ARCHIVIO NEWS DALLA SEDE 2010
ENPA: I botti di capodanno e il pericolo per gli animali.
La vigilia del capodanno arriva e con lei alla fine si farà la solita conta di quanti saranno a farne le spese e se tra gli uomini la sensibilizzazione al problema è sufficientemente esaustivo, nel mondo degli animali è praticamente lettera morta e al conteggio finale sono loro che avranno, con la loro vita, pagato il prezzo peggiore. Con lo scoppio dei petardi e dal boato della deflagrazione reagiranno con comportamenti istintivi insiti nella loro natura, fuggiranno in preda al panico rischiando seriamente la propria incolumità ed anche quella degli umani. Evitate che gli animali rimangano all'aperto sia nei balconi che cortili o giardini. Per quanto possibile è bene portarli con sè in virtù del fatto che avere un animale in famiglia è una precisa responsabilità che ci si assume per il solo benessere dell'animale e non per il comune stato di considerarli complementi d'arredo, sfizi o pentimenti di cui liberarsi prima possibile come in certi altri casi. Il senso di angoscia, di terrore li porterà a cercare rifugio e il più delle volte non lo troveranno, quindi cominceranno a mordere qualsiasi cosa troveranno sia vivente che non, cercheranno di fuggire e magari si ritroveranno in strada senza più trovare la via di casa dopo un ossessionata fuga, abbaieranno, ululeranno, sbatteranno contro porte e se dovessero essere in piani elevati potrebbero anche gettarsi dal balcone. Tutto pur di mettersi al riparo e di fuggire da qualcosa di cui non ne capiscono nè il motivo né tanto meno la natura. Molti moriranno. Morderanno o fuggiranno. I più fortunati rimarranno spaventati per molto tempo.
L'E.N.P.A. Sez. Prov. di Catania invita i Sindaci della provincia a vietare l'uso dei botti di fine anno per l'incolumità generale e per profondo senso civico, ricordando quanto fatto per il precedente capodanno dal Sindaco di Bronte Pino Firrarello il quale vietò l'uso dei botti estendendolo anche per il Carnevale.
(29 dicembre 2010)

Cane morto ad Adrano: è intervenuto il Veterinario predisponendo il ricovero e dopo lui con i Vigili sono andati via …
In merito alla vicenda dello sfortunato quattrozampe lasciato morire ad Adrano, è necessario a questo punto, oltre le dovute denunce da noi già avviate per accertare le responsabilità, chiarire a voi gli eventi che comunque a tutt'oggi sono ancora da risolvere e mettere in luce.
Non solo i Comandi hanno stravolto negli anni le loro competenze e non osservato mai la Legge lasciando a morire spesso tutti gli animali ma, adesso, quello che doveva essere un volere mettere a posto le competenze e risolvere i problemi ad opera della Provincia Regionale di Catania, si sta rilevando l'ennesimo modo per scaricare le dovute responsabilità e addossarle agli altri attribuendo competenze fantasma a chi non ne ha.
Qui di sotto leggerete un Post lasciato da certo Antonio Marletta il quale incredibilmente desidera sapere come mai noi, volontari non abbiamo prestato soccorso medico al cane!!
Così come scritto da noi come risposta al medesimo, ribadiamo nella consapevolezza che non ce ne sarebbe nemmeno bisogno di puntualizzarlo che, quando occorrono interventi medici sono i medici a doversene occupare in quanto gli unici a sapere come si effettua un intervento chirurgico, medicine, sale operatorie e trasporti con le ambulanze veterinarie.
Sul posto è intervenuto un nedico veterinario ma non si capisce ancora come possa avere prestato le prime cure, disponendo un ricovero così come scritto anche nell'articolo del quotidiano la Sicilia … e non accertarsi lui e i vigili preposti alle osservanze alle leggi, che il ricovero fosse eseguito non lasciando mai solo il cane fino ad intervento di soccorso veterinario effettuato. Entrambe le parti dovevano per legge eseguire il soccorso.
Di sotto l'ennesimo atto di ignoranza.
Antonio Marletta Ma dove stavano i volontari dell'Enpa se è vero che sono stati avvertiti???
ENPA Catania Premesso che questa storia è stata trattata nella più assoluta ignoranza dagli organi preposti, consideravamo certe altre persone più informate. Gli animali feriti devono per legge essere trattati da medici che in questa circostanza la Legge obbliga l'ASP territoriale di intervenire con urgenza. L'Associazione animalista si occupa delle adozioni, denuncie, cibo, monitoraggio e un sacco di altre cose che non riguardano però i soccorsi medici … oppure lei quando deve subire un intervento chirurgico al posto di andare dal Medico va dall'Assistente sociale? Di questa assurda morte ce ne stiamo occupando, dato che anche questo è di nostra competenza al posto di avventurarci medici e infermieri, come quello che lei ha, invece ritenuto per assurdo, normale attribuirci.

(19 novembre 2010)

SFRATTATI PER MOROSITÀ DALLA LORO ABITAZIONE INSIEME A 9 CANI. INTERVIENE L'ENPA DI RAGUSA
Non pagavano l'affitto da molto tempo e il loro debito era arrivato a 16mila euro. Per questo una famiglia di Ragusa - madre e figlio - sono stati sfrattati dall'appartamento che, assegnato dallo Iacp, ospitava anche i loro 9 cani. A nulla sono valsi i tentativi dell'ente di trovare un punto d'incontro con gli asegnatari, i quali hanno rifiutato la proposta di conciliazione che prevedeva il pagamento immediato del 20% degli arretrati e la rateizzazione del restante. Ma, grazie all'intervento dei volontari Enpa di Ragusa è stata trovata una soluzione per gli animali. "Sono molto rattristato - ha detto il presidente dell'Istituto, Giovanni Cultrera -, perchè ci siamo trovati davanti a una situazione davvero strana e particolare … È stato un momento difficile per la stranezza del caso e non nego che ci saremmo trovati in grande difficoltà se non fossero intervenuti, la Sezione Enpa, il dog professional e il canile comunale di Ragusa".
(16 novembre 2010)

Pesci ornamentali come soprammobili, o vite che meritano rispetto?
Tra i tanti abusi commessi contro gli animali, noi dell'E.N.P.A. di Catania non abbiamo affatto dimenticato o poco attenzionato problemi che vedono coinvolti i pesci, certe specie mangiati altre specie, invece destinati ad un destino peggiore, vittime anche di soprusi, che li vedono considerati dalla nostra specie "gli umani" solo un arredo vivente. Pesci "ornamentali" costretti ad adattarsi alle condizioni più improbabili e usati come complemento d'arredo da sistemare sui mobili come fossero bomboniere di porcellana o portacandele di cristallo. La nostra Nazione attraverso una precisa volontà ha scelto la complicata ed ammirevole strada del rispetto verso qualsiasi forma di vita attraverso la loro protezione più o meno completa, esempi ne sono: le specie sottoposte a prelievo venatorio soggette a tutela e preservazione, gli animali d'affezione intoccabili e con gli stessi diritti delle persone e gli animali d'allevamento degni di considerazione e lungi da qualsiasi abuso. I reati contro gli animali si sono amplificati e ultimamente con maggiore repressione nei confronti di chi adotta atteggiamenti che ledono il diritto al rispetto della vita. L'art. 727 C.P., specifica nella sua definizione che: lasciare vivere gli animali in condizioni non consone alla loro natura ed etologia è reato, ed è riferito a tutte le specie di animali anche se nella fattività quotidiana viene utilizzato maggiormente per gli animali d'affezione. L'Art. 544 C.P., "maltrattamento di animale", chiarisce che: chiunque causi senza necessità strazio all'animale è punibile ai sensi dell'articolo del codice penale citato per il quale è prevista fino alla reclusione oltre che ad abbondanti e salatissime multe. Cosa fa pensare che tutte queste leggi garantiste debbano essere del tutto ignorate e disattese solo perchè l'oggetto in questione è un minuto e spesso, quasi invisibile esserino?
Chi non ha mai avuto in casa il classico "pesciolino rosso"? Il Carassius auratus (il suo nome scientifico) è un pesce molto intelligente, infatti, alcuni studi hanno dimostrato che ha la capacità di interagire con gli esseri umani e da quest'ultimi vengono addestrati a semplici giochi, la sua vita media è di circa 30 anni, in natura può raggiungere i 50 cm di lunghezza e può arrivare a pesare fino a 3 Kg. Il pesce che fino ad ora si è visto vive per poco tempo nei mini acquari che sono solo location, permettono ai Carassius auratus non di vivere ma, a stento di sopravvivere. Altro sfortunato essere acquatico è il Betta splendes, meglio conosciuto come pesce combattente. Spesso finisce dentro i contenitori più improbabili come bottiglie o bicchieri solo perchè in natura vive nelle risaie, quindi, senza la minima cognizione che le risaie hanno comunque la loro estensione, nella più assoluta crudeltà, noi umani ne minimizziamo la reclusione in questi astrusi recipienti di cucina.
Il paradosso meschino a cui sono sottoposti gli abitanti delle acque si realizza nella sua completezza attraverso i sistemi di utilizzo dei Parambassis ranga (ex Chanda ranga), i quali vengono colorati artificialmente attraverso l'inoculazione con piccolissime siringhe, del colore direttamente nella schiena. Gli effetti del colorante sono devastanti e il pesce se dovesse sopravvivere alla colorazione, muore in preda agli spasmi nel giro di pochi mesi. I Red parrot, più noti come pesci pappagallo, invece, sono stati creati in provetta dall'uomo, che ultimamente si diverte anche a tatuarli con i motivi più grotteschi possibili, chissà magari con l'intento di renderli compatibili ai colori di tende e tappeti mentre, per le serate galanti a lume di "candela vivente" arrivano i Rerio "fluo", geneticamente modificati che si illuminano al buio. I Molly balloon sono anch'essi frutto di una selezione volta ad esasperare un difetto fisico. La loro colonna vertebrale ha una forma ad S talmente accentuata da stravolgere la fisionomia del pesce stesso.
Un essere vivente, proprio perchè tale, deve essere rispettato e tutelato nella sua specificità data dalla propria specie, anche e, soprattutto nella detenzione. Che paradosso si forma attorno all'educazione e alla coscienza dei nostri figli che cresceranno convinti che gli altri esseri viventi sono al solo uso, consumo e diletto di noi umani, detentori di tutto e, quel che peggio, di tutti. Bisogna scoraggiare la vendita di simili prigioni ed imporre una oculata autorizzazione alla detenzione attraverso specifiche direttive che, dato essere in senso morale disattese, necessitano per obbligo l'intervento istituzionale e non solo in sede locale così come invece fatto da poche Amministrazioni fino ad ora. È vero che tanto è stato fatto per gli animali al fine di regolamentare la loro vita in sè e il connubio con gli stessi uomini ma è altrettanto vero che molto ancora deve essere fatto al fine di delineare gli standard da consegnare alle prossime generazioni. Sono gli ultimi, il popolo del silenzio, della calma, dello sconosciuto, eppure hanno anch'essi gli stessi eguali diritti dei loro parenti terresti e non essere, semplici arredi così come sono, invece, trattati e maltrattati, adottando dei seri provvedimenti istituzionali al fine di regolamentare i luoghi e soprattutto gli spazi nei quali qualunque altra vita che non sia quella umana, ma ad essa sottomessa, debba vivere. Di quanto appena scritto si fa riferimento a tutti gli animali ma si avrà tempo per approfondire anche su questo. Un contenitore mignon che ospita una vita al solo fine di non occupare spazio in appartamenti dove spazi non ci sono, è una condizione aberrante. Sottoporre vite acquatiche alla vanesia umana costringendole a "trattamenti estetici" con coloranti forzatamente immessi sottocute è a dir poco straziante, oltre che disumano e grottesco. Lasciare i pesci immobili in bicchieri, bottiglie, vasi o teche "ZEN" salva spazio, con l'assurda convinzione che la loro crescita dipenda dagli spazi dove vivono è solo segno di quell'ignoranza che porta alla dolorosa morte di animali che non possono manifestare in alcun modo il loro disappunto. A tutto questo si da poca importanza sebbene sia espressamente un reato contro gli animali.
(15 novembre 2010)

Con Decreto Dell'Assessore Regionale via libera alla caccia in certe zone della fauna protetta
Nonostante le ordinanze del TAR e del Consiglio di Giustizia Amministrativa, l'assessore Regionale Agricoltura e Foreste Elio D'Antrassi, ha emesso un Decreto sulla caccia, nel quale si concede di cacciare nelle aree umide del Sud della Sicilia Pantani di Marza, luoghi nei quali vengono rilasciati costantemente animali protetti.
In barba agli accordi e alla legge che incentiva il costituirsi di aree protette nelle quali gli animali protetti e a rischio di estinzione, possono tovare in queste zone, tutela e protezione. Così come di consuetudine, anche la Sicilia si annovera tra le regioni di Italia che subiranno l'ennesima sanzione (milioni di sanzioni) da parte dell'Unione Europea.
Insomma provate ad immaginare chi pagherà questi milioni di euro di sanzioni?
E provate anche a capire: come mai ai politici regionali nostrani interessa così tanto favorire i cacciatori?
Che revochino immediatamente questa ordinanza per il bene degli innocenti animali, delle tasche di chi con la caccia non vuole avere niente a che fare e del buon nome di una terra già fin troppo martoriata dagli interessi personali.
(11 novembre 2010)

Cucciolo rimane un mese dentro un buco per sfuggire ad un branco
È rimasto rintanato dentro il buco di un muro di contenimento in P.zza Montessori a Catania, per oltre un mese il cucciolo di pastore soccorso oggi dall'Enpa di Catania. Il piccolo con molta probabilità è stato vittima di un abbandono e si è ritrovato da solo per strada e con un branco di cani che avvertita la presenza di un estraneo, gli si sono lanciati contro costringendolo a cercare la salvezza sul tetto di un garage sottostante alla strada, dal quale è precipitato nella paura di essere raggiunto dal branco, tra l'altro affamato e pericoloso sia per le persone che per i numerosi gatti trovati morti sbranati.
Il cucciolo è rimasto lì per tutto questo tempo ritenendo il buco del muro l'unico luogo sicuro e alimentato da un'anziana signora che dalla strada gli lanciava del cibo, mentre per l'acqua il piccolo ha avuto la fortuna di rimanere assediato da un branco di cani durante il periodo di piogge degli ultimi giorni.
La segnalazione è giunta alla sede Enpa di Catania la sera del 10-11-2010 e immediatamente somo stati allertati i volontari di vigilanza nella zona che accorsi sul posto hanno constatato la presenza di un cane probabilmente cucciolo all'interno di un buco di circa un metro e mezzo di profondità presente sul tetto di un garage. Dalle testimonianze raccolte sul posto dei residenti è stato possibile ricostruire gli avvenimenti della sfortunata avventura del piccolo. Subito è stato allertato il Comando della Polizia Municipale di Catania, i Vigili del Fuoco e il servizio veterinario ma, l'intervento non poteva essere eseguito nell'immediatezza a causa dell'eccessivo buio della sera. Difatti stamattina il cucciolo è stato tratto in salvo grazie a tutte le forze chiamate da ENPA e intervenute sul posto in sinergia ed ognuno con le proprie competenze. Il cane è stato trovato con ferite in pessime condizioni ed è stato immediatamente ricoverato, mentre il branco nella speranza di punire l'usurpatore, sia la sera antecedente che la stessa mattina è rimasto sempre presente anche se a distanza.
(11 novembre 2010)

GUARDIE ZOOFILE ENPA DI RAGUSA SOCCORRONO TARABUSINO FERITO DA UN CACCIATORE
Salvataggio in extremis per le Guardie Zoofile dell'Enpa di Ragusa. I volontari, allertati su segnalazione di un cittadino, hanno soccorso e messo in sicurezza un tarabusino - un uccello appartenente alla famiglia degli aironi - ferito da un colpo d'arma da fuoco, presumibilmente sparato dal fucile di un cacciatore, e trovato agonizzante sul ciglio di una strada di Donnalucata (Ragusa). L'animale è stato consegnato dalle Guardie Zoofile Enpa al Centro Recupero Fauna Selvatica di Comiso (Ragusa) dove il tarabusino sarà curato e quindi reimmesso in natura; secondo i veterinari, infatti, l'uccello non è in pericolo di vita e dovrebbe presto tornare a spiccare il volo.
(2 novembre 2010)

APPELLO URGENTE DI CARLA ROCCHI PRESIDENTE NAZIONALE E.N.P.A.
Care, Cari,
come certamente saprete i cacciatori si sono scatenati contro la proposta del Ministro Brambilla di abolire la caccia. La loro pressione è violentissima e pericolosa e dobbiamo assolutamente contrastarla.
È assolutamente necessario inviare quanti più messaggi al Presidente del Consiglio e allo stesso Ministro Brambilla con un testo che si avvicini alla presente traccia:
"Sosteniamo il Ministro Brambilla nella Sua decisa azione contro la caccia.
Come animalisti non daremo mai il nostro consenso a persone che non siano nettamente a favore degli animali e contro la crudele pratica venatoria
".
L'intestazione dei messaggi è: All'attenzione riservata e personale dell'On. Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio Palazzo Chigi - Roma e per conoscenza On. Michela Vittoria Brambilla Ministro del Turismo.
È possibile inviare i messaggi via mail ai seguenti indirizzi
centromessaggi@palazzochigi.it
e
info@lacoscienzadeglianimali.it
oppure via fax ai seguenti numeri 06/6791131 e 039/9273441.
Vi ringrazio tanto.
Conto su di voi............ È una crociata importante.
Un caro saluto.
Carla Rocchi

(22 ottobre 2010)

CONFERENZA STAMPA A RAGUSA DEL PRESIDENTE NAZIONALE ENPA
A un anno e mezzo di distanza dai tragici fatti di Scicli, a pochi mesi dall'operazione con cui le Guardie Zoofile Enpa hanno sequestrato l'ennesimo canile "fai da te" (in provincia di Ragusa), all'indomani del ritrovamento di una cagnetta barbaramente uccisa a Trapani e degli episodi di avvelenamento di randagi a Catania, l'Assessorato Territorio e Ambiente della Provincia Regionale di Ragusa, il coordinatore regionale dell'Enpa, Antonio Tringali, il presidente nazionale della Protezione Animali, Carla Rocchi, incontreranno i giornalisti per fare il punto sulla situazione randagismo nell'isola. L'appuntamento è per martedì 19 ottobre alle ore 12.00 presso la Sala Conferenze dell'Assessorato Territorio e Ambiente, della Provincia Regionale, in via G. di Vittorio 175 a Ragusa. Oltre ai dati sul numero di "trovatelli" presenti in Sicilia, nel corso dell'incontro i relatori faranno un bilancio sia delle iniziative fin qui adottate per affrontare l'emergenza randagismo sia delle attività svolte dall'Ente Nazionale Protezione Animali, e presenteranno alcune linee di intervento per il futuro.
(15 ottobre 2010)

STRAGE DI CANI IN VIA NIZZETI
Nella giornata del 06-10-2010 è arrivata l'ennesima segnalazione di avvelenamenti avvenuti sempre nello stesso luogo e che vedono coinvolti dei cani vaganti nel territorio di Via Nizzeti a Catania. Per la precisione, la zona in questione è ai confini tra il territorio di San Gregorio, Tremestieri e lo stesso capoluogo. Niente di meglio per i responsabili del benessere animale, riuscire come ormai da costume, scaricare competenze e responsabilità agli altri comuni limitrofi. Fatto è che gli operatori Enpa della locale sede si sono ritrovati con davanti la carcassa di una cagna avvelenata con gli evidenti segni che caratterizzano l'allattamento. L'unico dei sopravvissuti è un piccolo, accanto alla madre, morta da ben quattro giorni. I residenti che si occupano sempre dello stesso gruppo di cani, da anni, hanno dichiarato di avere allertato i Vigili Urbani e quest'ultimi avrebbero risposto che questo problema non era di loro competenza in quanto il cane era morto in una proprietà privata e quindi di precisa responsabilità del proprietario del fondo, la rimozione della carcassa. A tal proposito è bene si sappia che in ogni caso è sempre il Comune di pertinenza che deve attivarsi per il recupero di carcasse degli animali quando il proprietario non provvede e inoltre nella fattispecie si tratta di cani randagi che vagano tra terreni di proprietà privati ed altri pubblici. Fino alla segnalazione all'Enpa, le carcasse rinvenute dai residenti, sono state dagli stessi seppellite.
Fino a un mese fa la popolazione canina del posto era di 16 cani adesso si è ridotta a soli quattro adulti e due cuccioli per un totale di 10 animali morti e 6 ancora in vita di sicuro ancora per poco. Sul posto oltre ad alcuni residenti che più volte hanno minacciato di ammazzare i cani e chi di loro si prendeva cura, sono state anche segnalate più volte la presenza di ragazzini con i loro cani tutti rigorosamente incattiviti dagli stessi e lanciati contro ai randagi per puro divertimento ed anche cacciatori che per via dell'estensione del sito si ritrovano sovente per le loro cacce ai conigli. Alcuni di questi bossoli hanno colpito anche i randagi uccidendoli. A quanto già reso noto si aggiunge anche che pochi giorni fa, gran parte dell'area interessata è stata incendiata ad opera di ignoti.
La conta dei randagi della Via Nizzeti passa così, nell'arco di poco più di un mese, da 16 cani a soli 6 e tra questi ad oggi continua ad essere presente un cucciolo ultimo superstite di una sfortunata cucciolata di sei, accanto alla madre morta già da troppi giorni. Chi di competenza è stato nella giornata di Sabato 9 Ottobre nuovamente avvertito da questo Ente a mezzo fax, oltre che dagli stessi residenti che hanno riferito anche dall'Enpa di Catania sollecitandone il recupero. Ad oggi 11-10-2010 la carcassa è ancora sul posto.
(11 ottobre 2010)

Al via il 2° corso regionale di formazione per aspiranti Guardie Zoofile Enpa.
Avrà inizio Martedì 28 Settembre alle ore 20.00, presso "Villa Fortuna" (via Lungomare Ciclopi 139 ad Acitrezza-Acicastello) il 2° Corso Regionale di formazione delle Guardie Zoofile E.N.P.A, organizzato con il patrocinio della Provincia Regionale di Catania.
Durante gli incontri, gli allievi studieranno non soltanto la legislazione relativa agli animali d'affezione e da reddito, all'ambiente, alla fauna selvatica ma approfondiranno anche le problematiche legate al randagismo, alla caccia, alla pesca, al commercio, al trasporto e al maltrattamento di animali. Saranno inoltre studiate nozioni di zoologia nonchè le pratiche d'intervento e le basi del soccorso zoofilo. Le lezioni saranno tenute da docenti qualificati, esperti di questioni e tematiche legate al mondo degli animali.
Per gli aspiranti Guardie Zoofile è obbligatorio essere iscritti all'Enpa, non essere in possesso di permessi di caccia e di pesca, non esercitare alcuna attività che provochi sofferenza agli animali e non far parte di altre associazioni che perseguano fini contrari a quelli dell'Enpa. Al termine del corso si svolgeranno gli esami con commissari fuori sede e istituzionali, per il conseguimento dell'abilitazione come Guardia Zoofila Enpa. Le iscrizioni potranno essere presentate entro la sera del 23 settembre, per ulteriori informazioni contattare i numeri telefonici 095270869 - 3666037897 oppure collegarsi al sito www.enpacatania.it
Il corpo di Guardie Zoofile dell'Enpa è l'unico riconosciuto ufficialmente dal Ministero dell'Interno con Decreto del Presidente della Repubblica e svolge compiti di prevenzione e repressione dei reati, degli illeciti amministrativi e delle infrazioni delle leggi e dei regolamenti generali, relativi alla protezione degli animali ed alla difesa del patrimonio zootecnico, ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. del 31 marzo 1979.
(21 settembre 2010)

Controlli delle Guardie Zoofile Enpa, fermato il palio di Santa Domenica di Vittoria
Il primo palio medievale di Santa Domenica di Vittoria (Messina), organizzato dal Comune e dalla Proloco per domenica 19 settembre, è stato sospeso dopo un sopralluogo delle Guardie Zoofile della Protezione Animali di Catania. La decisione è stata presa a seguito di una ispezione condotta dai volontari dell'Enpa i quali hanno constatato che, oltre a mancare le autorizzazioni richieste dalla normativa italiana, il circuito di gara era assolutamente inadatto a garantire l'incolumità degli animali e degli spettatori; misure peraltro previste dal regolamento di polizia veterinaria D.P.R. 320/54, dalla legge 189/04 in materia di benessere animale e dalla recente Ordinanza Martini.
"Purtroppo quello di Santa Domenica - commenta Antonio Tringali, coordinatore regionale Enpa per la Sicilia - non è un caso isolato. Spesso, infatti, i palii e le altre manifestazioni con animali vengono organizzati senza garantire il rispetto delle più elementari norme di sicurezza. Con le conseguenze che gli incidenti, spesso mortali, sono all'ordine del giorno".
"L'ordinanza Martini che, oltre al divieto di usare il frustino, i morsi e di impiegare per la gare cavalli con età inferiore a quattro anni, prevede anche controlli anti-doping per gli equidi - aggiunge Tringali - si è dimostrata uno strumento di prevenzione molto importante. Uno strumento che permette alle Guardie Zoofile dell'Enpa di intervenire con efficacia per reprimere e correggere possibili situazioni di illegalità".
"È ormai necessario ripensare le manifestazioni con animali - conclude Cataldo Paradiso, presidente della Sezione provinciale Enpa di Catania -, per sottrarli a sofferenze tanto dolorose quanto inutili, e per fare dell'Italia, coerentemente con le iniziative assunte dal Ministro al Turismo Michela Vittoria Brambilla, un Paese realmente animal friendly. Sono convinto che avremmo tutto da guadagnare, anche sotto il profilo turistico. Dovremmo prendere esempio dalla vicina Catalogna che proprio di recente ha deciso di mettere al bando la corrida".
(21 settembre 2010)

SOCCORSO DALLE GUARDIE ZOOFILE ENPA DI RAGUSA UN CANE INVESTITO DA UN'AUTOMOBILE
Le norme del nuovo Codice della Strada, quelle che prevedono l'obbligo di soccorso per gli animali feriti in incidenti stradali, danno i primi frutti. A Ragusa un uomo, dopo avere investito due cani, si è rivolto ai volontari della locale Sezione dell'Enpa chiedendo aiuto per soccorrere i due animali. "L'automobilista era affranto. Ci ha detto di aver visto i due animali all'improvviso sulla carreggiata della strada che collega Ragusa a Chiaramonte e di aver tentato in tutti i modi di evitarli, senza però riuscirci - racconta Antonio Tringali, presidente della locale sezione dell'Enpa -. Fermata la vettura, ha cercato di sincerarsi delle loro condizioni ma i due cani, terrorizzati, erano fuggiti via." Scrupolosamente, l'uomo ha percorso di nuovo il tratto di strada sul quale era avvenuto l'incidente; di cani però ce n'era solo uno, una femmina di meticcio, uscita indenne dall'impatto con l'autovettura. Dell'altro, un meticcio di grossa taglia, ancora nessuna traccia. "Il nostro intervento - prosegue Tringali - ha richiesto più tempo del previsto. Prima di trovare il secondo cane, infatti, abbiamo dovuto fare delle ricerche molto approfondite finchè non lo abbiamo trovato, dopo qualche ora, che se ne stava rannicchiato in un campo. Aveva una vistosa ferita all'anca sinistra". Messo in sicurezza, il cane è stato immediatamente trasferito presso un ambulatorio veterinario. Dalle verifiche è risultato che entrambi i cani erano di proprietà ma solo uno - la femmina di meticcio - era regolarmente microchippata. Il loro proprietario è stato sanzionato per omessa custodia e mancata iscrizione all'anagrafe canina.
(20 settembre 2010)

RAGUSA. APPELLO DELL'ENPA: "STOP ALLE NOSTRE ATTIVITÀ SE LE AUTORITÀ LOCALI NON COLLABORANO"
Uno stop alle quotidiane attività di tutela e di prevenzione dei reati contro gli animali. Lo ipotizza il presidente della Sezione Enpa di Ragusa, Antonio Tringali, che denuncia una inspiegabile mancanza di collaborazione da parte delle autorità locali; mancanza che rischia di esporre le Guardie Zoofile Enpa a gravissimi pericoli per la loro incolumità e sicurezza. Nell'ottobre scorso la Protezione Animali di Ragusa ha stipulato con il Sindaco della città siciliana una convenzione per monitorare lo stato di tutela degli animali nelle campagne ma senza il concreto e positivo supporto delle autorità locali, i volontari dell'Enpa potrebbero non essere più in grado di rispettare i termini dell'accordo. "A Ragusa esiste un'emergenza animali, e non mi riferisco soltanto al randagismo - spiega Tringali -. Non più tardi di ieri è stato trovato il corpo senza vita di un cane che si sospetta essere stato impiegato per i combattimenti clandestini". "Ma alle sollecitazioni del Sindaco, che ci chiede di intervenire per reprimere situazioni di questo tipo - prosegue il presidente dell'Enpa di Ragusa - dovrò rispondere che l'isolamento in cui ci hanno costretto le autorità locali non ci consente di svolgere fino in fondo i nostri compiti istituzionali". L'allarme del presidente dell'Enpa di Ragusa segue di pochi giorni l'aggressione di cui è stato vittima il Capo Nucleo delle Guardie Zoofile di Acqui Terme Piero Rapetti, aggredito e malmenato da un uomo mentre controllava lo stato di detenzione di alcuni cani in un casolare dell'Alessandrino. Ma, soprattutto, viene lanciato a tre mesi di distanza dai tragici fatti di Genova dove due Guardie Zoofile appartenenti ad altra associazione sono state uccise da un uomo mentre gli notificavano una denuncia per maltrattamento di animali. "Oltre all'ordinaria amministrazione - aggiunge Tringali - le nostre Guardie Zoofile si trovano a gestire situazioni estremamente delicate, in cui sono spesso implicati personaggi della malavita; è il caso, ad esempio, del giro delle corse clandestine, dei combattimenti tra cani o delle scommesse illegali. Il mio timore è che, senza il supporto delle autorità locali quanto accaduto a Genova e Alessandria potrebbe di ripetersi anche a Ragusa".
(2 settembre 2010)

2° CORSO REGIONALE DI FORMAZIONE ASPIRANTI GUARDIE ZOOFILE ENPA
Se ami gli animali e vuoi aiutarli concretamente unisciti alla grande famiglia E.N.P.A. fai volontariato qualificato e puoi diventare una Guardia Zoofila.

Corso di formazione Guardie Zoofile
(quota di iscrizione &Euro; 25.00)
Le sere del 21 e del 23 Settembre saranno dedicate alle iscrizioni e alla compilazione dei test, nel mentre è comunque possibile iscriversi scaricando il modulo ed allegando la ricevuta di pagamento della quota di iscrizione ed eventualmente anche quella di iscrizione socio accompagnata dall'apposito modulo.

IL VERSAMENTO DELLA QUOTA DI ISCRIZIONE ED ASSOCIATIVA PUÒ ESSERE EFFETTUATO TRAMITE:
  • Bonifico sul conto corrente bancario numero (IBAN) IT 48 C 08969 26100 000000000169;
  • Vaglia Postale indirizzato alla Sezione Provinciale di Catania, via Gallinaro n. 18, 95021 Acicastello (CT);
  • Assegno non trasferibile intestato alla Sezione Provinciale ENPA di Catania;
  • Versamento al responsabile/incaricato dell'ENPA.
Il corso inizierà il 28 Settembre 2010 alle ore 20.00 in due lezioni teoriche e pratiche settimanali per la durata complessiva di 78 ore nei giorni di martedì e giovedì presso "Villa Fortuna" via Lungomare Ciclopi n.139 Acitrezza-Acicastello. Verrà studiata la legislazione inerente gli animali d'affezione e da reddito, l'ambiente, la fauna selvatica e le problematiche legate al randagismo, la caccia, la pesca, gli allevamenti, il commercio, il trasporto animali e il maltrattamento degli animali. Inoltre, saranno studiate le basi del soccorso zoofilo, nozioni di zoologia e pratiche d'intervento accompagnati da addetti già in servizio. Le lezioni saranno tenute da docenti interni ed esterni qualificati legati al mondo degli animali e del loro habitat.
È prevista una quota d'iscrizione di Euro 25,00 (non rimborsabile).
È obbligo essere Soci dell'Ente chi non dovesse esserlo può richiedere d'associarsi, di non essere in possesso di permessi di caccia e di pesca, di non praticare l'uccellagione e la vivisezione, di non esercitare alcuna attività che arrechi sofferenza agli animali e di non essere soci di associazioni che perseguono fini contrari a quelli dell'Enpa.
Al termine del corso si svolgeranno gli esami con commissari fuori sede e istituzionali, per il conseguimento dell'abilitazione come Guardia Zoofila E.N.P.A. l'unica abilitata dal Ministero dell'Interno con Decreto del Presidente della Repubblica su tutte le specie di animali ed alla connessa tutela della natura e dell'ambiente con compiti di prevenzione e repressione dei reati, degli illeciti amministrativi e delle infrazioni delle leggi e dei regolamenti generali e locali, relativi alla protezione degli animali ed alla difesa del patrimonio zootecnico, ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. del 31 marzo 1979.

Per le sole informazioni sul Corso di formazione Guardie zoofile tel. 3666037897
(24 agosto 2010)

Polpette avvelenate per cani e gatti.
Lo sterminio aumenta nel periodo estivo e durante la stagione venatoria
Bocconi avvelenati sono stati trovati ieri accanto un cassonetto per i rifiuti solidi urbani, sulla statale per Acireale in Viale della Fiera Franca al civico 23 a Capomulini. Il ritrovamento non è casuale, infatti, già da tempo erano state individuate altre esche della morte nella zona dell'Acese e molte sono state le segnalazioni di cittadini i quali denunciavano casi di intolleranza. Sul posto è intervenuta anche la Polizia municipale di Acireale, i bocconi avvelenati sono stati posti sotto sequestro e consegnati all'Istituto Zooprofilattico per le dovute analisi; si proseguirà con la notizia di reato ad opera di ignoti mentre già le indagini sarebbero univoche nel cercare in qualche condomino del complesso l'autore dell'opera culinaria, il quale ha ritenuto di potere risolvere in questo raccapricciante modo, i propri problemi con il mondo dei felini.
Troppi allarmi all'Enpa che, in occasione del periodo vacanziero ha ritenuto opportuno effettuare i propri servizi nel più assoluto anonimato al fine di scongiurare possibili omissioni e essere liberi nel territorio.
"I bocconi erano stati con cura sistemati di modo che potessero essere presi senza alcuna difficoltà e anche allineati con inquietante geometria" - ha dichiarato il presidente della sezione provinciale dell'Enpa, Cataldo Paradiso - "Fritti per renderli maggiormente gradevoli al gusto e piccoli per risultare facili nella presa". Sul posto era già stata, in passato, individuata una colonia felina e da controlli adesso effettuati, il numero dei gatti si è assottigliato notevolmente, rendendo possibile, pur non avendo recuperato carcasse, pensare la fine che possano avere fatto. Mentre nell'intera zona sono stati segnalati dieci casi di avvelenamento accertati, nell'intera area etnea i casi salgono ad un centinaio di cui accertati venti. Forse i destinatari iniziali saranno anche i soli gatti ma alla fine questa strage in tutta l'isola coinvolge anche colombe, cani, passerotti, gazze e qualunque altra specie che malauguratamente si dovesse trovare sul posto.
Negli scorsi giorni il personale Enpa si è trovato alle prese con bocconi sparsi lungo una nota e affollatissima via della città etnea, tra le tante vittime animali, anche cani di proprietà e, di loro, uno soltanto è riuscito a farcela. Ma la zona vincitrice rimane quella di Pedara dove, gli animali vengono trovati morti a gruppi interi. "Andando indietro nei mesi - conclude Paradiso - una vera e propria mattanza avviene durante la stagione venatoria dove alla fine ne fanno le spese sia i cani dei cacciatori, che i randagi e finanche gatti e vari altri ancora e a nulla sono valsi gli appelli di ridurre l'attività venatoria laddove fossero stati riscontrati in crescente numero, fatti di avvelenamenti".
Dalle colonie feline al randagismo, dalla caccia alle diatribe tra vicini, fatto è che questo assurdo fenomeno non accenna a moderare le statistiche ma si vede sempre in crescente aumento assumendo proporzioni allarmanti.
Bocconi avvelenati agli angoli delle strade, tra l'erba dei parchi, giardini o campagne, vicino ai cassonetti dei rifiuti o lanciati all'interno delle proprietà private. La preoccupazione inoltre tocca nello specifico anche l'uomo in quanto nei giardini ci si sdraia o i bambini vi giocano e se il veleno fosse messo anche laddove ci dovessero essere colture, finirebbe anche nelle nostre tavole. Chi adopera questi mezzi per liberarsi degli animali ingombranti o del vicino tanto odiato, non pensa, agisce da folle e alla fine oltre agli animali innocenti ci cadranno anche gli umani. Forse solo allora si comincerà a dare il giusto valore ad un fenomeno che così come tanti altri dimostra solo che le vere bestie siamo solo noi.
(21 agosto 2010)

L'Enpa salva tre cani, un gregge e un uomo abbandonato dalle Istituzioni
Anche le persone possono subire un abbandono e per loro non vi è possibilità di giustizia se, il caso non ci mette lo zampino, e da qui alla storia fantastica che stiamo per raccontarvi successa oggi.
È arrivata, in sede una segnalazione sulle condizioni precarie nelle quali versava un cane, malato e denutrito, di proprietà di un uomo che viveva da barbone e che lasciava il cane senza cibo nè acqua e legato sotto al sole cocente estivo. Immediatamente la sede ha attivato i propri volontari, ordinando un immediato sopralluogo che si è concluso con incredibile meraviglia davanti all'ingresso della base Americana di Sigonella, dove, si è accampato un uomo che teneva ben tre cani tutti con presunta rogna e dermatite da pulci arrivata ad uno stadio d'infiammazione inimmaginabile tanto da avere trasformato uno di questi animali in un cane di colore rosa (praticamente il solo derma) inoltre denutriti, 6 capre e due agnellini in condizioni assolutamente estenuanti e non consone a chicchessia. Gli animali erano tutti legati con pochi centimetri di corda e tutti privi di acqua e sotto al sole cocente. Limitrofa alla zona di detenzione degli animali un grande canale di quelli usati per lo scolo delle acque e capovolto a formare una tenda con dentro una serie di coperte.
Da qui si sarebbe dovuto nell'immediatezza attivare le Guardie zoofile e procedere al sequestro e alla ovvia denuncia per l'uomo non ancora identificato, di abbandono di animale ai sensi dell'art. 727 del c.p., ma, qualcosa ha fermato il processo e qualcuno ne ha confermato il motivo. Infatti, sembrava la scena di un film horror ma era troppo per chiunque se si pensa che tutto questo avveniva esattamente all'ingresso della base militare statunitense e sotto gli occhi della popolazione d'oltre oceano. Si è cercato quindi di capire cosa stesse succedendo. Si scopre così che si tratta di un uomo molto anziano che non si sposta mai dal sito e al quale gli stessi americani, che devono avere pensato che in Italia una cosa simile sia ammessa, si preoccupavano di dare cibo e acqua per lui e per gli animali stessi e che questo signore era convinto che gli alieni gli rubassero gli animali e per questo li legava e dormiva con loro.
Assolutamente inverosimile ma si cominciava ad avere un quadro della persona che inequivocabilmente e dato lo stile di vita, doveva di certo avere dei disturbi. Tra il personale E.N.P.A. era presente l'esperta psicologa nonchè Guardia zoofila E.N.P.A. Caterina Vaccari la quale ha posto da subito la stranezza della situazione riuscendo ad individuare senza ombra di dubbio l'unica verità possibile occorsa, l'uomo era mentalmente disturbato. A questo punto E.N.P.A. oltre che a doversi occupare degli animali ha deciso di fare un servizio completo attivando immediatamente il Comando della Polizia Municipale di Belpasso, L'ASP3 servizio veterinario di Paternò e servizi sociali di Belpasso da qui si è messa in movimento la macchina dei soccorsi e arrivati quest'ultimi sul posto ad opera del tenente G. Valenti è stato trovato anche l'uomo stesso il quale senza documenti si è identificato verbalmente e da questo è uscito fuori che già 10 anni fa era stata fatta la segnalazione ai servizi sociali e da quest'ultimi non si sa come mai, dimenticata. L'uomo di ben 80 anni, viveva in quel posto e in quelle condizioni precarie e igienicamente compromesse, sotto gli occhi degli americani da ben 16 anni ed era convinto che fossero gli alieni a rubargli gli animali, perchè erano gli stessi militari e i loro famigliari che di tanto in tanto adottavano quanto un cane quanto l'altro, oltre che a dare da che sopravvivere a quegli esseri viventi. Gli animali stessi non erano di sua specifica proprietà, bensì li raccoglieva dalla strada ed insieme tutti quanti condividevano la disgrazia di essere venuti al mondo, bevendo e cibandosi con quello che capitava e dormendo insieme. Al momento della prima ispezione l'uomo non era presente perchè era andato a comprare un ciuccio per l'agnellino da qui, altra consapevolezza, a modo suo amava gli animali e sempre a modo suo li levava dalle strade cercando di alleviare le loro sofferenze e non rendendosi completamente conto di recarne di maggiori.
Gli animali sono stati tutti anagraficamente registrati, al gregge sono state fatte le analisi al sangue grazie al Veterinario Dott. F. Lo Giudice dell'ASP3 di Paternò, al fine di capire se possono essere introdotte nel gregge di una masseria resasi immediatamente disponibile ad accoglierle, i cani sono stati trasportati al canile e lì saranno sottoposti alle dovute cure e dovuto cibo ed infine quest'uomo di 80 anni abbandonato dalla sua famiglia e dallo Stato Italiano sarà assistito e reinserito in seno alla società per quanto ancora la vita gli concederà il Tempo.
(20 luglio 2010)

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CACCIA. IL TAR DI PALERMO HA SOSPESO IL CALENDARIO VENATORIO 2010/2011 IN SICILIA
Su ricorso presentato dalle associazioni Legambiente Sicilia e Man, il Tar di Palermo ha sospeso in Sicilia il calendario venatorio 2010/20011 e il piano regionale faunistico-venatorio 2006/2001. È quanto ha reso noto la Sezione Enpa di Catania che ha così commentato il provvedimento: "Ancora una volta la giustizia amministrativa scende in campo per assicurare il rispetto delle normative nazionali ed europee in materia di attività venatoria. Non possiamo che condividere questo provvedimento, così importante per la tutela della ricca e al contempo minacciata fauna selvatica dell'isola".
(20 luglio 2010)

Inchiesta appalti a Catania, alcune delle persone arrestate sono le stesse che hanno gestito per anni il problema randagismo a Catania.
Intervento del Presidente della Sezione Provinciale Enpa di Catania, Cataldo Paradiso.

Con i recenti fatti occorsi a Catania che hanno visto in seno all'inchiesta appalti, indagati e arrestati numerosi funzionari, dirigenti e politici nei giorni scorsi nella provincia etnea, mi sento in obbligo sottolineare che quanto accaduto esula dalle mie più ottimistiche aspettative, in quanto già in passato contemplato e denunciato, l'operato poco consono dell'allora Assessore Zappalà il quale più volte sollecitato dall'Ente di cui io mi onoro di essere il responsabile provinciale di Catania, ad intervenire a favore degli animali e dell'annoso problema randagismo ha, ignorato le richieste di sollecitudine ottemperando invece, nonostante una delibera che espressamente indicava Enpa come destinataria del progetto di sterilizzazione, un accordo dato al ribasso con altra associazione animalista che non possedeva i requisiti ed alla quale è stato affidato addirittura il servizio di primo soccorso, così ha disatteso interamente sia nello spirito che fattivamente all'impegno assunto non riuscendo comunque ad arginare il problema, ma, implicitamente sottolineando come può una sola persona decidere sul tutto. Più volte negli anni anche postumi ai fatti appena citati, si è cercato di attenzionare i problemi degli animali lasciati agonizzanti nelle strade, di randagi che non venivano recuperati, di colonie feline malate, di interi quartieri in cui i cani sparivano e di altri quartieri, più popolari per la precisione, nei quali incredibilmente apparivano enormi quantità di cani così improvvisamente. Poi di tanto in tanto qualche dato numerico di cani sterilizzati e poi spariti nel nulla. Nel 2006 Enpa a seguito di gravi inadempienze nei confronti degli animali vaganti, aveva denunciato alla Procura della Repubblica il Comune di Catania e richiesto agli Enti preposti il Commissariamento ad Acta del Comune, nel frattempo l'Assessore ora in arresto Zappalà chiedeva ai canili del nord Italia di essere solidali e di prendere loro i nostri randagi. Sempre al solo fine di non pagare quanto invece è stato stabilito per legge e nel mentre i canili della provincia etnea affogavano nelle spese di mantenimento dei cani, senza essere pagati. Si doveva prima pensare alle persone, certo, ovvio ai più deboli e alle classi indifese. Ma allo scenario di chi non si occupa degli animali, adesso si è aggiunto quello che sono state sfruttate anche le persone. Su tutti i più deboli, sugli sfortunati e malati ecco su chi si è speculato. Ecco allora che il quadro è completo e dà luce totale su chi e cosa ci governa.
Quante denunce in questi anni e quante sconfitte, delusioni su come una classe politica potesse farla in barba alle stesse leggi. Ed ancora oggi, sono ancora i servizi sociali e non specialisti nel settore, che continuano a gestire il randagismo con risultati che sono sotto gli occhi di tutti e sulle spalle degli animali.
Acicastello, 17 luglio 2010.

Segue Lettera aperta del 19 settembre 2007.

Consegnati gli Attestati di Benemerenza
A seguito di quanti sono occorsi in aiuto alle popolazioni e animali colpiti dall'alluvione del Messinese del 1 ottobre 2009, sono state consegnate le benemerenze a coloro che hanno prontamente e nel tempo messo a disposizione risorse, mezzi e forza lavoro al fine di alleviare quanto più possibile, i disagi che hanno visto nella popolazione afflitta, fonti di maggiore necessità.
Tra i destinatari degli attestati, l'E.N.P.A. ha maggiormente ringraziato la ditta Agrifarm di Mili marina (ME) e il Mangimificio Leone di Aci S. Antonio (CT) le quali hanno rinforzato le riserve dell'Enpa e reso possibile un'immediato soccorso alimentare a tutti gli animali colpiti dal disastro.
Nella giornata del 06-07-2010 la Guardia zoofila Caterina Vaccari, il Consigliere Enpa della Sez. prov. di Catania Stefania Raineri e la O.V.Z. Enpa Luana Currò hanno, in rappresentanza dell'E.N.P.A.consegnnato gli attestati al Sig Greco e ai Sig. Leone ricordando la solidarietà e pronta disponibilità mostrata nell'avere fattivamente alleviato le sofferenze degli animali.
(6 luglio 2010)

Acquedolci (ME): È iniziata la sterilizzazione dei cani randagi.
ENPA: L'augurio è di estendere quest'opera al resto della regione.
Nella giornata del 24 Giugno, sono cominciate le sterilizzazioni dei cani randagi sul territorio di Acquedolci (Me) fortemente volute dal Sindaco Avv. Ciro Gallo e dalla stessa popolazione. L'Enpa di Catania era stata informata da soci del posto, circa le numerose segnalazioni ed esposti di abitanti del luogo che lamentavano la presenza di numerosi cani vaganti nel centro abitato ed il rischio di ripercussioni sugli stessi animali vaganti nel territorio. In quella occasione e nei successivi accertamenti, le Guardie Zoofile dell'Enpa, i Volontari ed appartenenti alla locale Polizia Municipale hanno posto in evidenza i luoghi e la densità di popolazione dei randagi, raccolte testimonianze su atti di intolleranze e anche su crudeltà commesse da cert'uni. Nella prima fase l'Enpa ha posto come inequivocabile dato di fatto che, i randagi se non pericolosi o feriti dovessero restare sul territorio e recuperati per essere sterilizzati ed iscritti all'Anagrafe canina. Secondo quando previsto dalla legge. Nelle successive ispezioni l'Ente protezionistico è stato invitato dallo stesso Comandante della locale Polizia Municipale Giovanni Magrì e dal responsabile dell'Anagrafe Canina del Servizio Veterinario ASP5 di Messina distretto di Sant'Agata di Militello Dott. Ravì, i quali, spinti dalla propria volontà e dalla stessa del Sindaco di Acquedolci, hanno prospettato ed ottenuto la stipula di un protocollo d'intesa con Enpa, la quale si è impegnata a collaborare con il comune per realizzare quello che alla fine è diventato il modello perfetto di interazione tra organi pubblici e privati, atti a stabilire la comune convivenza tra uomo e animale senza che nessuna delle due parti debba per nessun motivo pagarne lo scotto.
"Già durante le operazioni di soccorso per l'emergenza alluvione di Messina noi Enpa avevamo capito che la Provincia del Messinese era molto attenta ai problemi degli animali" - ha dichiarato il Presidente dell'Enpa di Catania Cataldo Paradiso - "in quell'occasione abbiamo collaborato con l'ASP di Messina con ottimi risultati riscontrando in modo inequivocabile l'abnegazione e la professionalità con cui si muovono gli interessati. Ridurre la popolazione canina nel territorio regionale la si può ottenere solo con la dovuta campagna di sterilizzazione e non commettendo crudeltà nei confronti degli animali che tra l'altro sono del tutto innocenti e non hanno nessuna cognizione sul perchè esistano. Ricordiamoci inoltre che per la stragrande maggioranza della popolazione, i cani sono esseri da rispettare e solo per pochi, invece sono bruti mostri da sterminare. Questa collaborazione altro non sancisce che, la certezza di volere perseguire le dovute soluzioni attraverso un'interazione vincente che speriamo di potere realizzare anche in altre parti della Sicilia".
Soddisfatto anche il Responsabile Regionale dell'Enpa Antonio Tringali il quale ha dichiarato che la Legge sul randagismo recepita dalla Regione Sicilia è senza alcun dubbio molto complessa anche se semplice nell'attuazione in quanto gli animali vengono lasciati nel territorio e non come in altre parti della Sicilia chiusi dentro i canili per il resto della loro vita. "Pensare agli animali come oggetti che danno fastidio e quindi che debbano essere rinchiusi in gabbie già dalla nascita e fino alla morte è realmente triste da vedere in una Nazione così evoluta e attenta come l'Italia" - conclude Tringali - "la Regione Sicilia con i dovuti accorgimenti e attuando seriamente quanto stabilito dalla Legge, altro non otterrà che l'indiscutibile reputazione di popolo realmente evoluto, ma se dovessero invece essere lasciati a se stessi, gli animali randagi possono solo alimentare rabbia e paura nei cittadini timorosi o che non amano affatto gli animali".
(28 giugno 2010)

I RIFIUTI UCCIDONO. A RAGUSA TROVATA SENZA VITA TARTATURGA CARETTA CARETTA
Un esemplare di tartaruga Caretta Caretta è stato trovato privo di vita dalle Guardie Zoofile dell'Enpa di Ragusa sulla spiaggia di Caucana, a Marina di Ragusa. Secondo i volontari Enpa, a giudicare dal peso di appena 20 kg e dal carapace di 40 cm, si tratta quasi sicuramente di un animale di giovane età deceduto alcune ore prima del ritrovamento. «Siamo intervenuti subito dopo aver ricevuto la segnalazione - dice Antonio Tringali, presidente della Sezione Enpa di Ragusa -. Ci avevano informato che la tartaruga era in difficoltà e non ci saremmo mai aspettati di doverne registrare, impotenti, la morte. Eravamo sinceramente convinti di poter salvare l'animale e di restituire al mare uno dei suoi abitanti a maggior rischio d'estinzione». Ancore incerte le cause che hanno provocato il decesso della Caretta Caretta anche se il principale indiziato sembra essere l'attività antropica. «In genere - spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell'Enpa - le morti di questi animali sono dovute all'ingestione di rifiuti, all'inquinamento marino oppure ai dispositivi di pesca, ami, lenze e reti. Ma su questo punto farà luce l'esame necroscopico. Le Guardie Zoofile Enpa di Ragusa hanno infatti consegnato il corpo della tartaruga agli uomini della Capitaneria di Porto affinchè lo affidassero all'istituto zooprofilattico per tutte le analisi di rito». «Episodi di questo tipo - conclude Ferri - dimostrano ancora una volta quanto sia importante e necessario educare a una corretta gestione del mare. Ed è proprio per questo motivo che l'Enpa ha promosso e organizzato la campagna "Salviamo il mare", con l'auspicio che nessun animale marino abbia più a patire per l'ignoranza e la negligenza dell'uomo».
(22 giugno 2010)

Ecco come aiutarli ma ricordate che sono Liberi
Arriva la bella stagione e con essa i tanti avvistamenti di nidi o nidiacei ( piccoli d'uccello) finiti a terra alla mercè dell'uomo e dei vari predatori. Almeno così riteniamo noi uomini che presi dalla tenerezza che ci ispirano i pennuti vorremmo a tutti i costi prestar loro aiuto ma, che il più delle volte si rivela del tutto dannoso ai volatili.
Cosa fare dunque per soccorrere senza recare danno? Bene! Prime nozioni di soccorso zoofilo alla Fauna selvatica. Non date mai per scontato che se un piccolo di uccello finisce a terra debba essersi perso o caduto dal nido semplicemente perchè, alcune specie spontaneamente abbandonano il nido quando ancora non sono capaci di volare e non sono stati sufficientemente svezzati dai loro genitori ma, da quest'ultimi comunque seguiti "a distanza" e ugualmente nutriti. Per essere certi che il piccolo non corra rischi provate a sentire i richiami che tra loro si scambiano e se sono messi in punti pericolosi come la strada, potete prenderli e spostarli in posti più riparati ma sempre a distanze inferiori ai dieci, quindici metri dal rinvenimento e mai oltre. Non seguire queste indicazioni, interferendo con il normale evolversi dei tempi e delle specie, significherebbe una netta condanna dell'uccello e comunque un'ingiustificato allontanamento dai suoi genitori.
Altre circostanze del ritrovamento potrebbero essere: trovare dei piccoli senza penne (nudi) e con ancora gli occhietti chiusi. Bene questa è invece la situazione che richiede il pronto intervento dell'uomo, il quale prima deve accertare se nelle vicinanze vi è il nido e a quel punto con estrema cura e delicatezza, deve prendere il piccolo e fare in modo di riporlo dentro. Qualora aveste difficoltà, chiamate il Corpo della Forestale, i Vigili del Fuoco o comunque un organo competente come E.N.P.A. o i Centri recupero fauna selvatica.
Se i piccoli sono nudi con gli occhi ancora chiusi e nelle vicinanze non vi è traccia del nido (poco probabile), oppure sono evidentemente feriti o sofferenti allora è necessario prendere il volatile ed effettuare il salvataggio. Per fare ciò, mai usare gabbie in quanto potrebbero procurarsi gravi lesioni ed evitare posti rumorosi o affollati, ma, metterli dentro una scatola come quella delle scarpe, con coperchio appositamente bucherellato, al fine di produrre il buio che provvede ad infondere tranquillità al piccolo. Fatto ciò bisogna nell'immediatezza portare l'uccello al più vicino Centro recupero Fauna Selvatica, unici realmente in grado di sostituirsi fattivamente ai genitori e svezzarli con la precisa volontà di metterlo in libertà appena ne sarà pronto. Lo stesso iter è da seguire anche se si dovesse trattare di un uccello ferito o visibilmente sofferente. Rimane invariata l'indicazione del Corpo della Forestale, unico organo dello Stato competente in materia.
Per quanto riguarda le rondini e i rondoni, bisogna procedere da subito a prenderli in quanto questa specie è incapace di alimentarsi a terra o comunque di vivere sul suolo ivi incapaci di spiccare il volo. Quindi in questo caso, anche la presenza dei genitori sarebbe inutile in quanto non riuscirebbero ad alimentarli. Se ci riusciste ad individuare il nido fate in modo di farceli tornare (molto difficile) altrimenti seguite le stesse indicazioni espresse in questo scritto.
Se malauguratamente non poteste arrivare in tempi rapidi nei posti indicati, sarà necessario alimentarli, quindi, procuratevi della carne o omogeneizzati oppure camule sia della farina che del miele (reperibile nei negozi per la pesca) e a seconda delle dimensioni capirete se a piccoli bocconi è capace di ingurgitare o se fosse necessario optare per l'omogeneizzato, ogni ora per uccelli dalle dimensioni come quelle del passero, ogni due ore per uccelli dalle dimensioni a quelle del merlo. L'acqua è accetta. Non date assolutamente alimenti facilmente reperibili in casa come ad esempio pane, pasta o latte, gli procurereste gravi indigestioni. Ricordate che non appena vi è possibile comunicare con le forze dell'ordine, dovete immediatamente avvertire. Non farlo equivale al compiere un reato in quanto trattasi di fauna selvatica, quindi, patrimonio indisponibile dello Stato e chiunque ve ne si appropriasse commetterebbe reato contro lo Stato stesso.
Gli uccelli vivono nell'aria che di per sè è priva di caos, noi con loro non abbiamo niente in comune, quindi non dobbiamo cercare di appropriarcene e non solo per il reato che si commetterebbe ma, anche per il rispetto dovuto a questi esseri.
Aiutateli senza nessun interesse personale ma, per il solo spirito d'amore e solidarietà.
(13 giugno 2010)

PARTINICO, BIMBO AZZANNATO. L'ENPA: AVEVAMO LANCIATO L'ALLARME, L'AMMINISTRAZIONE CONOSCEVA I RISCHI
In merito all'aggressione subita a Partinico da un bimbo di due anni, a opera di un cane randagio, il Presidente Nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha dichiarato quanto segue.
"Siamo addolorati per quanto è successo al bimbo di Partinico e speriamo in una rapida e completa guarigione del piccolo. Anche in questo caso, tuttavia, le responsabilità e le colpevoli superficialità sono evidenti: c'è una preoccupante sottovalutazione del fenomeno del randagismo da parte di molti amministratori locali. Evidentemente i fatti di Scicli e di Modica non hanno insegnato niente. In questo caso, in particolare, la sottovalutazione è ancora più evidente: per ben due volte il presidente della Sezione Enpa di Partinico, Giuseppe Marinaro, accompagnato dall'ispettore regionale delle Guardie Zoofile Enpa per la Sicilia, Oliviero Giuca, hanno incontrato nel corso del 2010 (per la precisione a marzo e ad aprile) l'assessore comunale competente invitando l'ente locale ad affrontare in maniera organica il problema del randagismo e offrendo la collaborazione e la competenza di Enpa. Quegli incontri non hanno avuto alcuna concreta conseguenza, alcuna risposta da parte dell'amministrazione. L'esito è quello di oggi e a pagare le conseguenze di questa sottovalutazione del problema è di nuovo un bambino".
Va ricordato ancora una volta che le norme attribuiscono ai sindaci le responsabilità in materia di randagismo e che il fenomeno dei cani vaganti può e deve essere risolto in maniera efficace.
(9 giugno 2010)

ACICASTELLO: BRANCO DI CANI ASSALTA UN GREGGE DI PECORE.
Il bilancio è di una ventina di pecore uccise e di una decina ferite, quanto successo questa notte a pochi passi dal centro urbano di Acicastello in seguito alla scorribanda di un branco di cani vaganti nel territorio.
Si alimentano così le statistiche negative del Comune castellese, il quale oltre alle numerose lamentele della cittadinanza, ha visto segnalato più volte anche da questa sede provinciale, lo stato allarmante del randagismo della zona. Non si conosce ancora se l'allevatore proprietario delle pecore fosse in regola e se i controlli sanitari fossero regolarmente eseguiti, sta di fatto che gli allevamenti abusivi nella zona sono molti e proprio pochi giorni fa il Nucleo Guardie Zoofile dell'Enpa ha presentato una notizia di reato alla Procura della Repubblica per un allevamento di animali da cortile non autorizzato in precarie condizioni igienico sanitarie, situato nella stessa via XXI Aprile a poca distanza dal gregge assalito. Ma non è tutto, appena una settimana fa, nella frazione di Ficarazzi, un operatore ecologico, mentre svolgeva regolarmente il suo lavoro è stato morsicato da un cane randagio e l'animale è ancora vagante nel territorio. Si coglie l'occasione di questa sfortunata vicenda per sottolineare che, in tale come in altre parti dell'isola, molti allevamenti sono improvvisati e gli animali da reddito potrebbe succedere che finiscano nelle tavole senza garanzia alcuna di sicurezza, mettendo così a rischio la popolazione, la quale, oltre a dover temere i branchi, corre anche il rischio di malattie da trasmissione. Si invita quindi, il Comune di Acicastello e non solo, di concerto con il Servizio Veterinario dell'Asp ad effettuare i controlli sul territorio al fine preventivo e repressivo secondo le normative vigenti.
(6 giugno 2010)

GUARDIE ZOOFILE ENPA SVENTANO "SCICLI BIS": SEQUESTRATI 20 CANI IN CANILE "FAI DA TE"
"La storia ha rischiato di ripetersi. Abbiamo disinnescato una situazione esplosiva, molto simile a quella verificatasi più di un anno fa nella zona di Scicli". Queste le parole con cui Antonio Tringali - presidente della Sezione Enpa di Ragusa - ha commentano l'operazione con cui le Guardie Zoofile della Protezione Animali hanno sequestrato 20 cani, detenuti in pessime condizioni igienico sanitarie all'interno di un piccolo appezzamento del Comune di Giarratana (Ragusa). Simile più a una discarica che a un fondo agricolo - ovunque erano sparsi materiali di risulta, rifiuti, persino la carcassa di una vecchia "Panda" e pericolosissimi laminati di eternit - il terreno era stato trasformato in un canile improvvisato: pochissime le ciotole per l'acqua, molte delle quali completamente a secco, inesistenti quelle per il cibo. Fatiscente e bucata in più parti, la recinzione metallica (confinante con una strada di pubblico accesso) permetteva agli animali di uscire ed entrare liberamente dalla proprietà. Un vero e proprio "rifugio fai da te", dunque, proprio come quello in cui erano tenuti i cani di Scicli; questa volta, fortunatamente, l'epilogo è stato molto diverso. Al loro arrivo, le Guardie Zoofile Enpa e il veterinario dell'Asp hanno accertato la presenza di 20 cani, tra cui 16 adulti, 1 cucciolo di tre mesi e 3 neonati di quindici giorni; all'appello ne mancavano sette ma il proprietario non ha saputo motivarne l'assenza. Due animali, un cocker e un pitbull sono stati trovati in condizioni di salute così gravi da richiedere immediate cure veterinarie mentre altri 10 erano legati a una catena talmente corta da impedire i più naturali movimenti. Tutti i cani presenti nella proprietà sono stati posti sotto sequestro. "Fame e sete non erano gli unici fattori di rischio - ha aggiunto il presidente Tringali -. Tra questi anche la presenza dei cuccioli e delle loro madri, aggressive per istinto materno, nei confronti degli estranei. Siamo intervenuti appena in tempo: il terreno si trova in una zona frequentata e non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se per un qualunque caso un passante, entrando in contatto con gli animali, avesse innescato anche involontariamente reazioni pericolose". "Ringrazio l'autorità giudiziaria e tutte le istituzioni che hanno permesso alle nostre Guardie Zoofile di portare avanti una così efficace opera di prevenzione - ha commentato Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa -. È motivo di conforto sapere che finalmente si stanno compiendo gli auspicati progressi in materia di lotta al randagismo e maltrattamento di animali".
(3 giugno 2010)

LETTERA AL SINDACO DI SAN GREGORIO

AL SINDACO DEL COMUNE DI SAN GREGORIO
e, per conoscenza:
AL COMANDO CARABINIERI DI SAN GREGORIO
AL COMANDO POLIZIA MUNICIPALE DI SAN GREGORIO
AL DIRETTORE GENERALE ASP DI CATANIA
ALL'UFFICIO ANIMALI DELLA PROVINCIA REGIONALE DI CATANIA
ALLE REDAZIONI DEI MEDIA LOCALI LORO SEDI

OGGETTO: - Il Comune di S. Gregorio non recupera uno Yorkshire, il cane muore investito da un'auto e la sua carcassa è in strada da giorni.

Durante un normale controllo del territorio personale un volontario appartenente a questo Ente, nella mattinata di domenica 23 Maggio u.s., ha avvistato un cane che con fare confuso si aggirava per l'affollatissima Via Morgioni di S. Gregorio di Catania all'altezza di Piazza Immacolata.
Gli operatori dell'Enpa hanno cercato di avvicinare l'animale al fine di identificarlo attraverso la lettura del microchip per chiarire se l'animale fosse stato abbandonato, smarrito o da considerarsi vagante. Per la prima ipotesi sarebbe scattata la denuncia per "Abbandono di Animali", per la seconda si sarebbe avuta la certezza di un lieto fine tra le braccia amorevoli del proprietario mentre, per la terza dato il modo incerto e confuso del cane sarebbe stato necessario il recupero in quanto in evidente stato confusionale, quindi, nell'impossibilità di vivere allo stato vagante e destinato a morte certa. A nulla sono serviti i vari tentativi messi in atto al fine dell'identificazione da parte del personale Enpa. Il cane di razza Yorkshire non si faceva prendere, indi, data la legge 281/91 e la legge regionale 15/2000 finanche le ultime linee guida della Provincia Regionale di Catania è stato necessario allertare i soccorsi attraverso il Comune di pertinenza facendo intervenire la Polizia Municipale del posto al fine di accertare il recupero e successivamente predisporre chi preposto per dovute competenze ma, malgrado fosse stata allertata per tempo, la stessa Polizia Municipale non ha agito secondo quanto previsto dalla legge ma ha temporeggiato fin quando il cane non si è spostato nei limiti territoriali del Comune di Valverde giustificando a quel punto, ai volontari dell'Enpa, l'impossibilità dell'intervento in quanto non più di loro competenza.
Nella giornata di Giovedì 27 Maggio una nostra volontaria è stata allertata in merito alla presenza di un cane Yorkshire che si aggirava nella zona già menzionata con fare incerto e confuso e dati i fatti sarebbe stato il caso di aiutarlo in quanto più volte aveva scampato la morte per opera di ignari automobilisti.
Dopo varie ricerche si è addivenuti nella mattinata del giorno seguente al rinvenimento della carcassa del cane in questione, investito da un'auto nella stessa via segnalata sia dagli abitanti che dalla stessa pattuglia nella giornata di domenica. Questa è senza alcun dubbio una morte che si sarebbe potuta evitare solo se chi di dovere si fosse adoperato nel dovuto modo e non adducendo limiti di territorialità in quanto il cane ancora in vita si spostava nell'ambito del territorio Comunale di San Gregorio di Catania e solo poche volte attraversava finendo nella via Alessandro Volta la cui via è, in un verso del marciapiede del Comune di S. Gregorio mentre dall'altra parte del marciapiede del Comune di Valverde. Ma rimane comunque il fatto che tutte le segnalazioni e l'accertamento hanno individuato nel Comune di San Gregorio, il posto dove era accertata la presenza costante del cane, nè si potrebbe mai immaginare la scena comica dei rispettivi Comuni che a fasi alterne avrebbero accertato la pertinenza e dopo pochi secondi il contrario. Insomma non solo i cani convivono con l'uomo e con i suoi malcostumi ma, devono fare i conti anche con i presunti limiti territoriali e stare ben attenti da quale parte del marciapiede corrono il rischio di farsi ammazzare. Il caso in questione è comunque lungi da tutto questo in quanto lo sfortunato animale è stato avvistato per 4 giorni consecutivi all'interno dei limiti territoriali di San Gregorio, pertanto, chiediamo alla S.V. di voler accertare le responsabilità, per i dovuti provvedimenti e per evitare il ripetersi di simili episodi, inoltre reiteriamo la richiesta già presentata nella mattinata di ieri per iscritto, di provvedere a disporre il recupero della carcassa dell'animale e lo smaltimento secondo le normative previste dal decreto legislativo 152/06.
In attesa di riscontro si porgono i saluti.
Acicastello, 29 maggio 2010

Il Presidente
Cataldo Paradiso


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Enpa saluta gli alunni di Catania e provincia con un caldo, "arrivederci".
Tra suggestive immagini e proficui dialoghi si conclude il primo ciclo di sensibilizzazione nelle scuole della provincia etnea.
Si è concluso oggi 21 Maggio 2010, il ciclo sulla legalità in cui, la sezione provinciale Enpa di Catania ha, durante tutto il periodo scolastico 2009-2010, coinvolto gli alunni delle scuole elementari della provincia etnea grazie al lavoro dei Volontari e delle Guardie Zoofile dell'Enpa di Catania.
Pertinenza del tema, ovviamente gli animali, in tutti i vari aspetti che li vedono sia con gli uomini che nei loro habitat naturali, necessaria differenza al fine di far conoscere e responsabilizzare i futuri uomini e donne ad una sana convivenza tra le specie, così come, oltre alla più ovvia detenzione di animali capaci di interazione con l'uomo è, stata fatta conoscere nel modo più congruo ed appropriato alle giovani menti, la legislazione a tutela rischi e reati e altresì le varie modalità di detenzione e mantenimento.
Sono stati trattati varie facce delle violenze agli animali, ovviamente rese meno cruente di quanto non siano nella realtà date le tenere età di chi ascoltava e in questo, ha contribuito l'opera specialistica della psicologa Dott.ssa Caterina Vaccari, Guardia Zoofila dell'Enpa. "Abbiamo concluso il primo ciclo di sensibilizzazione alle scuole, in modo realmente soddisfacente. - dichiara la Vaccari - I bambini hanno risposto al nostro appello positivamente e fanno bene sperare come futuri detentori del pianeta, dato che portare materie, in questa età, di grande interesse per loro, li ha resi particolarmente disposti ad una proficua interazione con il loro pianeta, in modo propositivo."
I diritti ora più che mai inalienabili, degli animali, sono stati posti attraverso giochi o conversazioni, nella visione di immagini commentate, visite ai centri di ricovero di animali d'affezione e ai centri recupero della fauna selvatica e a tratti, sono intervenuti i piccoli volontari Delfini Enpa o animali addestrati.
"Siamo veramente soddisfatti. - ha dichiarato il Presidente della sezione provinciale Enpa di Catania Cataldo Paradiso, - Il nostro lavoro sarà senza alcun dubbio ricompensato, in quanto il nostro vero scopo non sta solo nel cercare di informare ma, attraverso l'avvicinamento dei bambini al mondo faunistico, riuscire a spezzare la recrudescenza dei reati sugli animali che, ultimamente ha raggiunto livelli inaccettabili."
"Infatti, assunti alle ultime cronache, stanno i reati che proprio i minori sia per noia che per mente contorta, compiono sugli animali torturandoli, impiccandoli o dando loro fuoco."
"Bisogna necessariamente interagire con le giovani menti. - ultima Paradiso - Spesso i giovani compiono queste barbarie perchè nessuno gli ha mai detto che non si fanno e, attraverso questi mezzi, si creeranno bambini disposti a denunciare e di cui sono a conoscenza, qualunque altro giovane che pratica queste barbarie, in modo che, chi di dovere aiuti il minore ad affrontare il suo disagio in modo appropriato e ovviamente da parte nostra, al fine di interrompere questa catena di atrocità commessa sulla pelle degli animali.
Il prossimo anno scolastico, già prevede nuove sezioni di lavoro in altrettanti nuovi o già rodati, plessi scolastici della provincia di Catania."
(21 maggio 2010)

GUARDIE ZOOFILE UCCISE. L'ENPA: "UNA TRAGEDIA, SIAMO VICINI ALLE FAMIGLIE"
In un momento così tragico, l'Enpa esprime cordoglio alle famiglie della signora Paola Quartini e del signor Elvio Fichera, le guardie zoofile in servizio presso associazioni diverse da Enpa, uccise questa mattina a Sori, nel Levante genovese. "La tragedia che si è consumata questa mattina evidenzia, ancora una volta, quanto sia delicato e complesso il ruolo di Guardia Zoofila, svolto da personale volontario disposto a tutelare i diritti degli animali", ha dichiarato Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa. Un ruolo che richiede non soltanto dedizione e abnegazione ma, soprattutto, un percorso formativo serio e approfondito. Per la natura e la qualità dei compiti loro attribuiti è, infatti, indispensabile che le attività di controllo, repressione e denuncia di maltrattamenti contro gli animali siano svolte da persone competenti, in grado di gestire anche situazioni potenzialmente problematiche. "Ed è proprio per questi motivi - conclude il presidente dell'Enpa - che chiedo alle Istituzioni la massima collaborazione affinchè contribuiscano ad assicurare iter formativi altamente qualificanti e selettivi, che, se pure non bastano ad evitare episodi ingiustificati e inspiegabili, garantiscono tuttavia la massima competenza per la tutela delle persone nell'esercizio delle funzioni di Guardia Zoofila. Ma oggi, il mio pensiero va alle vittime di questa tragedia; il mio sincero ringraziamento va a tutte le Guardie che quotidianamente corrono rischi per difendere gli animali, che non possono difendersi da soli".
(12 maggio 2010)

Ambiente. Nuova Iniziativa dell'Enpa Catania: arrivano le Guardie Zoofile "a due ruote"
Il Nucleo delle Guardie Zoofile Enpa di Catania si amplia e rafforza i servizi per uomini e animali: dallo scorso fine settimana i volontari della Protezione Animali vigilano sul rispetto degli animali e della natura a bordo delle loro biciclette.
Roma, 10 maggio 2010 - Comodo, ecologico, sicuro. È il "servizio a due ruote" inaugurato lo scorso fine settimana dalle Guardie Zoofile Enpa di Catania per vigilare sul rispetto degli animali e della natura. Il battesimo ufficiale è avvenuto domenica 9 maggio lungo il litorale Ognina di Acireale (Catania) con tappa d'eccezione presso il salone nautico di Acitrezza (Catania). I vantaggi? Non inquina, agevola i contatti con i cittadini sensibilizzandoli al rispetto per l'ambiente, permette di raggiungere agevolmente le zone off limits alle automobili senza disturbare la quiete dei luoghi e degli animali
I volontari Enpa "a due ruote" saranno dunque impegnati, non soltanto nelle località costiere ma anche nei parchi e nei centri cittadini, con l'obiettivo di promuovere l'uso della bicicletta, un mezzo di trasporto amico dell'ambiente, che, oltre a ridurre le emissioni di sostanze inquinanti, consente di risparmiare sui consumi di carburante.
(10 maggio 2010)

Liberati i Cardellini vittime del bracconaggio
Sono stati rimessi in libertà i Cardellini sequestrati nella giornata del 1° Maggio ad un uomo che praticava l'uccellagione nel territorio di Acicastello.
I tre pennuti in quanto fauna selvatica non si adattano alla vita in gabbia, quindi, una eccessiva segregazione, avrebbe compromesso la loro stessa vita motivo per il quale, dopo l'autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria, le Guardie zoofile e i Volontari Enpa della sezione di Catania, hanno raggiunto il Centro Recupero Fauna selvatica, dove erano stati affidati nell'immediatezza del sequestro, e liberati con le modalità previste dalla legge quindi con l'ausilio di personale specializzato e dopo avere ascoltato il parere del veterinario.
I teneri e delicati pennuti, dopo un primo momento di perplessità, hanno naturalmente trovato la strada d'uscita delle loro gabbie innalzandosi in un ritrovato volo.
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(4 maggio 2010)

Acicastello (CT). Bracconiere denunciato dalle Guardie Zoofile Enpa.
Clicca sull'immagine per ingrandirla Continuano i controlli anti-bracconieri delle Guardie Zoofile Enpa nella provincia etnea. L'Ente Nazionale Protezione Animali ricorda che, nonostante le recenti modifiche alla legge sulla caccia, il bracconaggio continua ad essere un reato penale.
Acicastello (CT), 3 maggio 2010 - Le Guardie Zoofile Enpa di Catania hanno denunciato in stato di libertà un 45enne che, nella giornata del 1 Maggio, praticava l'uccellagione nel territorio comunale di Acicastello (Catania). L'uomo, che è stato trovato in possesso di tre piccole gabbie al cui interno si trovavano tre Cardellini, stava pulendo un terreno dalle sterpaglie con il preciso scopo di utilizzare gli animali come richiami vivi per attirare e catturare altri uccelli.
Dopo un breve appostamento, le Guardie Zoofile hanno avvicinato il bracconiere e sequestrato i Cardellini, che, oltre a essere esemplari di fauna selvatica - ovvero patrimonio indisponibile dello Stato - rientrano tra le specie protette dalla normativa italiana sul prelievo venatorio (legge 157/92). Gli uccelli sono stati affidati al Centro recupero fauna selvatica e - come stabilito dalla legge - saranno liberati in natura non appena in perfette condizioni fisiche.
Clicca sull'immagine per ingrandirla Il bracconiere, invece, dovrà rispondere del reato di detenzione e cattura di specie protetta, e dell'accusa di maltrattamento di animali: i tre uccelli, infatti, erano tenuti in pessime condizioni.
"Purtroppo quello dei tre cardellini - spiega Cataldo Paradiso, Presidente della Sezione Provinciale Enpa di Catania - non è un episodio isolato. In queste ultime settimane ho ricevuto numerose segnalazioni che riferivano di bracconieri all'opera nel territorio di Acicastello. I cacciatori di frodo non pensino che le recenti modifiche approvate dal Parlamento alla legge sulla caccia rappresentino un indiretto via libera alla loro attività illegale. Secondo la legge italiana il bracconaggio continua a essere un reato, punito molto severamente".

(3 maggio 2010)

RANDAGISMO. L'ENPA: "BENE LA CORTE DI CASSAZIONE SULLA RESPONSABILITÀ DEI COMUNI"
"Ancora una volta la Corte di Cassazione dice parole fondamentali sull'applicazione della legge 281/1991". Questo il commento del presidente nazionale dell'Enpa - Carla Rocchi - alla sentenza 10190 con la quale la Suprema Corte, accogliendo la richiesta di risarcimento di un'anziana signora aggredita da un randagio, ha stabilito che le "norme di legge sul randagismo impongono ai Comuni di assumere provvedimenti per evitare che gli animali randagi arrechino disturbo alle persone nelle vie cittadine". "La Corte di Cassazione - prosegue Rocchi - con il suo intervento ha nuovamente definito in modo chiaro e inequivocabile quello che la legge aveva stabilito e che molti Comuni hanno a lungo disatteso: la loro responsabilità in materia di randagismo. Mi auguro che a partire da oggi le amministrazioni comunali inadempienti, chiamate a risarcire i cittadini per i propri comportamenti omissivi, possano finalmente trovare nella pronuncia della Suprema Corte una motivazione e uno stimolo per realizzare quelle politiche di contrasto al randagismo, rimaste troppo a lungo lettera morta".

(29 aprile 2010)

PROGETTO "PON LEGALITÀ", GLI ANIMALI SPIEGATI AGLI ALUNNI DELLA SCUOLA PRIMARIA
Sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto per la natura e all'amore per gli animali. È questo l'obiettivo del progetto "P.O.N. Legalita" promosso dalla Sezione Enpa di Catania presso le scuole della provincia. Venerdì 16 Aprile è stata la volta delle classi 3, 4 e 5 del terzo Circolo didattico di Gravina di Catania - Giovanni Paolo II -, che, sotto la direzione del Tutor Donatella Grasso e della docente Caterina Vaccari, hanno avuto la possibilità di partecipare all'iniziativa didattica "Il rispetto dell'ambiente e degli animali". Alla manifestazione - svoltasi presso la sede del Centro Recupero Fauna Selvatica di Catania - hanno partecipato le Guardie Zoofile Enpa, i volontari della Protezione Animali e il Presidente della sezione Enpa di Catania, Cataldo Paradiso, i quali hanno spiegato e discusso con i ragazzi delle problematiche relative alla gestione e alla salvaguardia della fauna selvatica. Sull'argomento, un prezioso contributo è stato quello fornito dagli operatori del Centro che hanno guidato gli alunni tra le voliere e le gabbie dove sono ospitati gli animali. Tra questi, alcuni esemplari gravemente malati, che non potranno fare ritorno in natura, altri perfettamente recuperati e pronti a tornare in libertà. Grazie a questa iniziativa i volontari Enpa hanno avuto la possibilità di discutere con i ragazzi di alcuni tipi di maltrattamento subiti dagli animali e di spiegare loro l'importanza di rispettare ogni forma di vita e di preservare quel grande patrimonio collettivo che è la biodiversità. Una menzione particolare per i "Delfini Enpa", coetanei degli studenti del Circolo didattico di Gravina, i quali, attraverso un gioco ideato proprio dalla Protezione Animali in collaborazione con Ancapet, hanno spiegato ai loro compagni come accudire e detenere correttamente gli "amici a quattrozampe".

(20 aprile 2010)

Nuovo stop al Palio di Acate: ad alto rischio mafioso.
Il questore della provincia di Ragusa ha vietato con proprio decreto lo svolgimento del palio di san Vincenzo in programma ad Acate per i giorni 23, 24 e 25 aprile 2010. Il provvedimento di diniego, è scaturito a seguito della valutazione negativa espressa dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella seduta odierna. Il comitato, infatti, dopo un attento esame delle risultanze degli accertamenti condotti, ai sensi della normativa vigente, sui fantini e sui proprietari dei cavalli nonchè delle attività info-investigative espletate in merito ha ritenuto la sussistenza di interessi della criminalità organizzata e collegamenti con la criminalità di stampo mafioso. È stato ritenuto, quindi, necessario sospendere lo svolgimento della manifestazione per evitare negative ripercussioni sull'ordine e la sicurezza pubblica e per garantire la tutela della salute dei cavalli partecipanti e nel preminente interesse della comunità di Acate. Anche quest'anno dunque la tradizionale cavalcata dedicata al santo patrono della cittadina è stato annullato. Le reazioni sono contrastanti: la gente che appunto è molto legata alle tradizioni si sente un po' defraudata ma comprende che quella gara di cavalli che nel passato molto remoto era solo un passatempo ed un divertimento oggi è diventato un affare che può essere gestito in modo sbagliato.

(14 aprile 2010)

Enpa aiuta l'Associazione Arca perchè ne è meritevole.
L'Enpa di Catania vista e accertata la serietà e precisione con cui l'Associazione Arca si muove nel mondo delle adozioni di cani e gatti, ha deciso di supportarla e aiutarla promuovendo tra l'altro le loro adozioni nel proprio circuito.
L'Enpa si esprime da sempre in modo preciso e inequivocabile, le adozioni devono sempre avvenire previa certificazione e assunzione di responsabilità di chi decide di prendere con sè degli animali accettando anche delle visite postume per verificare il buon fine.
Di seguito le avvertenze descritte dall'Arca e un numero telefonico a cui fare riferimento per le adozioni o sol'anche informazioni.
I quattrozampe verrano dati, dietro compilazione del modulo di adozione, solo a persone serie e responsabili, che non li trattino come un oggetto da gettare quando ci si stufa, che siano disposti ad amarli PER LA VITA allo stesso modo, come solo i cani sanno amare, e disponibili a controlli post-adozione.
Non contattateci se siete cacciatori, se volete prendere un giocattolo per i vostri bambini, se volete illudere queste creature di aver trovato una casa e poi riportarcele alla prima difficoltà.


Per informazioni e per l'adozione
tel. 3495133056
email: giorgiascuderi@hotmail.com

(11 aprile 2010)

Due gattini gettati nella spazzatura sono stati salvati dalla cagnetta Rajia.
Le Guardie zoofile e i volontari dell'Enpa di Catania, durante un quotidiano servizio d'ispezione e vigilanza nel territorio, sono rimasti attratti da vocine timide che provenivano dall'interno di un cassonetto dell'immondizia in via Giovanni Grasso a Motta Santa Anastasia (CT).
Avvicinatosi al grosso contenitore dei rifiuti, si sono resi conto che da dentro una busta di plastica vi erano degli animali gettati da qualcuno privo di scrupoli e coscenza. Tirato fuori l'involucro, sono stati messi in salvo da un'inquietante destino, due gattini con ancora i cordoni ombelicali attaccati.
I mici sono stati riscaldati e messi in sicurezza e tempestivamente si è cercata una sistemazione che, con assoluta meraviglia si è conclusa tra le amorevoli zampe di un loro nemico giurato: il cane.
Difatti una cagnetta di nome Rajia, ancora nella possibilità di allattare, ha accettato con estrema facilità e amore i gattini scampati, ancora da vivi al macero o, se fortunati, alla fame e freddo.
Sdegno per l'autore di un simile gesto, in quanto compiere azioni simili allontanano l'uomo dall'essere definito tale e che se trovato sarebbe stato denunciato per il reato di "Abbandono di animale", grande stima alla volontaria Enpa che ha da subito accettato in famiglia i micini, meraviglia e tanta fortuna alla dolce Raja che ha adottato come figli suoi i simpaticissimi micetti

(23 marzo 2010)

Cani torturati e impiccati a Sambuca di Sicilia. L'Enpa: "Pronti a costituirci parte civile".
Sarebbe un atto di "bullismo". Carla Rocchi (Presidente Nazionale Enpa): "I giovani non dimostrino il presunto coraggio torturando esseri indifesi".
ROMA, 23 marzo 2010 - L'Ente Nazionale Protezione Animali è pronto a costituirsi parte civile nel procedimento a carico degli autori delle torture e delle uccisioni di cani a Sambuca di Sicilia. In un pozzo situato nel territorio del centro in provincia di Agrigento, alcuni passanti hanno trovato corpi di cani, impiccati. "I corpi senza vita dei poveri cani - ha dichiarato Cataldo Paradiso, consigliere nazionale di Enpa e presidente della Sezione catanese della Protezione Animali - avevano evidenti segni di torture subìte. Sulle pareti dello stesso pozzo sono stati trovati altri cappi evidentemente serviti allo stesso scopo in altre occasioni; più in basso, tra pneumatici e altri rifiuti, vi era anche la carcassa di un cavallo".
E mentre il sindaco di Sambuca di Sicilia promette una maggiore attenzione e una forte vigilanza, la gente del posto sembra non avere dubbi sul "movente": sarebbe opera di "bulli".
"A Catania - ha aggiunto Cataldo Paradiso - la Sezione provinciale Enpa porta avanti da tempo un progetto di sensibilizzazione rivolto agli alunni della scuola primaria e secondaria: avviciniamo i giovani al mondo della natura e agli animali. Atti come quello di Sambuca sono certo dei reati penali ma si rilevano anche indicativi delle personalità degli autori".
"Siamo pronti a costituirci parte civile", ha dichiarato la Presidente Nazionale di Enpa, Carla Rocchi. "Facciamo quotidianamente - ha aggiunto Rocchi - ogni sforzo sul piano educativo e su quello della sensibilizzazione; ma al nostro intervento culturale, in casi come questi, vanno affiancati gli strumenti della prevenzione e della repressione dei reati. Torturare esseri viventi indifesi è vergognoso: non si dimostra coraggio in questo modo; si evidenzia invece una debolezza umana capace solo di avere ragione su esseri incolpevoli".

(23 marzo 2010)

Truffa sui randagi, indagato veterinario a Modica
Il presidente del consiglio comunale di Modica, Paolo Garofalo (Mpa), è indagato per falsità materiale in atto pubblico, truffa, corruzione in atto d'ufficio, omessa denuncia di reato. La Procura di Modica gli ha notificato un avviso di garanzia contestandogli i reati in relazione alla sua attività di medico veterinario convenzionato con il Comune.
Le imputazioni sono relative all'applicazione di microchip sui cani avvenuta nel suo ambulatorio. Secondo l'accusa, dieci cani oggetto del trattamento appartengono a uno stesso proprietario, mentre dalla documentazione prodotta dal professionista indagato risulterebbero essere di proprietà di diverse persone. Inoltre gli animali, secondo quanto rilevato dagli investigatori, erano tenuti in violazione delle norme in un canile che infatti è stato posto sotto sequestro.
L'attività di applicazione di microchip fu avviata dal Comune dopo i tragici fatti del marzo dello scorso anno quando un bambino di Modica fu sbranato a Sampieri (Scicli) e altre persone furono gravemente ferite. Il Comune di Modica è retto da una maggioranza Pd-Mpa. Sindaco è il democratico Antonello Buscema.

(23 marzo 2010)

Dimmi se a Pasqua non mangi l'Agnello … clicca su "mi piace" .
Quest'anno rinuncia all'agnello, cambia menù.
L'immagine della purezza vista dai cristiani consta dall'incredibile dato di fatto che, ancora oggi vuole negli agnellini il mezzo per purificarsi dai propri peccati e nel riscatto del martirio subito da Cristo nel rifacimento annuale di milioni di innocenti costretti sin dalla nascita a servire allo scopo per mezzo del loro martirio ma, differentemente dal Cristo loro alla fine vengono mangiati veramente e non simbolicamente come si fa con l'ostia durante la comunione.
Tolti dalle loro madri troppo presto per qualunque essere vivente, gli agnellini ad un solo mese di vita e bisognosi del solo latte della loro mamma, vengono costretti ad ingrassare e dopo viaggi estenuanti su grossi camion, vengono ancora vivi sgozzati, dissanguati, sezionati, cucinati, serviti nelle nostre tavole per finire dentro le nostre pance. Questo "calvario" viene costretto a cuccioli di pecora, gli agnellini, appunto e se consideriamo il fatto che, noi rifuggiamo il solo pensiero di mangiare le pecore ha, dell'incredibile che ne mangiamo i loro neonati.
Due milioni di innocenti allo strazio. È questo il risultato annuale di noi cristiani così tanto devoti alla pace e alla giustizia.
Non mangiare un innocente, non sacrificarlo con buona pace di patate al forno e salsine varie.
Quest'anno rinuncia all'agnello, cambia menù.










ENPA di Catania risponde all'appello dei 7 cani di Giorgio Cannizzaro.
Questa Sezione Provinciale dell'ENPA in merito alla vicenda che vede coinvolti 7 cani strappati alle cure del "Papà" il sig. Giorgio Cannizzaro, dal Comune di Trapani, si è subito attivata dopo esserne venuta a conoscenza a seguito di una mail arrivata in sede dove veniva chiesto un nostro solerte intervento.
Rendiamo pubblico che nella giornata odierna sono state attivate le procedure ufficiali tra il nostro Ente e il Comune di Trapani nella persona del Sindaco della Città dove è chiesta una risposta immediata se quanto denunciato nella lettera aperta corrisponda al vero.
Della richiesta Ufficiale sono state, tra l'altro, tenute informate anche le redazioni di Mediaset delle Iene e del Gabibbo.
L'ENPA seguirà la vicenda fino alla sua conclusione.

(22 marzo 2010)

EMERGENZA RANDAGI IN SICILIA, ISTITUZIONI ANCORA IMMOBILI. LO DENUCIANO ENPA, LAV E LEGA DEL CANE
Ad un anno dai tragici fatti di Modica e Scicli, le associazioni LAV, Enpa e Lega Nazionale per la Difesa del Cane denunciano che sono stati pochi o nulli gli interventi sul territorio per contrastare il randagismo nell'intera Sicilia, una regione dove il problema è gravissimo. Tutto è stato lasciato alla buona volontà del volontariato e a sporadiche iniziative di enti locali tranne che a Ragusa dove, nonostante la mancata assegnazione di fondi è stata possibile una continuativa collaborazione tra le Istituzioni e le Associazioni animaliste e dove l'iniziativa del Prefetto ha consentito di avviare il controllo del territorio. Il tavolo tecnico regionale sul randagismo, invece, i cui obiettivi erano quelli di sviluppare una politica di prevenzione anche attraverso la sterilizzazione e uniformare le attività delle varie ASL, dopo le prime sedute non è stato più riunito. Le iniziative che erano state suggerite hanno spesso trovato la strada bloccata dalla difficoltà espressa dall'Assessore alla Sanità Massimo Russo nel reperire fondi speciali, dopo averli annunciati al Presidente Lombardo e al Sottosegretario alla Salute Martini nell'aprile 2009, 5 milioni di euro. Non c'è traccia della promessa "task force", di "progetto pilota", di intervento strutturale. "Sviluppare una politica che preveda un piano di sterilizzazione dei cani randagi, l'adozione di un piano territoriale di interventi per la costruzione di rifugi sanitari, il risanamento delle strutture comunali esistenti, la predisposizione di ambulatori veterinari pubblici, l'adeguamento strutturale di rifugi già esistenti o la costruzione di nuove strutture gestite dalle associazioni per la protezione degli animali", questo il positivo programma di un anno fa dell'Assessore Russo, concordato con il Ministero della Salute. Ma dalle parole, a Palermo, non si è passati ai fatti. A parte impegnare solo una parte dei normali fondi stanziati fra nazionali e regionali, in applicazione della legge sul randagismo. LAV, Enpa e Lega Nazionale per la Difesa del Cane ritengono urgente e improcrastinabile affrontare in modo concreto il problema randagismo e necessario che ognuno dei soggetti istituzionalmente coinvolti nella prevenzione e soluzione agiscano secondo l'ambito di propria competenza, ma in maniera sinergica e attraverso una strategia comune e uniforme sul territorio regionale. Per questo motivo sollecitano la riconvocazione del Tavolo tecnico regionale e il tempestivo reperimento dei fondi necessari ad attuare programmi d'intervento e sollecitano i Comuni - responsabili del benessere animale e della corretta applicazione delle leggi - e le ASL a intraprendere piani periodici di microchippatura, sterilizzazione e seri controlli sull'obbligo di iscrizione in anagrafe, sensibilizzazione e educazione dei cittadini al corretto rapporto uomo-animale così come previsto dalla legislazione nazionale e regionale.

(15 marzo 2010)

Aggiornamento sul cucciolo sequestrato nei giorni scorsi a Macchia di Giarre
Strano a dirsi o a vedersi ma è proprio lui, il cane sequestrato dalle Guardie zoofile dell'Enpa i giorni scorsi.
Trovato chiuso in un ripostiglio di una abitazione sita in Macchia di Giarre, il cucciolo è stato affidato alle amorevoli cure dei suoi nuovi amici umani e da loro non vuole mai allontanarsi sebbene dispone di spazi ampi e di un altro quattro zampe che gli farebbe compagnia.
Ai controlli sanitari è risultato in stato di avanzata denutrizione, con vermi intestinali e una grave infezione.
Allo stato attuale dopo i vari trattamenti medici effettuati e ai quali si è di buon grado sottoposto, il cucciolo è vitale e felicemente integrato nella sua nuova famiglia e anche con gatti coi quali "litiga" per il predominio delle coccole dei suoi affidatari ai quali auguriamo presto di diventare gli effettivi proprietari.

(13 marzo 2010)

Cani killer: il sindaco di Scicli indagato per omicidio colposo
Un anno fa, l'apocalisse dei cani siciliani, alcuni la chiamano così; un anno fa, un bimbo di 10 anni Giuseppe Brafa, originario di Modica (sempre in Sicilia), morì sbranato da un branco di cani "randagi". Da quell'episodio non ci fu mai più pace per gli animali dell'isola, appena successo il fatto si scatenò una vera e propria "caccia al mostro" e questo mostro erano i cani, non importava più nemmeno se fossero cuccioli o di proprietà di qualcuno, gli animali vennero comunque uccisi a migliaia, avvelenati, uccisi a fucilate, trucidati con armi contundenti e via dicendo. Vennero picchiate anche alcune volontarie del posto, tanto per non lasciare niente di incompiuto.
Dopo il massacro iniziò a venir fuori la verità, i cani erano detenuti tramite affido della procura di Modica da tale Virgilio Giglio. "Detenuti" perchè, senza cibo, senz'acqua, malati, alcuni morenti. Questi cani gli scapparono e, per fame, ci andò di mezzo il piccolo Giuseppe, ovviamente del tutto innocente ed estraneo ai maltrattamenti ai danni degli animali.
A distanza di un anno le indagini sono terminate e per il sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, è stata prospettata l'ipotesi di omicidio colposo. Ancora sconosciute le motivazioni della sentenza, si presume però che uno dei motivi più rilevanti sia l'omesso controllo delle condizioni dei cani nel casolare di Giglio. Quelle condizioni, spaventose, furono la causa dell'aggressività dei cani, che risultò mortale per Giuseppe. Ai tempi Venticinque si espresse così ai microfoni di Radio 24:
"Non erano cani randagi ma erano affidati dalla procura di Modica a un privato cittadino, un animalista convinto che li teneva. C'è l'assenza di leggi e se ci sono, sono superficiali. Cominciamo a preventivare l'abbattimento degli animali, qualora si ritengano pericolosi. Questa possibilità non esiste in Italia."
Le parole sono a dir poco stupefacenti: "un animalista convinto"?? Tutti possono darsi la definizione di "animalisti" convinti o meno che siano, il dimostrarlo però è tutt'altra faccenda. È incredibile che il Primo cittadino di Scicli pensasse che Giglio fosse un animalista e infatti i risultati si sono visti. Per quanto riguarda "l'abbattimento dei cani pericolosi" c'è solo da dire che, anche un umano se ha fame diventa pericoloso.
Oltre al sindaco Venticinque sono indagate altre 7 persone, tra le quali, ovviamente il detentore "animalista" dei suddetti animali. Risultano poi accusati il comandante della polizia municipale di Scicli, Franco Nifosì, ed i veterinari dell'Ausl 7, Roberto Turlà, Antonino Avola e Saverio Agosta.
A distanza di un anno quindi, dopo una morte di un bambino innocente e un'immane uccisione di massa perpetrata anche da cittadini, per così dire, "normali", cavalcando l'onda emotiva dovuta alla morte del piccolo Giuseppe, si comincia a fare un po' di luce anche a livello giudiziario. Non sta a chi scrive dire di chi siano veramente tali responsabilità, ma è augurabile che i colpevoli vengano veramente fuori, in modo che tragedie del genere possano non accadere mai più, pensando sia ai bambini, sia ai cani.

(13 marzo 2010)

COLOGNO AL SERIO E BIANCAVILLA: DAL NORD AL SUD ITALIA ANCORA VIOLENZE CONTRO GLI ANIMALI
Cologno al Serio (Bergamo) e Biancavilla (Catania). Due città agli antipodi del Paese; a unirle - in questi giorni - è non soltanto il Tricolore, ma anche una lunga scia di maltrattamenti che ha già mietuto numerose vittime tra i quattrozampe. A Cologna al Serio è ormai caccia aperta al sadico che ha torturato e ucciso molti felini, seviziandoli con il fil di ferro. La Sezione Enpa di Bergamo sta collaborando con Carabinieri e Polizia Locale per individuare il responsabile; i volontari hanno fatto sapere che si costituiranno parte civile. Mille chilometri più a sud, in provincia di Catania, a fare le spese della crudeltà dell'uomo sono stati due cani e un gatto, che la Sezione Enpa di Catania sospetta essere stati avvelenati dai bracconieri. "Probabilmente - spiegano i volontari catanesi - i due cani disturbavano l'attività illecita dei cacciatori di frodo, i quali hanno pensato di sbarazzarsi della loro presenza con un boccone avvelenato, ingerito anche da un felino". "Dopo il ritrovamento dei corpi degli animali - prosegue l'Enpa di Catania - abbiamo immediatamente avvertito Carabinieri e Polizia Locale, attivando le procedure previste dall'ordinanza Martini contro la diffusione di esche avvelenate sul territorio".

(11 marzo 2010)

GIARRE: salvato un cane segregato tra i rifiuti e gli escrementi.
Si è conclusa con la messa in sicurezza di un giovane cane, l'operazione delle Guardie Zoofile dell'Enpa, in azione nella mattinata del 02/03/2010 all'interno di un caseggiato di Macchia di Giarre.
Il cucciolo di circa otto mesi di vita, dalle fonti ed elementi di prova reperiti sul posto è stato tenuto chiuso in un ripostiglio, al buio tra i suoi escrementi, cumuli di rifiuti e senza cibo da oltre un mese.
I fatti si sono innescati dopo la segnalazione di un cittadino, il quale, ha dichiarato che durante una passeggiata aveva sentito i lamenti di un animale, avvicinandosi ad una fatiscente e maleodorante struttura si è sporto attraverso una fessura ed ha effettivamente visto lo sfortunato animale.
Da qui l'immediata segnalazione dello stesso alla Sezione Provinciale dell'Enpa di Catania la cui sede ha immediatamente attivato le proprie Guardie Zoofile le quali hanno avviato le dovute verifiche sul posto in questione, quest'ultime rivelatasi esattamente per quanto detto dal testimone.
Essendo lo sgabuzzino chiuso ermeticamente è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco di Riposto permettendo così l'accesso al luogo e al tempo stesso sono intervenuti gli Ispettori della Polizia Municipale al fine di identificare il proprietario dell'immobile.
L'animale è stato tratto in salvo dall'aguzzino che lo aveva segregato e tenuto in condizioni spaventose per qualunque essere vivente, posto in sequestro a disposizione delle AG e dato in affidamento ad un cittadino, il quale ha prontamente risposto all'appello e ora se ne sta occupando e curando amorevolmente, questo, dopo la dovuta visita medica del Veterinario dell'Asp 3 di Giarre il quale non è intervenuto sul posto durante i fatti in cui si svolgeva il reato ma, al servizio veterinario prontamente portato dal personale Enpa immediatamente dopo il salvataggio.
"Il cucciolo si è presentato ai nostri occhi denutrito e spaventato" - ha dichiarato il Presidente dell'Enpa di Catania Cataldo Paradiso - "tanto da fare occorrere vari tentativi da parte dei nostri volontari, per farlo smettere di tremare, anche se, di fronte alla vista del cibo si è lasciato andare non curante delle sue paure. Apparentemente sembrava un cane vecchio e malandato, e solo occasionalmente alimentato da qualche buon samaritano. Dopo una verifica più accurata fatta ai denti si è capito era ancora giovane, successivamente il Veterinario dell'ASP ha dichiarato, con nostra assoluta meraviglia che, si trattava addirittura di un cucciolo di circa otto mesi di vita".
L'assurda condizione d'abbandono vissuta da questo giovanissimo quattro zampe si è ormai conclusa e il proprietario del cane è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per il reato di "Abbandono di animali" ai sensi dell'Art. 727 del c.p.
"Pensare che tanti altri animali vivono queste condizioni è scoraggiante - conclude Paradiso, - in quanto posti così fuori mano risultano difficili da trovare, quindi, rinvenire reati e simili sofferenze compiute ai danni di questi esseri totalmente indifesi ci rimette nelle mani dei cittadini, ai quali chiediamo vivamente di segnalare e denunciare qualsiasi azione compiuta contro di loro".

(6 marzo 2010)

BIANCAVILLA: uccisi due cani ed un gatto con bocconi avvelenati.
Domenica 28 Febbraio a Biancavilla (CT) tra le sciare e campagne rurali, le Guardie Zoofile dell'Enpa hanno rinvenuto tre animali, ormai, carcasse e mostranti tutti i segni di evidente avvelenamento.
Con molta probabilità si tratta di bracconieri che disturbati nella loro illegale attivitÝ hanno ritenuto di avvelenare due cani al fine di liberarsi dal fastidioso impedimento causato dai quattro zampe. Oltre ai cani ne ha fatto le spese anche un gatto il quale trovatosi nelle prossimità del cibo sofisticato ne ha ingerito la quantità sufficiente a causarne la morte.
Non è la prima volta che i bracconieri risolvono in questo modo i loro problemi, d'altra parte poco conta se compiono oltre al reato di bracconaggio anche quello di "uccisione di animali" ai sensi dell'art. 544 bis del c.p che stabilisce fino a due anni di reclusione a chiunque dovesse provocare la morte in modo non accidentale ma voluta, di animali così come nel caso dei cani e del gatto .
Le Guardie Zoofile dell'Enpa sono arrivate a questa conclusione sia dalle evidenti tracce di bocconi, che anche dall'ubicazione dei terreni limitrofi a quello di proprietà dello sfortunato proprietario dei cani, in quanto essendo questi terreni di tipo rurale, sono spesso ritenuti da cacciatori e dai bracconieri, fonti di laute prede faunistiche di genere selvatico e, la presenza di cani da guardia rallenta se addirittura non stoppa le varie possibilità che via via potrebbero incontrare nel reperimento della selvaggina, sia essa da catturare che, da uccidere. Ai reati già menzionati, se dovesse trattarsi anche di fauna selvatica, si aggiunge l'altro reato che in virtù della legge 157 dell'11 Febbraio del 1992 pone quest'ultima protetta, patrimonio indisponibile dello Stato la cui legge punisce e vieta la cattura e uccellagione sia di volatili che di mammiferi.
Con questo l'ammontare dei reati sale a tre, ma non è tutto, se si aggiunge anche il dato che la caccia si è chiusa il 31 Gennaio i reati levitano a quattro.
Per l'accaduto, sono stati interessati anche i Carabinieri e la Polizia Municipale che ha subito attivato le procedure previste dall'Ordinanza del Ministero della Salute.
Il grave tentativo da parte di certi politici procaccia, i quali, attraverso leggi astruse tentano da tanto di reiterare obsoleti e vergognosi modelli sulla caccia, detti bracconieri devono avere pensato che da adesso, tutto è possibile compiere, a danno degli animali.
Da qui la doverosa riflessione sull'inconfutabile realtà che nell'evoluzione positiva della specie umana certe sollecitazioni da parte dei politici altro non producono se non il compiersi di atti che allontanano, loro malgrado, dalla legalità e dalla comune morale e avvicinano invece alla regressione verso la forza bruta e alla prevaricazione sui più indifesi.

(1 marzo 2010)

IN EDICOLA ALBUM E FIGURINE DI AMICI CUCCIOLOTTI 2010

Ce l'ho, ce l'ho, mi manca! Da quanto tempo non comprate le figurine con il Loro riconoscibilisimo Profumo di colla. È arrivato il momento, per chi l'avesse abbandonata, di riprendere questa vecchia abitudine e divertente e per i più piccoli di conoscere un po' di più i loro amici animali. E come farlo? In edicola è arrivato "Amici cucciolotti 2010" lanciato da Pizzardi Editore per aiutare i cani ospitati presso i Rifugi dell'ENPA.
La collezione di figurine nata nello studio creativo della Pizzardi Editore è stata realizzata per ben conoscere in maniera seria, ma allo stesso tempo giocosa e divertente il favoloso mondo degli Amici Cucciolotti: come nascono, come crescono, come si divertono. Inoltre, contribuirà all'azione che i volontari dell'ENPA svolgono sul territorio, collaborando alla realizzazione e alla diffusione dei materiali didattici ed educativi. Ma non finisce qui: la raccolta di figurine permetterà di riempire le ciotole degli animali abbandonati ed ospitati presso i 300.000 rifugi dell'ENPA.
In ogni bustina, in offerta lancio al costo di 0,50 centesimi, i bambini potranno trovare una "brillamici", figurina scintillante dei cucciolotti d'uomo, una causa "giocadesivi" e quattro figurine di animali per intraprendere l'avventuroso viaggio alla scoperta del mondo adesivo dei Continenti, di nuovi abitanti e di affascinanti della cultura. Il blog di petpassion.tv

(27 febbraio 2010)

CAMPAGNA "SPAZIO VITALE"

L'Ordinanza del Sottosegretario Martini ("Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela e l'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani") all'art. 1 comma 3 lettera a, stabilisce l'obbligo di condurre i cani al guinzaglio lungo 1,5mt in ambito urbano e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni.
È facile constatare però, come le suddette aree siano insufficienti se non addirittura inesistenti, in molti Comuni Italiani.
Con lo scopo di favorire le esigenze socio-etologiche dei cani e la loro socializzazione interspecifica (cane-uomo) ed intraspecifica (cane-cane), si è resa necessaria la sollecitazione dei Sindaci alla creazione di aree attrezzate per i cani, attraverso la raccolta di firme.
Inoltre, constatando la difficoltà di condurre con sè i cani nei periodi di vacanza visti anche i divieti di accesso alle spiagge, abbiamo promosso la raccolta di firme per poter ottenere la libertà di fruire di tratti di litorale e spiagge lacustri e fluviali appositamente designati.
Pensiamo che sia arrivato il tempo in cui la convivenza tra noi e gli altri animali possa e debba essere favorita, nel rispetto delle esigenze di ognuno, di chi ha scelto di condividere la propria vita con gli animali e di chi richiede spazi idonei appositamente predisposti.

Vieni a firmare la petizione su … http://www.enpa.it/it/
Nella Home page troverete in basso la sezione FIRMA LA PETIZIONE.

(14 febbraio 2010)

ASINI PANTESCHI COME OPERATORI ECOLOGICI. L'ENPA: "SPECIE A RISCHIO D'ESTINZIONE: TUTELARLA"

Nel Parco delle Madonie (Palermo) asini panteschi, in via d'estinzione, sfruttati per la raccolta differenziata dei rifiuti. L'Enpa: "Dietro il paravento etico della salvaguardia delle specie si nasconde una mera operazione di sfruttamento degli animali".
Prevista l'esportazione di "questo modello" in Liguria, nel parco delle Cinque Terre.


Roma, 8 febbraio 2010 - L'ultima trovata delle istituzioni per salvaguardare le specie in via di estinzione è quella di impiegare gli animali come operatori ecologici. È questa, infatti, la sorte toccata ad alcuni asini di Pantelleria sfruttati per la raccolta differenziata dei rifiuti all'interno del Parco delle Madonie, nel comune di Castelbuono (Palermo).
Ma non è tutto. L'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia, entusiasta di questo modellodi tutela della biosfera, ha infatti deciso di esportarlo in Liguria, nel arco delle Cinque Terre. Nei prossimi giorni Nando, un esemplare di asino pantesco, lascerà l'allevamento di San Matteo di Erice (Trapani) e partirà alla volta delle Cinque Terre dove "prenderà servizio" come addetto alla raccolta differenziata.
"Ciò che viene spacciato come azione di salvaguardia di una specie animale a rischio, in realtà, altro non è se non una operazione di mero sfruttamento" spiega Cataldo Paradiso, consigliere nazionale dell'Enpa. "Trovo veramente fuori luogo - prosegue Paradiso - il ricorso al paravento etico per costringere questi animali a compiti tanto incongruenti con le loro caratteristiche etologiche".
"Per quanto attiene poi allo scopo conservazionistico - aggiunge il consigliere Enpa - qualche dubbio è lecito nutrirlo, visto e considerato che non molto tempo fa alcuni asini furono trovati privi di vita nella stalla di Castelbuono: da allora nulla si è saputo sulle cause del decesso. Ma soprattutto, chiedo ai soggetti coinvolti nel progetto di garantire che gli animali siano mantenuti correttamente e non siano macellati al termine della loro carriera". Secondo l'Ente Nazionale Protezione Animali, l'unico modo per salvaguardare gli animali in via d'estinzione è di garantirli e tutelarli all'interno del loro ambiente naturale, rispettandone le caratteristiche etologiche senza delegare ad essi compiti e attività che competono all'uomo.
Clicca qui per vedere il video.

(8 febbraio 2010)

PESCI CHE "RESPIRANO" E CITTADINI SODDISFATTI

La fontana di Piazza S. Giovanni Giardini Naxos è stata ripulita con l'ultimo intervento effettuato nella mattinata di ieri e cominciato due giorni addietro. I pesci sono stati messi in acqua pulita e ben ossigenata e di certo se potessero respirare sarebbe il caso dire "tirerebbero un respiro di sollievo". La gente è soddisfatta anche se con parecchi dubbi sulla continuità dei giusti costumi per questo e per altri fatti che in futuro si dovessero presentare. Noi, Enpa, sollevati dal fatto che dopo vari interventi siamo riusciti a dare una sferzata all'indifferenza e in questo caso apostrofabile con vari altri aggettivi.
Questa vicenda è piccola cosa paragonata alla moltitudine di oltraggi rivolti al mondo della natura e degli animali e che l'uomo puntualmente violenta, usurpa e sottomette. Il dato che, l'essere umano non rispetti chi non può difendersi è noto ma, che le Amministrazioni diano esempio è oltraggioso in quanto il mal costume deve per necessità essere combattuto proprio da chi amministra la società.
Così si conclude l'odissea che ha posto il monumento ad essere cronaca in questo ultimo mese dove questa situazione perdurava ormai da troppo per essere lasciata ancora tra le mani dell'incuria.

(6 febbraio 2010)

E FINALMENTE L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GIARDINI NAXOS PROFERISCE PAROLA

http://giornale.lasicilia.it/giornale/0402/ME0402/PME/PME1/navipdf.html
Oggi Dopo tanto silenzio e tanti nostri interventi ufficiali, tutti passati nell'indifferenza, La tanto attesa risposta è arrivata per voce del Capo dell'Ufficio Tecnico del Comune giardinese, Sebastiano La Maestra, il Quale ha incaricato chi di dovere per la, pulizia della Fontana di Piazza S. Giovanni dichiarando inoltre che della manutenzione della fontana se ne occupava, in passato l'Aima ed anche se non è più Compito di quest'ultima, il Comune doveva dotarsi dei mezzi adatti al fine di evitare l'insorgere di problemi come questo.
Il nostro augurio è che questa SIA L'ULTIMA VOLTA che ci ritroviamo a parlare della fontana di Piazza S. Giovanni di Giardini Naxos e dei suoi residenti, ma come unico rammarico rimane il fatto che abbiamo dovuto presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Messina per avere una risoluzione che, per ovvietà, avrebbe dovuto non sussistere.
Noi andremo a vedere ovviamente, ESSENDO il nostro rapporto ancora da ultimare.
Sopra URL del quotidiano La Sicilia di oggi con l'articolo riguardante il fatto in questione.

(4 febbraio 2010)

GIARDINI NAXOS (ME): nessuna bonifica è stata effettuata nella fontana di piazza San Giovanni, l'ENPA di Catania denuncia l'amministrazione comunale.

La Sezione Provinciale dell'Enpa di Catania ha ritenuto doveroso sporgere formale denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, in quanto sono state ravvisate estreme mancanze ed omissioni da parte dell'Amministrazione comunale nella persona del Commissario straordinario Maria Letizia Di Liberti e delle istituzioni preposte, riservandosi la dovuta continuità delle vie legali fin quando l'incuria non verrà sradicata dai costumi e dalle usanze delle amministrazioni, che fanno, ormai, dell'assurdo un sovrano e che la fa anche da padrone.
Nelle scorse settimane, infatti, l'Enpa di Catania si è dovuta occupare delle condizioni oscene della Fontana monumentale di Piazza S. Giovanni a Giardini Naxos.
La fontana si presentava con acqua putrida, piena di fitte e folte alghe, immondizia e pesci sia vivi che morti all'interno.
Oltre l'evidente stato d'abbandono degli esseri viventi che annaspano in acque assolutamente incompatibili con la loro natura, il pericolo per l'uomo è attivamente possibile, essendo ormai la fontana, diventata un ricettacolo di malattie da contatto e da contagio.
L'Enpa già dalla prima settimana di Gennaio aveva sollecitato per vie ufficiali sia il Comune, la Polizia Municipale, i Carabinieri, ognuno per le rispettive competenze, facendo inoltre presente i gravi rischi biologici ai quali erano assoggettate le persone soprattutto i bambini che inconsapevolmente avrebbero potuto toccare le acque. Ovviamente la locale Amministrazione era già a conoscenza avendo, più volte la popolazione lamentato il fatto ed essendo già intervenuto la scorsa estate per un problema di fuoriuscita dell'acqua che perdurava da settimane.
Al 20 Gennaio i Vigili dopo un ennesima telefonata al Comune avevano risposto alla precedente sollecitazione scritta dell'Ente Nazionale Protezione Animali, chiarendo che, erano state accertate le condizioni della Fontana e rispondevano esattamente a quanto detto.
Da quel momento e a tutt'oggi, estrema indifferenza anche di fronte all'intervento di una televisione locale e varie testate giornalistiche, di cui, alcune hanno riportato il fatto in prima pagina, tutte, univoche e concordanti nel definire vergognose le condizioni della Fontana che tra l'altro è ubicata in un posto centrale dell'affollatissima Giardini Naxos oltre ad essere anche un monumento.

(3 febbraio 2010)

GUARDIE ZOOFILE ENPA SCOPRONO UNA DISCARICA A CIELO APERTO IN CONTRADA CANNICCARAO

Cadaveri di animali, pneumatioci, liquame, cartacce e rifiuti vari. Questo lo spettacolo che si è presentato alle Guardie Zoofile dell'Enpa di Ragusa, intervenute in contrada Canniccarao per trovare riscontri a una segnalazione anonima giunta nei giorni scorsi ai volontari della Protezione Animali. "Quando siamo arrivati sul posto - spiega Antonio Tringali, responsabile della Sezione Enpa di Ragusa - abbiamo trovato una vera e propria discarica a cielo aperto. Accanto a immondizie di vario genere giacevano i corpi senza vita di due pecore, un cane e un vitello, che qualcuno aveva pensato di abbandonare sul terreno". "Inutile dire - prosegue Tringali - che le condizioni igienico/sanitarie del luogo erano gravemente compromesse. Abbiamo immediatamente avvertito le autorità sanitarie chiedendo di procedere con urgenza alla bonifica del campo". Le Guardie Zoofile dell'Enpa hanno segnalato la presenza della discarica alle forze dell'ordine e all'autorità giudiziaria, annunciando che nei prossimi giorni sarà intensificata l'attività di controllo nella zona.

(2 febbraio 2010)

CATTURA E MALTRATTAMENTO DI UCCELLI PROTETTI: PREGIUDICATO DI ACI CATENA DENUNCIATO DAI CARABINIERI

Ottimo risultato ottenuto dalla sezione Enpa di Catania nella lotta contro la cattura di animali selvatici costretti oltre allo sradicamento dal loro habitat a dover vivere all'interno di aunguste gabbie ed essere destinati al mercato in nero di esemplari protetti.
Il 29 Gennaio a seguito della richiesta della Caserma dei Carabinieri di Acicatena, i volontari e le guardie zoofile del nucleo Enpa appartenente alla provincia etnea sono intervenuti a proposito della detenzione di fauna selvatica all'interno di una abitazione appartenente ad un pregiudicato di Acicatena.
All'interno sono stati trovati numerosi cardellini, verdoni e un bellissimo esemplare di frosone che suo malgrado essendo costretto in uno spazio non sufficiente, ha riportato lesioni tali, nell'impetuosità nevrotica venutagli nel tempo per l'impossibilità di un animale abituato alla libertà e tenuto invece in quelle condizioni di assoluta costrizione, tale da non permettergli la reimmissione nel territorio, avendo ormai coda e ali gravemente compromesse.
Le condizioni in cui vivono questi volatili sono a dir poco disumane, essendo considerati solo a fini economici e costretti in gabbie con spazi angusti da 13 cm per mesi all'agghiaccio e con poche ed insufficienti cure sul cibo ed acqua e sono tanti, troppi di loro che muoiono a seguito della forzata prigionia.
Nel caso in questione gli uccelli sono stati sequestrati e il detentore è stato denunciato per maltrattamento di animale e dal materiale rinvenuto consto di varie reti, picconi e strumenti per il fissaggio per detenzione e cattura di fauna selvatica e specie protette.
La Fauna selvatica e omeoterma, infatti è patrimonio indisponibile dello Stato. Questo è quanto stabilito dalla legge 157/92 che proibisce qualsiasi tipo di cattura e detenzione di determinate specie di volatili e mammiferi dei loro nidi, uova o cuccioli, quindi chi ne viola i termini commette reato.
Nel corso dell'operazione sono stati evidenti i segni del maltrattamento essendo tutti tenuti in pessime condizioni, sporchi e lasciati senza acqua e nei loro stessi escrementi.
I pennuti e gli strumenti di detenzione e cattura sono stati messi sotto sequestro e gli uccelli affidati al Centro Recupero Fauna Selvatica di Catania e nella giornata di oggi sono stati liberati nel territorio pedemontano.
"È assolutamente vietato catturare e detenere esemplari protetti ed anche di proprietà dello Stato" ha dichiarato il Commissario dell'Enpa di Catania Cataldo Paradiso, "Nella fattispecie di cui si parla, non si tratta della sola cattura relegata agli strumenti atti rinvenuti, ma, anche al reato di maltrattamento di animale in virtù dell'art.544 ter che punisce chiunque venisse trovato a cagionare inutili sofferenze agli animali. Il reato di cui si discute oggi è, nostro malgrado, in maggiore espansione" conclude Paradiso "soprattutto da quando il canale di vendita attraverso il web comincia a dare dei reali risultati fin quando anche in tale direzione non si riuscirà a dare una risolutiva sferzata. Ringraziamo vivamente l'Arma dei Carabinieri per averci coinvolti e con cui si spera possano essere portati a compimento altre operazioni per contrastare chiunque commetta reati contro animali, per avere dimostrato grande zelo, professionalità e profonda sensibilità ai problemi della natura e degli animali".
Le operazioni di contrasto a favore della fauna non si sono ancora concluse e di certo prossimamente si verrà e continuerà a venire a capo di numerose altre reclusioni di innocenti.

(1 febbraio 2010)

GIARDINI NAXOS (ME): LA FONTANA DELLA VERGOGNA.

Tra le infinite e assurde situazioni che coinvolgono ambiente ed animali, ultima in ordine d'arrivo è la centrale e affollata piazza San Giovanni di Giardini Naxos.
Per chiunque dovesse essere tempo addietro transitato e chi volesse andare in questi giorni, la scena che si presenterà ai loro occhi niente potrà essere collegato ad uno dei posti maggiormente frequentati dal turismo nonchè dagli stessi residenti costretti a convivere con la centrale fontana, piena di immondizia, acqua putrida e con i pesci all'interno sia vivi che morti.
Le condizioni della fontana sono state più volte segnalate alle autorità competenti ma ancora oggi nessuno ha provveduto.
Del fatto ne è venuta a conoscenza l'Enpa di Catania grazie all'intervento casuale di una volontaria che si trovava a transitare nel posto, "Ero con mio figlio e alla vista della fontana ho voluto andare li vicino" dichiara la volontaria Caterina Vaccari "appena nelle vicinanze, sono rabbrividita ed ho proibito al mio bambino di andare ulteriormente lì vicino. La vasca si presentava piena di rifiuti con dentro finanche i bossoli dei botti usati solitamente per la festa della fine dell'anno. Tra l'odore di putrefatto e l'immondizia, galleggiavano pesci morti con degli altri ancora vivi che cercavano del cibo. Ho chiamato un Vigile Urbano il quale mi ha detto che la faccenda era tutta colpa dell'ATO ed ho cercato anche di spiegare quali fossero le loro palesi e ovvie responsabilità, sentendomi rispondere che avrebbe segnalato la faccenda." "Da altre informazioni" continua la Vaccari "ho scoperto che la segnalazione non sarebbe partita da quel momento, bensì, più volte gli abitanti si sono lamentati ricevendo un diniego e vari scarica barile come quello avuto io, senza che nessuno degli addetti si sia effettivamente reso conto del grave reato in cui incorre il Comune sia nella protezione alla fauna che alla preservazione dell'igiene pubblica".
L'Enpa di Catania ha ulteriormente segnalato la gravosa situazione che coinvolge sia gli stessi pesci che la pubblica igiene ma, anche alla sede e in via ufficiale è stato risposto più volte e in varie telefonate o visite che, non hanno cosa fare e solo quando tornerà il Commissario Dott.ssa Maria Letizia Di Liberti con poteri di Sindaco, giunta e consiglio comunale… "l'amministrazione politica tutta", si farà presente e si aspetteranno direttive da quest'ultima.
Per la gente comune può sembrare poco verosimile che per una pulizia della fontana che tra l'altro è soggetta all'urgenza e pericolosità, sia necessaria anche l'opinione del Commissario facente funzione dell'intero organico di governo e notevolmente ben pagata per i due giorni la settimana ma, in un mondo dove chiunque può essere funzionario poco ci si deve sorprendere se uno di loro senza cognizione di causa, non si rende conto delle scelleratezze che dice e applica la regola dello straordinario come qualcosa che debba essere così tanto autorizzato.
Da questo principio risulta irrilevante se come da cronaca successo, un vigile urbano di fronte un randagio ferito, risponde "e che possiamo farci?" non curante, invece, del fatto che la legge demanda al comune il soccorso di concerto all'ASP, se, un problema oltre che ambientale e anche a rischio biologico come la fontana di Giardini Naxos, viene liquidato in questo modo.
Il comune di Giardini Naxos, infatti, ha in organico non il Sindaco ma il Commissario che a detta della segretaria, la quale ha parlato direttamente con il Responsabile dell'Enpa di Catania - Cataldo Paradiso -, torna sul posto da Palermo, una-due volte la settimana e in questo lasso di tempo ha, così tante cose da fare che, "non può pensare alla fontana".
Follia o consapevolezza, ancora anche questo è da accertare certo è che un problema pericoloso ma al contempo di facile risoluzione viene da consuetudine trattato come insignificante.
Dati i fatti e dichiarazioni non si sa al momento se la responsabilità dell'omissione al ripristino della fontana, dipenda quindi dal Commissario o dal funzionario di turno che ha ritenuto di non dover attenzionare un problema che, oltre ai pesciolini, coinvolge la comunità essendo il rischio biologico attivamente possibile.
Quindi se un bambino dovesse cercare di prendere un pesce, tra quelli rimasti ancora vivi tra lo spazio della fontana putrida e maleodorante e dovesse quindi prendere una qualche malattia da contagio o da contatto, niente importa all'amministrazione del luogo.
Come esempio si prende un bambino in quanto sottolineare che degli esseri viventi non possono essere lasciati in un posto come quello descritto, non importerebbe a nessuno essendo ormai di cultura l'indifferenza ai problemi della fauna e relegato a pochi "fanatici", lo specifico interessamento.
Si fa presente che il primo cittadino essendo che è la massima autorità sanitaria locale ha l'obbligo di far attuare la vigilanza sanitaria, ambientale e zoofila così come previsto dalle normative vigenti ed in particolar modo dal regolamento di polizia veterinaria n. 320/54, del decreto legislativo 152/06 e del D.P.R. 31 marzo 1979.
Anche a quest'altra inadempienza ci si aspetta, adesso che si è stati costretti all'ennesima informazione mediatica, nota ai Carabinieri e richiesta ufficiale fatta alla Polizia Municipale del posto, una immediata risoluzione.

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(22 gennaio 2010)

ACI SANT'ANTONIO: Confiscati i cani abbandonati e la proprietaria, condannata al massimo della pena.

Per chiunque pensasse che il reato d'abbandono implichi solamente abbandonare il proprio animale sappia che oltre alla tristemente e nota scena di chi lancia il quattro zampe dal finestrino della propria auto il crimine commesso è esteso anche a chi si macchia di non avere badato all'animale e di averlo lasciato in stato di abbandono.
A farne le spese è stata la Signora C.MV. di Aci S. Antonio che è stata condannata dal Tribunale di Acireale a scontare la massima pena per violazione dell'art. 727 del c.p. "Abbandono d'animali", per avere lasciato, quindi, in stato di abbandono i suoi animali, di alcuni averne provocato la morte per fame e per avere, inoltre, perpetrato per anni questo reato. Gli animali di cui si dibatte furono presi in custodia giudiziale dall'Enpa di Catania e due di loro erano incinte ed hanno partorito dei bellissimi cuccioli salvati da un infausto destino sempre che fosse stato possibile per loro nascere dato lo stato di denutrizione delle rispettive madri.
Adesso con la condanna inflitta alla donna, i cani sono stati definitivamente confiscati, quindi non più di proprietà dell'aguzzina ora, severamente punita.
I fatti in questione risalgono a tre anni orsono quando, dietro segnalazione dei Vigili Urbani di Aci S. Antonio, i volontari Enpa si sono recati insieme agli stessi Vigili ad appurare quello di cui si era venuti a conoscenza .
Non essendo il posto liberamente accessibile i volontari Enpa hanno raccolto numerose testimonianze, tutte univoche e dirette verso la stessa direzione. Bisognava urgentemente verificare le condizioni degli animali, quest'ultimi, a dire dei vicini erano affamati da tempo, lerci e otto di loro erano nei giorni precedenti, anche morti.
È stato quindi richiesto l'intervento di Ufficiali ed Agenti del Nucleo Provinciale delle Guardie Zoofile dell'Enpa, quest'ultime appena intervenuti si sono trovati davanti uno scenario raccapricciante. Oltre alla non presenza di cibo e acqua, gli animali erano sporchi malati e vagavano all'interno del cortile con un loro compagno morto. Pertanto, le Guardie Zoofile, dopo aver notiziato il P.M. di turno provvedevano a sequestrare gli animali, condurre gli stessi presso il Servizio Veterinario Asp di Acireale per le cure del caso e chiamare il servizio per la rimozione della, ormai, carcassa.
"Le testimonianze raccolte sul posto, parlavano di animali tenuti in pessime condizioni e senza cibo da anni" specifica il Commissario dell'Enpa di Catania, Cataldo Paradiso "molti di loro nonostante l'intervento dei vicini sono morti e la proprietaria è una persona scontrosa ed irritabile quindi, in sua presenza risultava difficile aiutare i cani, anche in altre occasioni erano stati salvati dai vicini stessi da situazioni pericolose come, ad esempio una volta quando uno di loro era rimasto incastrato tra i fili elettrici." "Se non fossimo intervenuti" spiega Paradiso "di certo quelli presenti avrebbero fatto una brutta fine come lo è stata per altri appartenenti alla signora incriminata, con la preoccupazione che potesse in futuro continuare a tenere cani destinati alla morte dopo varie sofferenze come chi li aveva preceduti".
Da qui la doverosa riflessione sul perchè le persone detengano animali dei quali non possono o non vogliono occuparsi ed anche realizzare che certi altri lo fanno per un periodo limitato e poi se ne liberano in modi assolutamente pericolosi oltre che umanamente discutibili.
"Esistono persone che ad oggi non hanno realizzato che l'abbandono del proprio animale o il mantenimento dello stesso in stato d'abbandono è un reato" specifica il Commissario Paradiso "ancora sussistono questi reati mentre sarebbe più ovvio non prendere animali se non ci dovessero essere tutte le premesse per il loro mantenimento. Anche nella nostra associazione ci sono dei volontari che pur amandoli non ne possiedono e questo semplicemente perchè o non hanno gli spazi o non ne avrebbero il tempo che qualunque essere vivente richiederebbe.
Questa è solo una goccia nel mare dell'illegalità compiute a danno di questi innocenti esseri dato che quotidianamente molte non sono scoperte o taciute mentre, per l'episodio in questione, il coalizzarsi compatto degli abitanti del luogo ha reso possibile portare a conoscenza il fatto, i cani fossero salvati e curati e che in futuro gesta come questa siano scongiurate almeno in quel paese o da chi, per altri canali e in altri luoghi, ne venga a conoscenza.
"

(18 gennaio 2010)

ENPA: benissimo l'assunzione dei nuovi Veterinari ASP, ora attendiamo un buon servizio.

L'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo ha chiesto e ottenuto dal ministero della Salute e dal Ministero dell'Economia e delle Finanze la stabilizzazione dei 55 Veterinari che da tempo attendevano di vedere regolarizzata la loro posizione lavorativa all'interno del servizio veterinario dell'ASP di Catania.
Anche in questa occasione così come è stato per l'iniziativa della Provincia di Catania attenta al problema del Randagismo dello scorso Dicembre, il nostro vivo ringraziamento va all'Assessorato Regionale nella persona dell'Assessore Russo il quale ha dato il via a quello che l'Enpa di Catania, si augura sia preludio di ottimizzazione del servizio stesso e non solo all'impeccabile dato che, nuovi posti di lavoro sono stati garantiti così come lo è anche il delicatissimo rapporto che vige tra uomo e natura.
Da qui, la doverosa precisazione che la nostra associazione fin qui sempre attenta a qualsivoglia inadempienza, augurandosi di non dover porre sempre e continuamente lamentele o denunce, auspica che da ora in poi il servizio veterinario, possa finalmente poter sostituire i Funzionari che ricoprono incarichi Dirigenziali da troppo tempo, fattivamente intervenire con solerzia nelle denunce, nei controlli, nei sequestri e soccorsi nell'indispensabile opera che necessita sul territorio etneo in tutto quello che riguarda la filiera agro-alimentare e zootecnica quindi, anche, al problema randagismo da noi molto sentito per arrivare all'univoca risoluzione che pone quest'ultimo punto come immediato e non più rimandabile, così come lo è stato fin ora. L'assunzione di precise posizioni che in fondo sono stabilite per legge, altro non faranno che portare a standard qualitativi, più alti.
Quindi è auspicabile sapere che nell'immediatezza sarà abituale se, un cane ferito e presente nel territorio, sarà finalmente, soccorso e curato e che i randagi saranno altresì abitualmente, sterilizzati ed iscritti all'anagrafe canina. Magari con la costanza si riuscirà a spezzare la catena che pone questi esseri indifesi come mezzi, per organizzazioni e singoli senza scrupoli, di lucro per i laboratori di vivisezione ed altri traffici simili.
Con questo sostanziale impegno in più, quanto previsto dalla legge potrà essere applicato ed osservato scrupolosamente senza più dover assistere a scarichi di competenze, si avrà, invece, un servizio che sarà da traino per altre amministrazioni inadempienti e plauso per quelle che fin ora hanno visto gli animali del sud, dannati.
Un sincero augurio di buon lavoro al Direttore generale dell'ASP di Catania Giuseppe Calaciura ora che il suo organico si riempie di nuove e certe risorse.

(5 gennaio 2010)

PRIMO ANNO DI ATTIVITÀ PER L'ENPA DI RAGUSA: PRESTATE OLTRE 1.100 ORE DI SERVIZIO.

In occasione del primo "anniversario" della Sezione Enpa di Ragusa, che ricorre proprio in questi giorni, il Commissario Straordinario Antonio Tringali ha tracciato un bilancio dell'attività fin qui svolta dalla Protezione Animali. Complessivamente, i volontari e le Guardie Zoofile Enpa hanno prestato oltre 1.100 ore di servizio (per un totale di 210 uscite), elevato 6 sanzioni amministrative per mancata microchippatura e inoltrato all'autorità giudiziaria 2 notizie di reato per uccisione di animali. Particolarmente impegnativi i controlli e le attività anti-randagismo: l'Enpa di Ragusa ha censito oltre 370 cani di "masseria", controllato la regolare microchippatura di 285 cani di proprietà, soccorso e restituito ai legittimi proprietari 10 cani vaganti. "Il 2009 - spiega Tringali - è stato un anno molto delicato per la nostra Sezione che, a pochi mesi dalla sua costituzione, si è trovata a gestire la grave emergenza randagismo nel territorio provinciale". "Come molti ricorderanno, a Scicli, la morte di un bimbo, aggredito a da alcuni cani, e il ferimento di una turista straniera scatenarono - prosegue Tringali - una vera e propria caccia indiscriminata al randagio. Grazie all'impegno congiunto dei nostri volontari, delle autorità locali e delle istituzioni nazionali siamo riusciti a gestire la fase più acuta della crisi e a porre le basi per un serio programma di contrasto al fenomeno". Nel Ragusano la tragedia di Scicli è stata dunque l'anno zero della lotta al randagismo, un punto di svolta a partire dal quale garantire l'incolumità degli uomini e il rispetto dei diritti degli animali. "Attenzione però - avverte Tringali - non bisogna abbassare la guardia: come dimostrano le cifre della nostra attività abbiamo compiuto indiscutibili progressi ma c'è ancora molto da fare. Per il futuro non posso che essere ottimista. Sono, infatti, impegnati a risolvere il problema autorevolissimi esponenti istituzionali: il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, il Sindaco Nello Di Pasquale, l'Assessore Rocco Bidetti nonché il dottor Giuseppe Licitra dei servizi veterinari locali".

(5 gennaio 2010)