Sicilia" del Vostro autorevole quotidiano, la lettera dal titolo "I cani del porto" con cui un vostro lettore propone una soluzione quanto mai crudele, oltre che illegale, al problema del randagismo: lo sterminio dei randagi per eutanasia.

A lasciare sconcertati è, non soltanto la proposta in sè - colgo l'occasione per rammentare ai lettori che l'uccisione di animali è un reato a tutti gli effetti e, come tale, è punito dall'art. 544 bis del c.p. - ma la stessa argomentazione che la sostiene. Indubbiamente l'estensore della lettera dimostra una certa conoscenza della materia quando cita la legge 281 del 1991 e i successivi provvedimenti delle autorità regionali siciliane che peraltro accusa di un'indifferente inerzia nei confronti del fenomeno. Tuttavia proprio sulla base di tale competenza mi sarei aspettato conclusioni ben differenti da quelle suggerite.

Il lettore, infatti, contraddice sè stesso quando si domanda perchè mai "questi innocenti animali debbano assoggettarsi a questa vita grama fatta di stenti, di sofferenze e di morte" e, prendendo atto delle colpevoli lacune istituzionali, arriva alla conclusione che occorre evitare a "questi innocenti le sofferenze e la morte che soltanto sappiamo dare loro" affidandoli a "mani di compassionevoli veterinari che possano farli addormentare dando loro una dolce morte".

Non è mia intenzione negare l'esistenza del problema randagismo che in Sicilia è stato all'origine di alcune recenti tragedie - penso a quanto accaduto a Ragusa e ad Acireale - mi domando tuttavia chi sia il vero responsabile di questa situazione? Gli animali? O non sono piuttosto le istituzioni che, disattendendo le normative nazionali e regionali, abbandonano i randagi a sè stessi oppure li affidano a persone inadatte a custodirli? Non sono forse gli stessi cittadini che adottano un cane con troppa leggerezza, salvo poi disfarsene quando scompare l'entusiasmo iniziale, contravvenendo tra l'altro all'obbligo di iscriverlo all'anagrafe canina? E cosa dire, infine, di quei personaggi senza scrupoli che, seguendo una pratica incompatibile con il nostro livello di civiltà, addestrano gli animali all'aggressività per impiegarli nei combattimenti clandestini?

Al lettore e a quanti altri fossero tentati di risolvere il problema randagismo nascondendo la testa sotto la sabbia, ricordo che, per evitare pericolose regressioni, le conquiste civili devono essere riaffermate quotidianamente senza mai rinunciare ad esse e non - come scrive l'autore della lettera - "scendendo uno scalino nella scala della civiltà che forse non abbiamo mai avuto, ritornando a prima del 1991". L'illegalità si combatte, e si vince, solo con gli strumenti previsti dal diritto e con la coscienza civile; ogni soluzione contrastante con il nostro ordinamento giuridico, e che abbia la pretesa di far pagare alle stesse vittime il prezzo della loro innocenza, è, come tale, criminogena.

Ringrazio per l'ospitalità.
Cordiali Saluti.
Catania, 20.08.2009

Cataldo Paradiso, responsabile sezione provinciale Enpa di Catania

MANIFESTAZIONE "ACCHIAPPA MAIALI" NEL COMUNE DI SAN GIOVANNI LA PUNTA, L'ENPA SCRIVE AL SINDACO PER IMPEDIRE LO SVOLGIMENTO DELLA GARA.

A Trappeto, in una frazione di San Giovanni La Punta (CT), è stata organizzata una manifestazione denominata "Acchiappa Maiali". Nel corso della gara, programmata per il giorno 17 agosto c.a., alcuni maiali vengono inseguiti e costretti a correre su una strada cosparsa di grasso. Gli animali così vengono umiliati, sottoposti a comportamenti, strazi e fatiche insopportabili per le proprie caratteristiche ecologiche, per crudeltà e senza la necessità. Per tali motivi l'Enpa ha chiesto al Sindaco Puntese l'annullamento della gara. "È assurdo che, nonostante la legge lo vieta - dichiara Cataldo Paradiso, Commissario della Sezione Provinciale Enpa di Catania - durante le sagre e feste paesane, con la scusa di tradizione culturale, continuano a proliferare manifestazioni che comportano sevizie e strazi per gli animali". "Quale tradizione, quale cultura, - continua Paradiso - è un'ottusità che non si pone nemmeno il problema del benessere animale, delle gravi sofferenze che subiscono e quanti, purtroppo, ne sono rimasti vittime". (15 agosto 2009)

RAGUSA. BICICLETTE PER LE GUARDIE ZOOFILE ENPA: PROTEGGERE GLI ANIMALI RISPETTANDO L'AMBIENTE

"La tutela e la protezione degli animali passa necessariamente per il rispetto dell'ambiente in cui vivono". Con queste parole Antonio Tringali, responsabile dell'Enpa di Ragusa, ha presentato la nuova iniziativa dei volontari ragusani. L'idea, nella sua semplicità, è innovativa. Le Guardie Zoofile della Protezione Animali, in servizio presso il presidio Enpa "Dog Point" a Marina di Ragusa, veglieranno sulle vacanze di uomini e quattrozampe non dall'abitacolo di un'automobile, ma dal sellino di una bicicletta. A bordo delle loro mountain bike, le Guardie Zoofile Enpa "pattuglieranno" il lungomare di Marina di Ragusa per controllare il microchip dei cani e la regolare raccolta delle loro deiezioni, raccogliere segnalazioni dei cittadini su animali problematici o su eventuali casi di maltrattamento, prevenire il fenomeno degli abbandoni e del randagismo. "Le mountain bike - spiega Tringali -, oltre a non inquinare, sono un mezzo di trasporto molto efficiente che permette ai nostri volontari di muoversi con rapidità e di intervenire con prontezza evitando di rimanere imbottigliati nel traffico del lungomare, particolarmente intenso durante i mesi estivi". "Con l'occasione - conclude Tringali - desidero ringraziare l'amministrazione comunale di Ragusa che fin da subito ha supportato il presidio Dog Point. L'iniziativa terminerà a metà settembre, tuttavia, se dovessero essere confermati i buoni risultati fin qui conseguiti perchè non prorogarla anche ai mesi invernali?". (6 agosto 2009)

SICILIA. "ABBATTETE I RANDAGI", L'ENPA DENUNCIA UN LETTORE DE "LA SICILIA"

Le Guardie Zoofile Enpa di Catania denunciano per istigazione a delinquere un lettore de "La Sicilia" che, nello spazio delle lettere dei cittadini, suggerisce di risolvere il fenomeno randagismo uccidendo i cani. L'Enpa: "Se le istituzioni applicassero le legge e i cittadini la rispettassero, non ci sarebbero nè randagi nè aggressioni"

Le Guardie Zoofile della Sezione Enpa di Catania hanno presentato una denuncia per istigazione a delinquere nei confronti di un lettore del quotidiano "La Sicilia" che, nello spazio riservato alle lettere dei cittadini, suggeriva di risolvere il problema del randagismo abbattendo gli animali. «Se non si trovano con prontezza soluzioni adeguate e definitive al problema… ritengo debba procedersi all'abbattimento dei randagi che vi sono in città e in provincia», si legge nell'intervento del lettore.

«Evidentemente l'estensore della lettera - commenta Cataldo Paradiso, responsabile della Sezione Enpa di Catania - non è al corrente che l'uccisione di animali è un reato a tutti gli effetti, sanzionato dall'art. 544 bis del nostro codice penale». «Inoltre - aggiunge Paradiso - il lettore non sembra particolarmente informato in merito al fenomeno che intende risolvere in modo così brutale nè dimostra una particolare conoscenza della cronaca locale. Se così fosse, dovrebbe essere al corrente che il bimbo ucciso ad Acireale non è stato aggredito da randagi ma di proprietà del fratello, che gli inquirenti sospettano essere addestrati ai combattimenti illegali.»

«Il lettore - conclude Paradiso - ha indubbiamente ragione quando, premettendo che "i nostri politici e i nostri Uffici pubblici non lavorano bene", identifica la causa del problema. E, aggiungo io, anche la sua soluzione. Se le istituzioni locali applicassero la legge e alcuni cittadini non la violassero, istigando i loro animali alla violenza, non avremo più nè randagi nè aggressioni contro gli uomini». (30 luglio 2009)

BIMBO UCCISO DA CANI E PISTA DEI COMBATTIMENTI, L'ENPA PARTE CIVILE

In merito agli ultimi sviluppi dell'indagine sulla morte del piccolo Giuseppe Azzarelli, il bambino ucciso da alcuni cani alla periferia di Acireale, il presidente dell'Enpa Carla Rocchi dichiara quanto segue: "Ancora una volta, nello stesso giorno in cui a Torino un cane ha salvato la sua proprietaria dall'aggressione di un malvivente, si profila la responsabilità dell'uomo nella tragedia che ha colpito la famiglia del piccolo Giuseppe, alla quale rinnovo tutto il mio cordoglio. Con il passare delle ore le indagini degli inquirenti sembrano, infatti, confermare l'ipotesi che i cani custoditi nel fondo agricolo fossero addestrati per i combattimenti clandestini ad opera del fratello della piccola vittima. Se ciò fosse provato, l'associazione da me presieduta si costituirà parte civile contro i responsabili di una pratica incivile e di un reato pericolosissimo per l'incolumità pubblica e gli animali stessi".

Ascoltate anche quest'intervista. (23 luglio 2009)

"DOG POINT" IN PIAZZA TORRE A MARINA DI RAGUSA, L'ENPA SI MOBILITA CONTRO ABBANDONI E RANDAGISMO

I volontari Enpa di Ragusa si mobilitano contro abbandoni e randagismo attivando in Piazza Torre, a Ragusa, il presidio "Dog Point". Concepito come punto di riferimento per tutti i cittadini, il presidio fornirà informazioni e consigli in merito alla corretta gestione del rapporto uomo/animale e raccoglierà eventuali segnalazioni su animali abbandonati o su randagi "difficili". Il "Dog Point", operativo per tutta la durata del periodo estivo, chiuderà i battenti il 15 settembre prossimo. (23 luglio 2009)

BOCCONI AVVELENATI AI RANDAGI; DENUNCIATO PER ISTIGAZIONE L'UTENTE DI UN SITO WEB SICILIANO

Stamane le Guardie Zoofile Enpa di Catania hanno denunciato per istigazione a delinquere (articolo 414 del Codice Penale) un utente iscritto sotto pseudonimo al sito internet "Vivi Viagrande". Prendendo spunto dalla notizia dell'aggressione di un cane randagio ai danni di una giovane donna - il fatto è avvenuto nella città di Viagrande (Catania) il 17 maggio scorso - l'utente aveva invitato a affrontare il fenomeno del randagismo somministrando polpette avvelenate ai "trovatelli". «A cuppa è di sti ambientalisti - si legge nell'intervento pubblicato sulle pagine del sito - c'afànu custari n'occhiu ma non si cunghiuri nenti, l'unicu rimediu è na bella puppidduzza profumata con assenza di ogghiu frittu (la colpa è di questi ambientalisti che fanno spendere un occhio ma non combinano niente. L'unico rimedio è una bella polpettina profumata». Tale invito non è però sfuggito alle Guardie Zoofile di Catania che, verificata la fonte della notizia, si sono rivolte all'autorità giudiziaria presentando una notizia di reato per istigazione a delinquere. «Il tenore e il contenuto di quanto pubblicato dall'utente - spiega Cataldo Paradiso, responsabile della Sezione provinciale Enpa di Catania - costituiscono un'evidente istigazione all'uccisione di Animali, un delitto punito dall'articolo 544 bis del codice penale». Nelle prossime settimane gli inquirenti, tramite opportune ricerche e verifiche informatiche, provvederanno all'identificazione dell'anonimo utente e procederanno secondo quanto previsto dalla legge. L'intervento dell'anonimo estensore indirettamente prende di mira una delle poche municipalità catanesi che si è sempre distinta per la sensibilità al fenomeno del randagismo. «Il Comune di Viagrande, guidato da Venera Cavallaro - aggiunge Paradiso - ha sempre applicato le norme in materia di recupero, soccorso e degenza degli animali randagi, nonchè di censimento, sterilizzazione e monitoraggio dei cani vaganti». La diffusione di esche avvelenate sul territorio è una pratica pericolosissima che rappresenta un grave pericolo per l'incolumità pubblica, una minaccia per la salute non soltanto degli animali ma anche degli esseri umani. A rischio sono soprattutto i bambini che, giocando in un parco o su un prato, potrebbero accidentalmente venire in contatto con le sostanze velenose. E proprio per porre fine a tale fenomeno, particolarmente diffuso in Sicilia, lo scorso 18 dicembre il Sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, ha emanato un'ordinanza che vieta espressamente di miscelare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche o nocivi, compresi plastiche e metalli nonchè di detenere, utilizzare e abbandonare qualsiasi alimento preparato in maniera tale da poter causare intossicazioni o lesioni al soggetto che le ingerisce. (12 giugno 2009)

L'ESTATE DEI RANDAGI NEL TERRITORIO COMUNALE DI CATANIA

Ancora una volta assistiamo alle fantastiche ed illegittime trovate pubblicitarie del Comune di Catania, mentre i randagi rimangono a terra privi di soccorso e molti spariti nel nulla.
L'Enpa - Ente Nazionale Protezione Animali, in riferimento all'articolo apparso sul quotidiano "La Sicilia" il 02/06/2009 a pagina 32, dal titolo "L'estate dei randagi", ritiene doveroso a tutela del benessere animale e per una più ampia e corretta informazione rappresentare quanto segue:
Il 31 luglio 2009 scade il termine ultimo del ricovero "gratuito" a carico dei canili consorziati dei 480 cani pertinenti al Comune di Catania; dove saranno allocati i medesimi dal Comune? Forse nell'indicata (dall'articolo) area a ridosso della zona industriale che non potrebbe accoglierne nemmeno uno in quanto priva di qualsiasi tipo di struttura autorizzata; come altrettanto dicasi per l'area (citata sempre nell'articolo) dell'ex vivaio comunale che risulta non solo priva di locali adeguati ed autorizzati ma addirittura adiacente ad una scuola pubblica. Relativamente agli impegni assunti sul randagismo dalla Provincia, essi esulano dalle problematiche esposte maldestramente e confusamente nell'articolo. Per quanto riguarda la tanto decantata gara a livello europeo per l'assegnazione del servizio di cattura, ricovero ecc. ecc. non possono essere condivise le finalità in quanto non si può giustificare in alcun modo il malsano intento di esportare i cani randagi chissà dove, nè il sicuro fallimento di un servizio di recupero cani malati o feriti gestito magari ad una distanza di 1.000 Km. o forse più; sull'aggiudicazione della gara per l'assegnazione del medesimo Servizio espletata l'anno scorso (tra l'altro per soli 3 mesi con relativi eventuali conseguenti gravi disagi ai cani sottoposti a stress da trasporto) aggiudicata all'unica persona partecipante… (ripetutamente invitata da un funzionario comunale a presentare l'offerta) ben venga un'inchiesta che faccia luce finalmente sui veri motivi per cui lo stesso ha ritirato immediatamente la propria disponibilità.
È da segnalare che solo grazie, fortunatamente, al suo defilarsi dall'incarico, i cani del Comune di Catania ricoverati ancora nei canili consorziati, non sono annegati in mezzo al fango come gli altri 1000 disgraziati del suo canile di Taurianova.
Mentre i randagi rimangono a terra privi di soccorso e molti spariti nel nulla.

Il Commissario
Cataldo Paradiso

(3 giugno 2009)

OPERAZIONE DELLE GUARDIE ZOOFILE ENPA: SCOPERTO A SCICLI RECINTO CON 10 CANI PRIVI DI MICROCHIP

Su anonima segnalazione di un cittadino, le Guardie Zoofile dell'Enpa hanno scoperto, in una località vicina a Scicli (Ragusa), un recinto in cui erano tenuti 10 cani privi del microchip. I volontari della Protezione Animali hanno quindi sollecitato l'intervento dei Servizi Veterinari e ottenuto la chippatura dei 10 cani. (26 maggio 2009)

IGUANE, TARANTOLE E SCORPIONI IN UNA BIRRERIA CATANESE. INTERVENTO DELLE GUARDIE ZOOFILE E DEI CARABINIERI

Intervento congiunto di Guardie Zoofile del Nucleo di Catania, dei Carabinieri e del personale della ASL, per sequestrare alcuni animali detenuti dal titolare di un pub catanese ed esibiti all'interno dello stesso locale per attirare nuovi clienti. Le indagini "sulla birreria-rettilario" sono state avviate dalle Guardie Zoofile dell'Enpa ad aprile; successivamente la procura, a seguito dell'informativa prodotta dal nucleo di Catania, ha delegato le stesse Guardie Zoofile a perquisire il locale e sequestrare gli animali. "All'interno del locale - spiega Cataldo Paradiso, presidente della sezione Enpa di Catania, che ha avuto parte attiva nell'operazione - abbiamo trovato numerosi animali tra cui anche due cincillà, due gechi, una rana, scorpioni, tarantole, iguane, un allocco e perfino un coccodrillo nano. Tutti erano detenuti da molto tempo ed esibiti al solo scopo di attirare e intrattenere gli avventori. I due cincillà, in particolare, erano tenuti all'interno di una teca a forma di bara, utilizzato come tavolo per i clienti. Il pub si era così trasformato in un vero e proprio zoo in miniatura; particolarità grazie alla quale era diventato uno dei locali più frequentati della città etnea". "Grazie alle sinergie tra Carabinieri, Guardie Zoofile e personale dell'Asl, che ringrazio per la loro collaborazione, ieri - prosegue Paradiso - siamo finalmente riusciti a interrompere questa ennesima speculazione sulla pelle degli animali. È vergognoso che esseri senzienti siano violentemente sradicati dal loro habitat e trasformati in fenomeni da baraccone allo scopo di incuriosire il pubblico e sovvenzionare le finanze di un pubblico esercizio". Dopo il sequestro, gli animali sono stati trasferiti in un centro di recupero fauna selvatica dove saranno accuditi in conformità alle loro esigenze etologiche.

Vedi anche il video di Striscialanotizia e il video di SiciliaWeb. (15 maggio 2009)

ANIMALI. PASTORE UCCISE DUE RANDAGI, L'ENPA: "CONTESTARE ANCHE IL REATO DI UCCISIONE DI ANIMALI"

La Protezione Animali chiede di contestare anche il reato di uccisione di animali (art 544 bis del codice penale) a un pastore di Biancavilla che ha ucciso a fucilate due randagi a Ragalna, in provincia di Catania. L'uomo, accortosi della presenza di un branco di randagi tra le pecore del suo gregge, ha imbracciato il suo fucile - detenuto illegalmente - uccidendo sul colpo due cani che, secondo quanto riferito da organi di stampa avrebbero sbranato una pecora, e mettendo in fuga gli altri. Sul posto sono intervenuti i veterinari della Asl, che hanno sequestrato le carcasse degli animali, e i carabinieri della compagnia di Paternò che hanno denunciato l'uomo per porto abusivo di armi da fuoco. (6 maggio 2009)

AL VIA A RAGUSA PROGETTO PILOTA PER L'ERADICAZIONE DEL RANDAGISMO. SI MUOVE ANCHE LA PROVINCIA DI CATANIA

La Regione Sicilia si mobilita per eradicare definitivamente il randagismo. È quanto deciso nel corso di un vertice svoltosi alla presenza del Sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, cui hanno partecipato tra gli altri anche il Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, l'assessore alla Sanità Massimo Russo, il prefetto di Ragusa Carlo Fanara, il sindaco di Palermo Diego Cammarata nella qualità di presidente dell'Anci nonchè il generale dei Nas Cosimo Piccinno. Il piano di lotta al randagismo, che prevede uno stanziamento di 5 milioni di euro l'anno, partirà a breve con il lancio di un piano straordinario per la Sicilia il cui primo stadio è rappresentato da un progetto pilota per la provincia di Ragusa.

Progetto Ragusa. Sarà avviato e completato in tempi molto rapidi, 3 mesi al massimo, e comincerà il censimento dei cani con padrone e la loro iscrizione all'anagrafe canina; contemporaneamente saranno censite le strutture di ricovero esistenti per ospitare i randagi. Tale monitoraggio permetterà di verificare quante sono le strutture utilizzabili e quante, invece, richiedono adeguamenti e autorizzazioni: le strutture irregolari saranno sequestrate. Il progetto prevede poi la cattura dei cani randagi, con metodi che tutelino il benessere degli animali (sono previsti specifici corsi di formazione per gli operatori), e la successiva sterilizzazione degli animali. La realizzazione del progetto sarà accompagnata da una massiccia campagna di informazione indirizzata ai cittadini e da progetti formativi all'interno delle scuole.

Sempre in tema di lotta al randagismo si muove anche la Provincia di Catania che ha approvato un innovativo piano d'azione sovracomunale. La Provincia di Catania, infatti, solleverà i comuni di circa il 50% della spesa per le iniziative anti randagismo e per il mantenimento dei cani. Il piano prevede l'iscrizione dei cani di proprietà all'anagrafe canina; la mappatura della popolazione canina - saranno monitorati la numerosità e lo stanziamento dei branchi, la dislocazione urbana o rurale, i punti di maggiore concentramento -; la dotazione del personale di vigilanza del Comune e della Provincia di lettori per i microchip; l'aumento di controlli sui cani di proprietà non iscritti all'anagrafe; la sterilizzazione dei cani randagi e di quelli ospitati nelle strutture di ricovero. Anche in tal caso, le istituzioni presteranno particolare attenzione agli aspetti informativi e formativi, nonchè all'incentivazione delle adozioni di quattrozampe (alcuni servizi, come l'iscrizione all'anagrafe, sterilizzazione, cure veterinarie, vaccinazione particolare attenzione saranno erogati gratuitamente). La azioni del piano saranno condotte in collaborazione con associazioni ed enti che operano sul territorio e siano in possesso di tutte le autorizzazioni igienico-saniterie prescritte dalla legge. (29 aprile 2009)

"PROGETTO PER CONTRASTARE IL RANDAGISMO"
ENPA: UN SENTITO RINGRAZIAMENTO ALLA PROVINCIA DI CATANIA

Alle ore 10:30 di oggi al Centro Direzionale Nuovaluce, il Presidente della Provincia di Catania, On. Giuseppe Castiglione, ha presentato il "Progetto per contrastare il fenomeno del randagismo". Il fenomeno nella provincia di Catania ha assunto proporzioni insostenibili e a dir poco drammatiche. I cani ed i gatti randagi sono tantissimi ed il rischio per l'incolumità pubblica e degli stessi animali è diventato inaccettabile. Le cause che hanno determinato questa situazione sono da attribuire agli infami detentori senza scrupoli che abbandonano il proprio animale e al proliferare delle cucciolate che fanno aumentare considerevolmente il numero di quelli vaganti. A tutto ciò le istituzioni preposte hanno fatto ben poco per affrontare la problematica, è evidente una scarsa sensibilità a riconoscere le sofferenze, le ansie, il dolore e la paura che provano questi animali soprattutto i cani vaganti nel territorio. Troppo spesso l'animale traumatizzato o gravemente ammalato rimane privo di soccorso e lasciato al proprio destino che in molti casi, oltre ai forti strazi gli procura la morte. Questi esseri, deboli ed indifesi, hanno diritto di vivere e di essere aiutati, a loro non importa se questo o quel comune non ha i soldi per provvedere ad attivare tutti i mezzi possibili che peraltro la legge gli impone, o se il Sindaco, l'Assessore è insensibile al problema e pensano al risparmio delle casse comunali o ancor peggio a spendere i soldi stanziati per loro per organizzare le feste. Loro non sanno che nella provincia di Catania possono essere soccorsi soltanto negli orari d'ufficio e solo dove ç stato attivato il servizio di soccorso e recupero dei randagi, e che se malauguratamente finiscono in un canile, dovranno rimanerci tutta la vita perchè i comuni si dimenticano di loro ed a volte non pagano nemmeno il loro mantenimento. È ora di dire basta e con questo progetto la Provincia di Catania (obbligata per legge) interviene per affrontare il problema, coordinare i Comuni e gli altri Organi competenti per una corretta ed omogenea applicazione delle regole. Il Commissario della Sezione Provinciale di Catania, Cataldo Paradiso, presente all'incontro, ha fornito la disponibilità a collaborare con la Provincia e con tutti i Comuni che aderiranno al progetto, e metterà a disposizione la propria struttura, i mezzi, l'esperienza, nonchè le Guardie Zoofile per gli opportuni controlli. Gli animali saranno grati. (20 aprile 2009)

GIOVEDI' 2 APRILE ALLE ORE 19:00, PRESSO IL NUCLEO PROVINCIALE DI RAGUSA, CENTRO DIREZIONALE ASI BOX N. 1 - C.DA ZONA INDUSTRIALE E LUNEDI' 6 APRILE ALLA STESSA ORA, PRESSO "VILLA COSENTINO" SITA A VALVERDE (CT), IN VIA DEL SANTUARIO, AVRA' INIZIO IL CORSO PER ALLIEVI GUARDIE ZOOFILE.

LA PRESENTAZIONE DEGLI ALLIEVI SARA' EFFETTUATA DAI RESPONSABILI DELLE SEDI. IL PROGRAMMA E CALENDARIO DEL CORSO VERRA' CONSEGNATO A TUTTI I PARTECIPANTI. LE LEZIONI SARANNO TENUTE OLTRE CHE DAL PERSONALE INTERNO ANCHE DA DOCENTI ESTERNI E FUNZIONARI DELLE ISTITUZIONI E VERRANNO INTERSECATE TRA LE SEZIONI DI CATANIA E RAGUSA CON UN IMPORTANTE SCAMBIO DI ESPERIENZE IN VISTA DI APPLICAZIONI SINERGICHE DEI NUCLEI REGIONALI. GLI ALLIEVI DOVRANNO PRESENTARSI NEL GIORNO, NELL'ORA E NEL LUOGO SOPRA INDICATI, SECONDO LA PROPRIA SCELTA DI APPARTENENZA AL NUCLEO DI CATANIA O RAGUSA.
GLI ASSENTI SENZA GIUSTIFICATO MOTIVO, VERRANNO CONSIDERATI RINUNCIATARI. (1 aprile 2009)

CATANIA, ATTO INTIMIDATORIO CONTRO L'ENPA: "CONTINUEREMO A TUTELARE I DIRITTI DEGLI ANIMALI"

Grave atto intimidatorio, sabato 21 marzo alle 22.30, contro la sede provinciale dell'Enpa di Catania; ignoti, alla guida di un'autovettura privata, hanno forzato il cancello e sono penetrati all'interno della struttura dove hanno gettato del letame. Con questo gesto, un avvertimento in pieno stile malavitoso, qualcuno ha voluto colpire e "punire" l'attività dei volontari siciliani, da tempo in "prima linea" nel segnalare alle autorità e all'opinione pubblica le numerose irregolarità riscontrate in zona. Non è casuale, del resto, che tale episodio sia avvenuto pochi giorni dopo i fatti del Ragusano e le dure prese di posizione dell'Enpa che, insieme ad altre associazioni animaliste, è riuscita a bloccare dissennati progetti con cui si preparava lo sterminio dei randagi. Ma è soprattutto a Catania che la Protezione Animali si è attirata alcune ostilità. È da tempo, infatti, che la sezione catanese dell'Enpa rileva e denuncia sistematiche inadempienze normative da parte delle autorità locali, amministrazione comunale e servizi sanitari. "La lista delle irregolarità - spiega Cataldo Paradiso, consigliere nazionale della Protezione Animali - è lunga. Si parte dalla mancata attivazione del tavolo di coordinamento previsto dall'ordinanza Martini in materia di bocconi avvelenati per arrivare alle numerose irregolarità nella gestione del randagismo". Tra l'altro, proprio a seguito dei tragici fatti del Ragusano, i volontari della Protezione Animali hanno rilevato una recrudescenza nella diffusione di esche avvelenate. "Si tratta sicuramente di una ritorsione contro i randagi - commenta Paradiso - di fronte alla quale dobbiamo sottolineare l'immobilismo delle autorità. Nel solo comune di Misterbianco (Catania), tanto per citare un esempio, sono stati avvelenati sei cani; benchè avessimo più volte segnalato l'urgenza, i corpi senza vita dei randagi sono stati abbandonati a sè stessi per tre giorni senza che il Comune o i Servizi Sanitari locali adottassero le misure previste dal provvedimento Martini". Irregolarità a Catania anche nell'affidamento dei randagi, ospitati presso una struttura priva della necessaria autorizzazione sanitaria. "A questo proposito - prosegue Paradiso - abbiamo evidenziato non solo le carenze amministrative della struttura ma anche numerose altre anomalie. In particolare, abbiamo segnalato come i cani fossero addormentati da personale non appartenente ai servizi veterinari locali e come alcuni animali, invece di essere portati in strutture adeguate, sparissero letteralmente nel nulla". "Non mi stupisco - conclude Paradiso - che la nostra attività possa aver infastidito qualcuno; il gesto di sabato sera ne è la conferma. Tuttavia, se pensano di intimorirci, si sbagliano di grosso; noi andremo avanti per la nostra strada. Anzi, proseguiremo con più energia e convinzione la nostra battaglia per la tutela dei diritti degli animali." (23 marzo 2009)

AL VIA IL PRIMO CORSO REGIONALE DI FORMAZIONE ALLIEVI GUARDIE ZOOFILE

Catania, 06 marzo 2009. Nel quadro delle iniziative organizzate dall'Enpa - Ente Nazionale Protezione Animali -, al fine di promuovere ogni utile iniziativa per la prevenzione e la repressione dei reati, degli illeciti amministrativi, delle violazioni dei regolamenti generali e locali per la salvaguardia del patrimonio zootecnico ed ambientale, l'Ente ha organizzato il primo corso regionale di formazione Allievi Guardie Zoofile. Il corso, patrocinato dalla Regione Sicilia – Assessorato Territorio ed Ambiente, Provincia Regionale di Ragusa, Ausl7 di Ragusa, Provincia Regionale di Catania e dai Comuni di Acicatena, Acireale, San Gregorio, Valverde e Viagrande, si svolgerà a Ragusa e Catania presso i Nuclei Provinciali, dal 26 marzo al 8 giugno; è articolato in circa 80 ore di lezioni teoriche pratiche, con frequenza bisettimanale e prevede la trattazione di tematiche giuridiche, zoofile e di protezione animali ed ambiente. Termine ultimo di presentazione 31 marzo 2009. Informazioni potranno essere richiesti ai seguenti numeri: 095270869 - 3394711585.

Il Comm.rio straordinario
Cataldo Paradiso

RANDAGISMO: LE FANTASTICHE ENUNCIAZIONI DEL COMUNE DI CATANIA.

Premesso che, il Comune di Catania ha disatteso e continua a disattendere le leggi vigenti nazionali e regionali in materia di randagismo con relative gravissime responsabilità penali, civili e morali (cani feriti non soccorsi o quando recuperati scomparsi nel nulla);
premesso pure, che appare oltre modo demenziale il voler persistere, ad ogni costo con un sistema ignobile e illegittimo peraltro già lungamente sperimentato come fallimentare, affidandosi, ancora una volta, alle trovate pubblicitarie, con progetti ridicoli e illegali tanto con la collaborazione delle stesse pseudo associazioni animaliste (talune anche denunziate penalmente) che si sono distinte solamente per cose che con l'animalismo non hanno nulla a che spartire.
Pertanto le associazioni firmatarie del presente documento (ENPA e ACA Sicilia) desiderano esprimere la loro perplessità circa i provvedimenti che l'amministrazione comunale dichiara di voler adottare per combattere il fenomeno del randagismo. A prescindere che qualunque argomento proveniente da un'amministrazione che ha abbandonato al loro destino le centinaia di cani ospitati (sempre su richiesta ufficiale di vari assessori con delega al progetto animali che, negli ultimi anni, si sono succeduti), nei vari canili convenzionati ai quali, dal 2005 non vengono corrisposte le cifre pattuite, (con l'inerente pericolosa possibilità della reimmissione dei randagi sul territorio per mancanza di fondi da parte dei gestori dei canili) non può godere di alcun credito, si ritiene estremamente grave che qualcuno possa realmente proporre di affidare i randagi alle persone che, spontaneamente si occupano della loro sopravvivenza.
I randagi per un semplice motivo di selezione naturale sono cani di taglia media o medio-grande che, superando le ostilità ambientali, si sono ben inseriti nel territorio dove conducono una vita libera, priva di condizionamenti che l'uomo impone loro quando decide di accoglierli nella propria abitazione. Bene, quale strategia si intende adottare per convincere un randagio a cambiare radicalmente le sue abitudini? Inoltre, con quale criterio si può affidare il recupero, trasporto, ricovero e rieducazione dei cosiddetti cani "morsicatori" a sedicenti associazioni animaliste prive, a tutt'oggi, di alcun tipo di autorizzazione per svolgere le suddette attività? Ed ancora siamo stati lieti di apprendere che, con dichiarazioni ufficiali, alcuni veterinari concordano su quanto da noi sempre sostenuto e, cioè, che non esistono cani "potenzialmente pericolosi" bensì umani che, con i loro comportamenti sbagliati, possono renderli tali, però vorremmo essere rassicurati sulla qualifica di "veterinario comportamentalista" di cui i suddetti professionisti si sono fregiati perchè, ad una prima ricerca, non risulta che, in ambito provinciale, ve ne siano così tanti.
Apprendiamo, inoltre, dalla stampa, che un consigliere comunale, l'Avvocatessa Carmencita Santagati, sicuramente animata di buona volontà, ha stilato un regolamento che disciplina, in ambito locale, la legislazione vigente dei diritti degli animali.
Evidentemente, nessuno si è premurato di farle sapere che il Comune di Catania è già in possesso di un adeguato regolamento ancora in vigore perchè non esiste alcuna revoca all'ordinanza sindacale attuativa n. 1163 del 9 luglio 1994. Per tutti questi motivi desideriamo esprimere il nostro dissenso la nostra preoccupazione per la sorte degli animali che hanno la sventura di vivere nell'ambito del nostro territorio comunale.
(23 febbraio 2009)

ENPA - Cataldo Paradiso
ACA - Pinella Crimi

CATANIA, LAVORATORI NON IN REGOLA AL CIRCO CESARE TOGNI; DENUNCIA E 26 MILA EURO DI MULTA

Ennesimo intervento delle forze dell'Ordine e nuove irregolarità per i circhi italiani. Questa volta a finire nelle maglie della giustizia è stato il circo Cesare Togni, denunciato all'autorità giudiziaria e colpito da un'ammenda di 26 mila per la presenza di lavoratori stranieri non in regola. "I circhi italiani sono sempre più spesso al centro di polemiche e indagini, non solo per le precarie condizioni in cui sono detenuti gli animali - ha dichiarato Giovanni Guadagna Responsabile Ufficio Cattività di Enpa - ma anche per l'altra cattiva abitudine, come peraltro rilevato dagli interventi delle Forze dell'Ordine, di non rispettare i diritti dei loro lavoratori. Questa volta è stato il turno di un circo dal nome molto noto; ciò dovrebbe far sorgere alcune perplessità in merito alla situazione generale del settore". Il circo denunciato dall'Arma dei Carabinieri di Catania (Compagnia di Fontanarossa e Nucleo Operativo), infatti, porta il nome di uno dei padri fondatori del circo italiano. Lo stesso spettacolo, così come riferito alla stampa, era diretto dai figli di Cesare Togni, mentre alcuni dei numeri utilizzavano animali addestrati dal figlio e del fratello del già Senatore Livio Togni che due legislature addietro tentò di fare approvare una legge, la cosiddetta "salvacirco". Secondo la Protezione Animali sono ormai numerosi i circhi coinvolti in violazioni della normativa sul lavoro, con alcuni casi clamorosi come la contestazione del reato di riduzione in schiavit". "Mi auguro - ha dichiarato Cataldo Paradiso, Responsabile Enpa di Catania - che, seguendo l'esempio di altre città italiane, anche il Comune di Catania possa al più presto emanare una ordinanza che disciplini in modo certo l'attendamento dei circhi in città". "Nel solo 2008 - ha continuato Paradiso - abbiamo infatti ricevuto numerose segnalazioni sulle difficili condizioni di vita cui sono costretti gli animali; forse gli illeciti sono anche più numerosi di quelli fin qui scoperti". Enpa auspica che il Parlamento italiano possa approvare al più presto una nuova legge sul circo; eliminando quell'estemporanea "funzione sociale" che una normativa antistorica continua a riconoscere agli spettacoli circensi. Secondo la Protezione Animali, l'unica possibile via d'uscita dalla crisi del circo è un nuovo tipo di spettacolo privo di catene, di fruste ed di altre coercizioni che costringono nel circo animali e lavoratori non in regola. Alla Camera dei Deputati sono ad oggi presentate due proposte di legge per un circo senza animali. Entrambi i testi rispecchiano le richieste dell'Enpa e, a dimostrazione di come l'interesse verso gli animali non conosca confini o barriere di sorta, riportano come prime firmatarie due Onorevoli appartenenti a diversi schieramenti; Gabriella Giammanco ed Elisabetta Zamparutti, appartenenti, rispettivamente, al Popolo delle Libertà e ai Radicali PD. Sul sito web dell'Enpa (www.enpa.it), nelle pagine dedicate all'ufficio cattività, è possibile consultare l'intero dossier sui circhi. (28 gennaio 2009)