Il Sindaco di Catania ha istituito la prima colonia felina della città realizzando
in pieno Largo Bordighera adiacente alla strada, una casetta prefabbricata costruita dalla
Scuola Edile, dove i gatti avrebbero trovato cibo, acqua e zona ombra. La Colonia felina
sarebbe stata accudita dalla "gattara" Vera Russo e seguita dall'ASP
servizio. In pratica, invece, ci si è trovati di fronte all'ennesimo caso di
assoluta approssimazione, protagonismo e disinformazione. Il giorno dell'inaugurazione
della colonia, tutti presenti, politici, animalisti, gattare e esperti, oltre a tanti,
tantissimi giornalisti voluti dallo stesso sindaco per testimoniare e divulgare
l'impresa estiva da lui voluta e compiuta. "La casetta - afferma Cataldo
Paradiso, presidente provinciale dell'Enpa - per gli addetti ai lavori avrebbe
dovuto fare sorgere dei dubbi sulla praticità e sulla stessa fruizione felina in
quanto i gatti sono storicamente restii a quasi tutto e avvezzi a sistemarsi in zone dove
hanno la zona e le situazioni sottocontrollo: dal caldo, alla pioggia e con innumerevoli
vie d'uscita per le varie emergenze e nemici naturali di cui potrebbero rimanere
vittime. Quindi qualcosa che abbia alberi, muri, tetti per svincolare e rendere al nemico
difficile la presa". "La casa prefabbricata - continua Paradiso -
sfugge a tutto quello che è richiesto di felini. Troppo in vista e eccessivamente
aperta a qualsiasi pericolo. In definitiva nessun gatto entrerebbe lì dentro neppure
per andare solamente a cibarsi e, infatti, nessun micio si è ancora visto".
"È stato solo uno dei tanti modi - conclude Paradiso - che i politici
trovano per rendersi protagonisti e apparire. Intanto gli animali continuano a morire per
le strade, sterilizzazioni serie non se ne fanno e semplicemente perchè non esistono
canili sanitari men che meno i gattili. Nessuno ha ancora intenzione a fare le cose serie e
ci ritroviamo nel pieno di farse grottesche e di paroloni. La legge c'è da
venti anni e quello prodotto dopo decenni è stata solo una farsa nata dalla calura
del mese di agosto e messa in mostra. Casetta, sedie, transenne e alberelli tropicali.
Gatti, nessuno."
di Stefania Raineri. Pubblicato in Cronaca il 26/08/2011 (Clicca qui per vedere il video) (26 agosto 2011) |
Si riaprono le porte del Parco Colonna di Taormina ai cani dopo che noi, della sezione
E.N.P.A. di Catania avevamo accolto le troppe lamentele dei residenti della città
di Taormina, che mal avevano accettato l'ordinanza Sindacale n. 60 del 30 Giugno 2011
dove veniva negata ai quattrozampe qualsiasi possibilità di ingresso
all'interno del Parco Colonna. Abbiamo così scritto una lettera aperta al
Sindaco coinvolgendo i media locali e Nazionali, scrivendo i giorni seguenti una
comunicazione d'apertura al Sindaco al fine di trovare un intesa proficua a tutti e
suggerendo la formula adatta alla comune convivenza. Tra le comunicazioni vi era una
nostra clausula che si è rivelata decisiva. "Se non avessimo risolto in
tempi brevi, avremmo da subito attivato un volantinaggio tri lingue in periodo turistico
per mettere a conoscenza i difetti e le lacune morali e legislative che il divieto recava
in se." Di seguito lo stravolgimento dell'ordinanza all'art 11: "È vietato introdurre all'interno del Parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò, del Ginnasio Greco Romano detto la Naumachia di Tauromenium e della Piazza Paolo Pino (Mazzeo), cani di qualsiasi razza e dimensione privi di iscrizione all'anagrafe canina. È fatto obbligo ai proprietari o conducenti di cani portare a seguito la museruola, obbligo del guinzaglio, degli strumenti idonei per la raccolta delle deiezioni e l'obbligo di raccolta di eventuali deiezioni del proprio animale. Chiunque violi il divieto o gli obblighi del presente articolo è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 81 euro a 152 euro". La lettera integrale inviata al Sindaco di Taormina. (24 agosto 2011) |
Il Comune di Acicastello ha installato numerosi cartelli in tutto il territorio castellese,
frazioni comprese, che riporta il seguente avviso: "È fatto obbligo per
coloro che conducono cani nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico di munirsi di
appositi dispositivi per la rimozione delle deiezioni solide dei propri animali. Si avverte
che i trasgressori, a norma dell'art. 17 della Legge regionale n. 15/2000, saranno
puniti con l'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 153
. È fatto obbligo, inoltre, per costoro di rimuovere in tali luoghi le
deiezioni solide dei propri animali. Si avverte che i trasgressori, a norma dell'art.
17 della Legge regionale n. 15/2000, saranno puniti con l'applicazione della sanzione
amministrativa pecuniaria da 50 a 309 ". Lodevole iniziativa a buon
danno dell'incivile comportamento dei conducenti di cani e della loro svogliatezza.
Unico rimedio, quindi, in mancanza di campagne di sensibilizzazioni, rimane il solo
perseguirli, con fermezza. È certo che anche dall'Amministrazione dovrebbe
seguire lo stesso spirito nato dalle sanzioni amministrative e non solo nel cercare il modo
di rimpinguare le casse comunali, mandando però i preposti al servizio a rilevare
veramente le sanzioni, ma anche, nella stessa volontà di tenere strade e marciapiedi
puliti e non come attualmente sono, quindi, pieni di escrementi che non vengono nemmeno
rimossi dagli addetti alla nettezza urbana. Ma se si intende reprimere questi illeciti
è doverosa una corretta informazione ai cittadini. Nel cartellone, infatti, viene
citato l'articolo 17 della Legge Regionale 15/2000 e le conseguenti sanzioni
amministrative ma non vengono specificati i commi riferiti alle specifiche infrazioni. Ma
non è tutto. Non è stato tenuto conto che le sanzioni, tenendo conto delle
rivelazioni Istat hanno subito degli adeguamenti dal regolamento esecutivo del Decreto
Presidenziale della Regione Sicilia 12 gennaio 2007, n. 7. Colossale errore e
impreparazione dell'Amministrazione Castellese che vede uscite dalle Casse del primo
cittadino i costi dei cartelli della raccolta delle deiezioni e di contro nessuna entrata
in quanto qualunque cittadino che avesse dovuto ricevere la sanzione prevista può
presentare ricorso e ottenere l'annullamento della stessa sanzione. Non si capisce
come è potuto accadere se per ovvietà si sarebbe dovuto chiedere anche il
parere del Comandante della Polizia Municipale ad eccezione che sia stato chiesto e
anch'egli debba avere sconosciuto il Decreto Presidenziale e relativo adeguamento. E
pensare che lo stesso Comune ha in seno, un'Ordinanza Sindacale, la n. 59 del 9
dicembre 2004 che non essendo stata abrogata avrebbe potuto applicare adeguando le relative
sanzioni, riuscendo così ad evitare l'imbarazzo che l'Amministrazione
adesso dovrà vivere. (23 agosto 2011) |
Catania, denuncia la Protezione animali, per ora può contare solo su quattro
strutture private convenzionate. CATANIA - La recente inaugurazione della prima colonia felina in largo Bordighera ha riacceso i riflettori sulla annosa mancanza di canili comunali a Catania. A rilanciare la questione è l'Ente nazionale protezione animali, che ricorda come la legge regionale 15 del 2000 prevede la realizzazione in ogni comune di rifugi sanitari per gli amici a quattro zampe. Il capoluogo etneo, denuncia Cataldo Paradiso, presidente provinciale dell'Enpa, può contare solo su quattro strutture private convenzionate con il Comune, quelle di San Giovanni Galermo, Acireale, Caltagirone e Adrano. Strutture, che a detta di Paradiso, sono però sempre più insufficienti, specialmente nel periodo estivo quando purtroppo gli abbandoni dei cani da parte dell'uomo aumentano in numero vertiginoso. L'anno scorso, ricorda il responsabile dell'Enpa è stata siglata una convenzione con la Provincia regionale di Catania in materia di contrasto al fenomeno del randagismo. In base al progetto, nel territorio etneo era prevista la realizzazione di canili comunali. A distanza di dodici mesi qualcosa sembra muoversi in questa direzione. «Il Comune - afferma l'assessore comunale alla Sanità con delega al randagismo, Vittorio Virgilio - è in una fase abbastanza avanzata per la realizzazione di un importante canile cittadino. Sono state, infatti, già avviate le necessarie procedure amministrative. Entro la fine dell'anno avremo un canile nella nostra città». Secondo la normativa vigente in materia, la struttura dovrà essere realizzata lontano dai nuclei abitati, a una distanza di almeno 500 metri. L'amministrazione sta valutando diverse aree che rispondono ai requisiti previsti dalla legge. Resta da risolvere il nodo relativo al reperimento delle risorse necessarie per la costruzione del canile. «Per combattere il randagismo, il Comune - sottolinea l'assessore Virgilio - impiega circa un euro a cittadino. Una somma estremamente limitata per contrastare un fenomeno importante per la nostra città. Per questo stiamo lavorando all'ipotesi di un percorso congiunto con la Provincia regionale per il cofinanziamento della struttura». Fonte Italpress (9 agosto 2011) |
Venerdì scorso il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli ha inaugurato la prima
colonia felina della città in Largo Bordighera. Peccato che, secondo l'Ente
Nazionale Protezione Animali, la struttura in muratura costruita grazie ad una convenzione
con la locale Scuola Edile sia del tutto inadeguata alle esigenze dei felini. Tanto che,
fino ad ora, nessun micio si è fatto vivo. Che i gatti preferiscano il più
grande e confortevole Palazzo Bernini?
(8 agosto 2011) (Clicca qui per vedere il video) |
Ha fatto parecchio parlare l'allarme lanciato, da noi di ENPA Catania, in merito al
divieto di entrata ai quattro zampe al Parco Colonna chiamato anche Villa Comunale, che il
Sindaco di Taormina M. Passalacqua ha emanato con apposita Ordinanza Sindacale del 30
Giugno 2011. I residenti increduli si erano rivolti alla nostra sezione, ricevendo un
immediata risposta di solidarietà fattiva. Abbiamo come primo atto, inviato una
lettera aperta al primo cittadino della città di Taormina (http://www.facebook.com/notes/enpa-catania/lady-florence-trevelyan-amava-i-cani-e-il-sindaco-di-taormina-ne-vieta-laccesso-/10150334524393973)
nell'assoluta certezza che non avrebbe mai potuto passare nell'indifferenza e
difatti immediatamente il tam tam mediatico ha sortito l'effetto desiderato.
Sulla prima pagina della testata giornalistica "La Sicilia", l'Assessore Italo Mennella, risponde alla lettera rilasciando una dichiarazione alla stampa che si orienta sulla collaborazione tra le parti. E noi difatti siamo lieti di questa apertura rilanciandone una anche da parte nostra, mettendo a disposizione, consigli e indicazioni che, speriamo siano accettati, in tempi strettissimi. I residenti, infatti, premono a più parti e i loro fidati amici pure. Siamo ben consapevoli dei continui atti di inciviltà di taluni cittadini, ma, condannare l'intera categoria è eccessivo. Vogliamo credere nella volontà esternata dall'Amministrazione Taorminese nel cercare una soluzione che metta pace tra tutti, esattamente per lo stesso motivo espresso nella nostra lettera aperta, "per il bene di tutti". Sperando che la nostra azione possa fermarsi alla sola lettera e non all'intero programma che era già stato preventivato da noi ENPA e assolutamente articolato e impeccabile, grazie anche all'attiva collaborazione immediatamente resa disponibile dagli stessi residenti, pronti a qualunque eventualità. TESTO DELL'ARTICOLO USCITO IN PRIMA PAGINA SU "LA SICILIA" La Sicilia Messina Sabato 06 Agosto 2011 Prima Pagina 31 Taormina. Polemica per il giardino pubblico off limits ai cani. Mennella: «Colpa dei padroni» «Entro anch'io? No, tu no» Taormina. I rappresentanti per la provincia di Catania dell'Ente nazionale protezione animali hanno contestato il fatto che - a seguito di una recente ordinanza sindacale - non sono ammessi i cani nel parco «Giovanni Colonna duca di Cesarò». «È giunta alla nostra attenzione - hanno scritto i rappresentanti del sodalizio, in una lettera inviata al sindaco, Mauro Passalacqua - una sostenuta lamentela di quanti sono rimasti increduli a una sua precisa volontà di negare l'accesso ai cani all'interno del giardino pubblico. Con data 30 giugno, infatti, è stata pubblicata l'ordinanza n. 69, dove, al punto 11, si vieta a chiunque, l'accesso al parco, in compagnia del proprio cane di qualsiasi taglia, pena la sanzione amministrativa di 81 euro, se pagata entro i 60 giorni, altrimenti … lievita a 152 euro. Le sue decisioni di norma risulterebbero insindacabili anche se sconcertanti ma, nella fattispecie Lei ha violato due principi fondamentali di cui uno di ordine morale, l'altro, invece, di origine legislativo». Sulla questione - per conto dell'amministrazione - è intervenuto l'assessore al Verde, Italo Mennella, competente sulla materia. «Siamo stati costretti - ha detto Mennella - a ricorrere a una simile normativa perchè, spesso, i padroni dei cani passeggiavano nel parco, lasciando che i propri amati lasciassero gli escrementi senza avere l'accortezza di rimuovere, come sarebbe buona creanza fare, quanto lasciato per terra. Spesso i cani non portano la museruola. In alcuni casi è stato aggredito anche qualche bambino. I padroni dei cani, inoltre, fanno bere gli animali nelle fontanelle destinate ai visitatori e se qualcuno lo fa notare è oggetto di reazioni vivaci. Insomma, una situazione insostenibile che ci ha costretto a questa soluzione. In ogni caso siamo disposti a ricevere suggerimenti per trovare una via comune che permetta la fruibilità a tutti, sia padroni di cani e non, del sito in questione». (6 agosto 2011) |
È da poco giunta alla nostra attenzione, una sostenuta lamentela di alcuni suoi
concittadini, rimasti increduli ad una sua precisa volontà di negare l'accesso
ai cani all'interno del Parco Colonna di proprietà della universale città
di Taormina di cui lei ne è il primo cittadino. Con data 30 Giugno, infatti, nasce e
pubblica l'insana ordinanza n. 69, dove al punto 11 Lei vieta a chiunque l'accesso
al Parco Colonna, in compagnia del proprio cane di qualsiasi taglia. Pena la sanzione
amministrativa di euro 81.00 se pagata entro i sessanta giorni altrimenti slitta a 152.00
euro. Le sue decisioni di norma risulterebbero insindacabili anche se sconcertanti ma, nella fattispecie Lei ha violato due principi fondamentali di cui uno di ordine morale, l'altro, invece di origine legislativa. In entrambi i casi Lei ha mostrato una assoluta carenza di informazione nonchè preparazione. Al primo punto è bene ricordarLe chi ha donato o a chi è stato espropriato Il Parco Colonna. Florence Trevelyan, nobildonna Inglese giunta a Taormina nel 1889 con i suoi 5 amatissimi cani e insieme al marito, ha fatto tanto e dato altrettanto alla città. Il Parco in se ha i "Dolmen", costruzioni funerarie in pietra del 3° millennio A.C. che la Trevelyan fece costruire in ricordo dei suoi 5 gioielli a quattro zampe. I cani. Nel testamento obbligò gli eredi a non costruire mai in "Hallington Siculo" e sull'Isola Bella, a non cacciare nelle sue vaste proprietà e di accogliere e curare gli uccellini ed i cani come aveva fatto lei. A tanta chiarezza di intenti della Sua benefattrice, non crede di avere Lei in qualità di Sindaco, creato un vero e proprio paradosso nel non consentire l'ingresso alle uniche creature, invece, amate dalla donatrice del sito in questione? Anche nel caso in cui si trattasse di esproprio nel 1923 con la motivazione della pubblica utilità trasformandolo in Giardino Pubblico, proprio grazie al Ministro delle regie Poste e Telegrafi, Giovanni Colonna. A tanta chiarezza di intenti della Trevelyan, non crede che Taormina abbia abbondantemente approfittato in passato, delle circostanze, prendendo qualcosa che non gli apparteneva? Ma in quel periodo c'era il Re e ben poco poteva il cittadino. Ma al giorno d'oggi non crede di avere Lei in qualità di Sindaco, creato un vero e proprio paradosso nel non consentire l'ingresso alle uniche creature, invece, tanto amate dalla Trevelyan, reiterando ancora la precisa volontà di perseverare in questo abuso delle disposizioni testamentarie? Da questo le solite assurde motivazioni legate all'igiene e al decoro, che di certo addurrà, ma le rammentiamo che, sia l'igiene pubblica che il decoro sono una sua precisa responsabilità, non nell'adottare soluzioni facili e poco creative nonchè ormai divenute anche obsolete e vecchie, come quelle di precludere l'accesso, ma, invece nell'adottare tecniche e modi "moderni" in tendenza con i tempi e soprattutto le Volontà, popolari, testamentarie e, più di tutto di Legge. Signor Sindaco si aggiorni, si evolva, accetti di avere sbagliato e revochi la Sua ordinanza. Non ci risulta che prima di dare un simile divieto Lei, abbia rispettato il benchè minimo obbligo di Legge. Infatti, la Legge Regionale n. 15 del 3 Luglio del 2000 all'art 17: Norme di tutela igienica della collettività, le impone al comma 3: Le Amministrazioni Comunali provvedono ad individuare e a delimitare aree da destinare ai cani d'affezione per le funzioni fisiologiche e motorie degli stessi. Le stesse aree sono sottoposte a frequente rimozione delle deiezioni e a periodici interventi di bonifica. La soluzione che metterebbe pace alle parti sarebbe individuare un area all'interno del Parco, che possa fungere da zona di deambulazione per i cani così come previsto dalla Legge. Le rammentiamo, inoltre, che molti dei Suoi concittadini sono costernati dalla Sua ordinanza presa senza minimamente tenere in considerazione le volontà dei tanti, ma le sole sue e della sua stretta cerchia di condivisioni, che al giorno d'oggi, fortunatamente sono da considerare una esigua fetta di popolazione, in un mondo che si sta evolvendo, guardando al rispetto della natura e degli animali. In ultimo le rammentiamo che Taormina è meta di turisti stranieri i quali è noto, siano estimatori delle cose fatte bene, degli animali ben trattati e delle Istituzioni che funzionano nel pieno rispetto delle Leggi. Signor Sindaco polemiche a parte, faccia la cosa giusta per il bene di tutti, prima della Città di Taormina patrimonio di tutti. (4 agosto 2011) |
Non si sa per quali impervie vie abbia camminato la mucca Teresa, ma di certo se ne
conosce la storia e per fortuna il finale, di quella che potrebbe diventare una favola
per bambini utile alla formazione di una coscienza animalista dove l'orco cattivo
viene sconfitto dall'amore, così come vuole qualsiasi favola si rispetti.
Teresa, era partita dal suo allevamento di Castiglione di Sicilia dove di norma avrebbe
dovuto servire a divenire varie succulente bistecche, ma lei non accettava questo destino
e nell'attimo in cui il suo allevatore (orco cattivo) era meno attento, si era
defilata tra le discese della montagna in cui viveva. Ha camminato tanto dalla provincia
di Catania fino a quella di Messina e nessuno avrebbe potuto vederla mentre scendeva tra
sentieri di pistacchi e olivi, inciampando a tratti tra crepe di rocce vulcaniche e
ferendosi tra le pale di fichi d'india. Ma la consolavano i piccoli torrenti
cristallini che incontrava, fino a quando arrivò finalmente in presenza del mare.
Vedeva da lontano un'altra costa e certamente pensava che ovunque sarebbe stato
meglio purchè non fosse la gabbia dell'orco che più volte aveva
dichiarato senza il minimo rispetto per lei che lo ascoltava, che non appena avesse
figliato, sarebbe diventata una bistecca e così lo avrebbe ripagato per averla
dovuta mantenere. Tante amiche sue, infatti, erano scomparse all'improvviso e lei a
soli due anni aveva capito che fine avessero fatto le sue compagne di giochi e mentre
guardava il mare, si presentavano le scene del suo passato e delle sue certezze. Doveva
sfuggire a quel brutto e insensibile orco, tanto che sarebbe potuto accadere di peggio a
diventare carne da macello? Così, Teresa la mucca bianca si gettò a mare
affrontando il destino ignoto per sfuggire a quello che fin troppo bene, conosceva. Questa mucca, incrocio di razza romagnola (perfette fettine) di stazza forte e dal carattere testardo si è ritrovata il 18 Maggio sulla spiaggia di Santa Teresa Riva e da lì, si getta a mare cominciando l'incredibile nuotata per attraversare lo stretto di Messina, ma presto va ad imbattersi nelle forti correnti dello stretto che in men che non si dica la trasportano a ben oltre due chilometri dalla riva iniziale. Dalla spiaggia una ragazza di nome Mariella, vede questa inconsueta massa e realizzata la realtà comincia a dare l'allarme. Arrivano quindi i Vigili del Fuoco chiamati dalla Capitaneria di Porto ed insieme imbracano la mucca riportandola a riva. Da qui il passaggio diventa ovvio dato che aveva l'auricolare identificativo, viene avvertito l'allevatore che subito si presenta a prelevare la mucca. In tutto questo tempo Mariella, la ragazza che aveva dato l'allarme, era rimasta presente sul posto documentando tutti i vari passaggi. Dalla nuotata della mucca, al suo recupero in mare fino all'arrivo del proprietario. Realizza così che la mucca ha una ben precisa finalità nel momento stesso in cui arriva il proprietario. Infatti, Teresa (così poi chiamata) durante tutte le ore che era rimasta con i Vigili del Fuoco, la Capitaneria di Porto, la stessa Mariella e i suoi amici e varie altre persone accorse sulla spiaggia, ha mantenuto un atteggiamento mansueto e dolce ma, nel preciso momento in cui vede arrivare l'allevatore lo punta per attaccarlo. A quel punto tutti i presenti mettono in atto quanto è in loro potere per immobilizzare la mucca, riuscendoci. Teresa così va via, riportata dallo stesso uomo che ne è proprietario ma che odia tanto. L'allarme è istantaneamente lanciato e, dopo un primo sussulto da parte dell'Amministrazione comunale di Villa San Giovanni che aveva manifestato l'intenzione di acquistare Teresa, viene accolto dalla storica E.N.P.A. che da subito si è attivata nel cercare una soluzione che potesse dare a Teresa la libertà che aveva fin troppo bene, manifestato di volere. Scende in campo così il Presidente nazionale dell'Ente protezionistico, Carla Rocchi, la quale non impiega tanto a coinvolgere le sue tanto stimate e amate colleghe politiche animaliste come lei, il Ministro Brambilla e il sottosegretario Martini. Si apre, quindi, la cordata pro-Teresa dove la Rocchi in persona riesce a coinvolgere la bravissima coordinatrice taskforse per la tutela degli animali del Ministero della Salute la Dottoressa Rosalba Matassa la quale successivamente ha dichiarato di non potere, non, assecondare il desiderio di libertà di Teresa, ed infine chiamando a raccolta l'E.N.P.A tutta, maggiormente le attivissime sezioni di Catania e Ragusa. Cominciano così le trattative, finchè, immancabilmente arriva il primo dei brutti problemi. L'allevamento dove vive Teresa ha riscontrato casi di brucellosi e le Leggi Italiane sono rigidissime su questi temi. Teresa non può essere più spostata fino ad accertamenti. Nel frattempo la sezione di Catania nella persona del responsabile, Cataldo Paradiso, si rivolge direttamente al servizio veterinario territoriale a cui appartiene l'allevamento, riuscendo ad anticipare il risultato delle analisi di laboratorio che sarebbero poi state rese pubbliche. Teresa non è affetta da brucellosi e può benissimo essere venduta o ceduta. Si riprendono così le trattative a pieno ritmo. Paradiso contatta l'allevatore il quale incredibilmente pretende un compenso 5 volte maggiore a quello di mercato. Inutile convincerlo nei tentativi di fare di lui un eroe che da la libertà alla dolce Teresa, lui vuole i soldi e vede in quella mucca,(una delle sette che finisce a mare), un ottimo mezzo per speculare. A quel punto Paradiso fa notare all'uomo che Teresa non è una razza pura ma un incrocio e quindi non è soggetta al prezzo di mercato delle romagnole "che disgusto ho provato a contrattare sulla vita di Teresa come sola merce di scambio" ha dichiarato il responsabile della sezione ENPA di Catania Paradiso "ma in quel frangente non avremmo potuto fare diversamente". Ma la Dottoressa Matassa della taskforce del Ministero non rimane inerme e guardinga rimette ordine alle assurde pretese dell'uomo. Sembra tutto pronto, quando ne arriva un'altra a stoppare il tutto. Teresa è incinta e adesso l'uomo pretende il doppio del compenso. Il Presidente dell'ENPA Carla Rocchi, nota per la sua diplomazia ma per le altrettanti ferree decisioni, stoppa il tutto costringendo l'allevatore all'angolo e riportandolo a miti consigli. Teresa viene venduta ad E.N.P.A. e con lei anche il pargolo che nascerà tra circa 8 mesi. Viene così individuato il sito che potrebbe accogliere Teresa: La casa di accoglienza Ignazio Cannavò di Mili (ME) diretta da Padre Francesco Pati, grande amante di animali anch'egli, nella località di Mili nel Messinese e a curare le fasi con la fattoria è il responsabile della sezione di Ragusa Antonio Tringali, nonchè Responsabile Regionale di E.N.P.A, e Teresa viene data da ENPA in comodato d'uso. Così il 29 Luglio le Guardie zoofile dell'E.N.P.A. di Catania e di Ragusa prelevano Teresa dall'allevamento/carcere di Castiglione di Sicilia (CT) da dove era fuggita e la scortano fino alla sua nuova casa, tra l'ilarità dell'allevatore distante anni luce da quello che Teresa rappresenta nel mondo animalista e convinto del solo fatto che quelle persone in divisa fossero solo degli invasati. Ad aspettare le Guardie zoofile e Teresa c'erano le benefattrici Carla Rocchi e Rosalba Matassa appena giunte da Roma solo per gustare quell'attimo da loro tanto atteso. Liberare Teresa. In seguito la stessa Presidente E.N.P.A. Carla Rocchi, ha dichiarato "mi conforta sapere che da adesso potrà vivere insieme al suo piccolo al di là del braccio della morte dov'erano condannati. Penso che tutti noi abbiamo qualcosa da imparare dal coraggio e dalla caparbietà di Teresa". Sul posto, giornalisti, gente comune, Mariella la ragazza che per prima ha dato l'allarme e gli operatori della comunità. Tutti presenti quindi, per vedere quell'attimo in cui Teresa scende correndo dal camion e si confonde tra i cavalli, i puledrini e i Daini. Eppure si fermava veniva incontro alle persone e continuava con quello sguardo chiacchierone e languido, che tutto dice, in un tanto atteso "Grazie". Grazie a te Teresa dolce essere che hai gridato alla tua libertà di non voler servire alle pance di noi umani. (30 luglio 2011) Foto 1, Foto 2, Foto 3, Foto 4, Foto 5, Foto 6, Foto 7, Foto 8, Foto 9, Foto 10, Foto 11 |
Gent.le Sindaco Drago, del Comune di Acicastello, sono rimasto perplesso della sua
risposta in merito ai cartelli delle deiezioni contestati dalla mia persona, non su comma
sbagliati in quanto non possono esserlo dato il fatto che: "non vi sono comma",
e da qui la prima sua imprecisione, nata sicuramente dal fatto che lei o chi per lei e poi
rapportatole, ha mal letto la mia lettera. Ma una delle altre stranezze sta nella
lunghezza della stessa scritta da lei e, riportante tanto sfogo, ad eccezione
dell'unico argomento discusso: La Legge sbagliata su cui fare riferimento nel
comminare le sanzioni per la mancata raccolta delle deiezioni e che semmai verbalizzate,
possono essere tranquillamente presentate al Giudice di Pace per l'ovvio
annullamento. Da qui si renderà ben conto come possa essere stato stancante
leggere e cercare risposte a quanto divulgato dalla mia persona e, invece non trovato.
Costretto a leggere anche la giusta arrabbiatura che ha avuto nei confronti del
giornalista, il quale ha messo il titolo alla mia lettera … e si!! Non sono stato
io a dare quel titolo il cui argomento ha preso il 50% della sua lettera. Pazienza un
altro innocuo errore da attribuire alla sua persona. Possibile che Lei non sappia che i
titoli nei giornali li mettono i redattori? Va bene, la perdono per avermi dato
dell'antianimalista, in fondo la causa era giusta. Ma perdoni il giornalista che
certamente rispetterà gli animali ma non ha vicino un veterinario comportamentalista
che gli fa notare un particolare conosciuto nel mondo degli animalisti, io perdono il
giornalista che sconosce. Lo faccia anche lei. Tornando al suo sfogo. -25% di comma contestati quanto invece si fa riferimento solo alla mancanza di quelli e all'intera Legge sbagliata. Impreparazione. -50% sul Titolo contestato alla mia persona mentre invece i titoli li mettono i giornalisti delle redazioni. Impreparazione Rimane l'ultimo 25% dove traccia l'assoluta abnegazione della sua amministrazione nei confronti degli animali facendo riferimento persino a quando, con la passata Amministrazione noi E.N.P.A. abbiamo intrapreso un rapporto di collaborazione. La collaborazione la danno gli altri, mentre i Vigili Urbani non collaborano ma lo devono fare per Dovere d'Ufficio e non come scritto da lei sempre nella stessa logorroica lettera, lunga e stancante e assolutamente, ripeto, non chiarificatrice dell'unica cosa contestata. Come mai con la passata Amministrazione collaboravamo con ottimi risultati mentre con la sua contestiamo, come ad esempio in ultimo (solo per avere le idee fresche sull'argomento) i cuccioli di Acitrezza, lasciati al loro destino e poi uno di questi è morto? Raccogliamo le varie segnalazioni dei cittadini che raccontano quello che viene loro risposto su interventi mai portati a termine e animali dati agli stessi cittadini che il più delle volte non possono prenderli? Rimaniamo increduli a cartelli con Le Leggi (non comma che non ci sono nemmeno) sbagliate, denunciamo, osserviamo, ci scandalizziamo e tanto, tanto altro ancora, compreso rifiutiamo le proposte fattoci con appuntamenti ufficiali, sulla ripresa della nostra collaborazione? Un'unica risposta. Non collaboriamo con Amministrazioni che hanno dato ampia dimostrazione di non avere rispetto per gli animali. La mia scrivania è troppo piena di segnalazioni e diciamocelo pure anche la sua … scusi sbagliavo, il suo archivio in quanto quasi tutte non vengono prese in considerazione. Ma la mia lettera, invece nasce dalle sue tante dichiarazioni di efficienza nel rilevare sanzioni e controlli da parte dell'associazione Aipa nel tempo che ha collaborato (???) con la sua Amministrazione e dal suo Corpo di Polizia Municipale, tanto, da lei elogiati attraverso la stampa e, sebbene a noi non risultino affatto tutte queste contravvenzioni, multe o sanzioni pur non essendo la stessa cosa (altra impreparazione), mi è sorto, doverosamente, il dubbio, se tra queste "migliaia" di sanzioni (si perchè se calcoliamo tutte quelle da lei dichiarate ai media tanto dovrebbero essere), ve ne fossero attribuibili ai cartelli monelli delle deiezioni, così sbagliati quanto simpatico emblema di incompetenza. Adesso Sig. Sindaco Drago, si preoccupi di sostituire i cartelli sbagliati e di fare in modo che le leggi di riferimento vengano applicate correttamente così da evitare altro spreco ed ancora brutte figure. Gli attuali cartelli delle deiezioni hanno una Legge sbagliata e, le sanzioni tutte, sono immediatamente annullabili dal Giudice di Pace. Cordiali saluti. L'addetto ai lavori (così come da lei scritto) Cataldo Paradiso Presidente della Sezione Provinciale Enpa di Catania (28 luglio 2011) |
Si avverte che i trasgressori, a norma dell'art. 17 della Legge regionale n.
15/2000, saranno puniti con l'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria
da 25 a 153 . È fatto obbligo, inoltre, per costoro di rimuovere in
tali luoghi le deiezioni solide dei propri animali. Si avverte che i trasgressori, a norma
dell'art. 17 della Legge regionale n. 15/2000, saranno puniti con l'applicazione
della sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 309 . Così viene riportato nella scritta impressa nei cartelli delle deiezioni del Comune di Acicastello installati lungo l'intera giurisdizione del Castellese, quindi, AciCastello, AciTrezza, Cannizzaro e Ficarazzi. Coperto l'intero territorio l'Amministrazione ha dato via ai controlli degli organi preposti con l'avvertenza di sanzionare tutti coloro che fossero stati trovati sul "fattaccio" a lasciare in terra i bisognini dei propri amici a quattrozampe, portati a spasso nel quotidiano. Non si sà di certo se il servizio di controllo sia stato più o meno proficuo e rispettato, stando ai vari e tanti tappeti di escrementi quà e là sparsi, si presume che di controlli ce ne siano stati pochi e, forse nulla. Ma quello che con certezza si può asserire è che, l'intera operazione, nata per educare il cittadino al rispetto dei luoghi che si condividono di concerto con gli altri e anche, per rimpinguare le Casse Comunali già troppo compromesse, si è rivelato un inutile quanto assurdo spreco. Nel cartellone, infatti, viene citato l'art. 17 commi 1 e 2 della Legge Regionale 15/2000 e le conseguenti sanzioni amministrative sono ai comma 4. Ma sette anni dopo questo art. 17 e i suoi comma sono stati rettificati dal regolamento esecutivo del DPr n. 7/2007, dove l'intero pacchetto dell'art. 17 tenendo conto delle rivelazioni Istat hanno subito degli adeguamenti diventando così art.17 comma 4 da 28,00 a 173,00 euro e art.17 comma 5 da 58,00 a 173,00, quindi era al Decreto del Presidente della Regione n.7 del 2007 che si doveva fare riferimento nelle sanzioni amministrative. Bell'affare per l'Amministrazione che si vedrà recapitare al mittente le varie sanzioni amministrative comminate agli sporcaccioni cittadini, ai quali basterà semplicemente presentare ricorso al Giudice di pace per vedersi annullare la sanzione, verbalizzata ai sensi di una Legge sbagliata. Così come espresso dal nostro Presidente Provinciale Enpa, Cataldo Paradiso, da a pensare, come anche lo stesso Comandante dei Vigili Urbani non possa avere detto la sua in considerazione che ne è espressamente di materia, ne come mai, onde evitare gaffe screditanti e colossali come questa, non sia invece stata usata l'Ordinanza Sindacale n59 del 9 Dicembre del 2004, non abrogata e perfettamente applicabile. Meglio le figuracce figlie dell'approssimazione e dell'impreparazione che una sana consapevolezza e abnegazione quindi e questa amministrazione parrebbe preferire le prime. (24 luglio 2011) |
![]() (21 luglio 2011) |
![]() Ogni visitatore avrà diritto a: un ombrellone, due sedie, una ciotola per l'acqua. All'interno della spiaggia potrete inoltre usufruire del campo agility e della doccia per il vostro amico a quattro zampe. (18 luglio 2011) |
![]() (15 luglio 2011) |
È stata, da noi E.N.P.A. di Catania, consegnata alla Procura della Repubblica di
Catania, oggi 14 Luglio 2011, la denuncia contro i responsabili della morte del cane che il
28 Giugno ha perso la vita a Misterbianco dopo una inutile attesa di dieci ore durante le
quali non ha ricevuto soccorso. Il cane di razza yorkshire era rimasto dalle 10,30 della
mattina del 28 Giugno fino a sera alle 19,30, dopo l'insistenza e la minaccia di
denuncia da parte di un nostro Operatore Volontario contattato da un cittadino. Questo
cittadino di Misterbianco insieme ad un parente e ad altre persone,aveva passato
l'intera giornata ad essere rimbalzato da Vigili Urbani ad una Associazione, dalla
Associazione all'Ufficio Ecologia. Dall'Ufficio Ecologia nuovamente ai Vigili
Urbani. Durante tutte quelle ore, lo sfortunato animale, era rimasto sotto al sole entrando
in agonia. Lo sdegno suscitato, ha fatto si, che il senso della paura fosse accantonato e finalmente si hanno avute anche le dichiarazioni verbalizzate dei cittadini presenti sul posto; a queste si è aggiunta anche l'ulteriore dichiarazione del Veterinario dell'Associazione Nova Entra, accorso in aiuto del cane non per avere ricevuto il "fatitico Fax" delle linee guida della Provincia Regionale di Catania (dopo ricevuto) ma, semplicemente perchè presente casualmente all'ASP mentre arrivava alle ore 18,30 una telefonata al servizio che riguardava un cane da soccorrere a Misterbianco e veniva chiesto "cosa fare?" Tutte le dichiarazioni dei cittadini e dello stesso veterinario sono in assoluto contrasto a quanto rapportato in un confuso sfogo a Lo dico a La Sicilia, dal Responsabile dell'Ufficio Ecologia del Comune di Misterbianco, il quale nella piena convinzione che nessuno mai avrebbe detto il contrario, ha rilasciato dichiarazioni a sua discolpa e contro il nostro Operatore il quale, invece, viene menzionato, nelle dichiarazioni firmate, come parte attiva della vicenda. Il cane è comunque morto dopo un intervento chirurgico in cui si è scoperto che aveva la vescica completamente rotta. La corsa per la sua salvezza è stata così inutile. Il Veterinario che l'ha soccorso ha, inoltre, scritto nella sua dichiarazione, che: "sussitono più che plausibili condizioni che se il cane fosse stato soccorso prima, avrebbe avuto maggiori possibilità di salvezza". Noi avremmo comunque fatto la denuncia ma, averla potuta avallare con le dichiarazioni dei diretti testimoni nonchè dello stesso medico, ha dato maggiore forza a quanto da noi presentato oggi alla Procura della Repubblica di Catania. Adesso cominciamo a sentire di non essere più soli nelle nostre lotte e che i nostri appelli a voi, nel chiedere di denunciare di non avere timore, cominciano a dare i loro frutti. Grazie non da parte nostra ma da parte di quei tanti innocenti, vittime della mano dell'uomo e spesso è la stessa mano che dovrebbe invece tutelarli. Leggete la denuncia sulla foto per leggere i fatti del 28 Giugno seguite questo indirizzo http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150302191293973. (14 luglio 2011) |
Una vera e propria discarica abusiva è stata trovata ad Adrano in contrada
pecorelle dagli Operatori di soccorso della sezione provinciale Enpa di Catania, giorno
8 di Luglio alle ore 10.00. In quel posto viene abbandonato di tutto. Tra i pezzi delle auto probabilmente di provenienza furtiva, i mobili, lamiere e quant'altro, anche gli animali. Sono stati, infatti, rinvenuti: una pecora morta e in stato di putrefazione avanzato già sul posto da tre giorni, più in là morto anche un gattino nero che a detta delle persone del posto, fino alla sera era ancora vivo ed infine, accanto al cassonetto tra i tanti rifiuti anche 4 cuccioli di cane miracolosamente ancora in vita dato che la loro presenza è stata dichiarata dagli stessi residenti, risalente alle ore 22,30 della sera prima. La segnalazione a noi è partita dopo le inutili e insistenti telefonate alla locale Polizia Municipale che a fasi alterne rispondevano di starsene occupando, quando, che non fosse una loro competenza. Lo stesso è stato risposto ai Volontari accorsi sul posto e dopo i toni accesi, finiti con la richiesta di presentare denuncia alla locale stazione dei Carabinieri è, dopo ben 7 ore, finalmente culminata con la richiesta ufficiale di ricovero dei cuccioli che nel frattempo per tutte quelle ore sono stati accuditi dagli operatori Enpa e mai da loro abbandonati, fino alla consegna alla clinica veterinaria dell'Associazione Nova Entra di Mascalucia. Anche gli animali morti sono stati rimossi. Si invitano i cittadini, tutti. A segnalare e denunciare. Non abbiate timore a farlo, in quanto, se messi nelle condizioni di poter operare in piena tranquillità, potrete auspicare, finalmente che, certi malcostumi, deresponsabilizzazioni e scaricabarili (dove a pagarne le spese sono sia i cittadini onesti che gli sfortunati animali), possano finalmente avere termine. Questi cuccioli adesso sono finalmente al sicuro. I prossimi lo saranno? Foto 1, Foto 2, Foto 3, Foto 4 P.S. Le foto vogliono rendere l'idea di quanto trovato sul posto e possono essere utilizzate o anche trovate nella nostra pagina Facebook di Enpa Catania. (7 luglio 2011) |
Alle ore 16:00 del 1° luglio alle spalle dell'edificio del mercato ittico di
Acitrezza, ignoti hanno abbandonato tre cuccioli di cane sul marciapiede e sono andati
via. I piccoli ovviamente non erano a conoscenza dei pericoli sia della strada che delle auto e hanno, quindi, cominciato a rincorrersi tra i veicoli in movimento. I residenti sono riusciti a più riprese a scongiurare l'incolumità pubblica e dei cani. Del grave pericolo è stata subito allertata la Polizia Municipale che intervenendo sul posto alle ore 19,15 ha constatato il pericolo e dichiarato che non fosse comunque di loro competenza, quindi andando via lasciando i cuccioli al loro tragico destino. Sul posto era giunto anche il Vice Sindaco Sebastiano ROMEO il quale ha stazionato all'interno della sua auto per circa mezz'ora, passato il cui tempo ha riacceso l'auto ed è andato via lasciando anch'egli i cuccioli abbandonati a se stessi e incurante della loro incolumità. Non si conoscono le sorti dei cuccioli in balia della notte, delle auto, dei camion della pescheria e della loro inesperienza. POTREBBERO ANCHE ESSERE MORTI L'abbandono di animali è un reato che viola l'art. 727 del c.p. punibile con l'arresto fino ad un anno e con l'ammenda da 1.000.00 a 10.000.00 euro.TUTTE LE FORZE DELL'ORDINE SONO OBBLIGATE AD INTERVENIRE (POLIZIA
MUNICIPALE COMPRESA), SEQUESTRARE GLI ANIMALI E INVITIAMO I CITTADINI A RIFLETTERE SULL'OPERATO DI QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE, GIÀ DISTINTASI PIÙ VOLTE PER CASI ANALOGHI E QUINDI L'ENPA PRESENTERÀ DENUNCIA ALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA. (2 luglio 2011) |
Sono passate dieci interminabili ore prima che un cane di razza Yorkshire potesse
finalmente avere l'assistenza sanitaria che necessitava. Dieci ore passate
sull'asfalto in Via George Marshall Catlett a Misterbianco agonizzante sotto al sole
dei 35° estivi del 28 Giugno, nella più assoluta indifferenza degli organi preposti
allertati a più riprese da cittadini sconfortati alla vista di quell'esserino
immobile, bagnato pieno di feci a causa dello spavento e del trauma subito. Durante queste
ore i cittadini hanno contattato i Vigili Urbani che hanno demandato la responsabilità
dell'intervento all'ufficio ecologia e quest'ultimo se ne è lavato le
mani. A quel punto uno dei richiedenti telefonava ad un Operatore Enpa spiegando
l'accaduto ma non essendo sul posto ha telefonato anch'egli all'ufficio
ecologia sentendosi rispondere dall'incaricato al servizio: "lo chiami lei
un veterinario dell'ASP alle 18.15" oppure "lei è un
veterinario per appurare che il cane è gravemente ferito?". A questo punto l'operatore Enpa chiama il Comando dei Vigili Urbani qualificandosi sottolineando quanto per legge stessero rischiando non attuando la Legge stessa e che Enpa non avrebbe esitato un ulteriore minuto a sporgere formale denuncia per omissione d'atti d'ufficio e si reca sul posto. Intervenuto il servizio di recupero preposto, il veterinario ha preso la decisione di portare d'urgenza il cane già moribondo all'ambulatorio dell'Associazione Nova Entra, e se n'è assunto la responsabilità, in quanto nessuno del servizio veterinario ASP era al momento disponibile. Corsa alla salvezza inutile. Dieci ore di agonia culminate con la morte dell'animale. Il medico intervenuto sul posto ha dichiarato che se fosse stato soccorso nella mattinata quando sono giunte le prime segnalazioni, le possibilità di salvare il piccolo sarebbero state maggiori in quanto era, a causa del trauma, pieno di liquido nell'addome (ecco perchè era bagnato) ed è andato in peritonite. La stagione è appena iniziata e già le prime sconcertanti morti per omissioni. Si ha avuta anche la notizia di ulteriori scaricabarili tra il Comune di Gravina e quello di Mascalucia per il recupero di un cane razza Pastore tedesco anch'egli non soccorso. Al momento si sa solo che un cittadino ha passato parte della serata a telefonare quando al Comando della Polizia Municipale di Mascalucia, quando a quello di Gravina sentendosi rispondere che per l'ubicazione del cane ferito non fosse di loro competenza in quanto ricadente nel territorio di Mascalucia se la risposta veniva data da Gravina, mentre a Gravina se la risposta era data dal Comando di Mascalucia. E in un territorio dove anche il lato di un marciapiede segna la demarcazione di confini territoriali, i cani stiano ben attenti dove rischiano di rimanere travolti. In barba alla Legge Nazionale 281/91 e Legge Regionale 15/2000 i Comuni continuano a dare incarichi inerenti al randagismo a persone assolutamente prive di dovere e delle dovute conoscenze, solo perché l'incompetenza nasce proprio dai vertici maggiori. Ma in fondo i canili sono pieni e la comunicazione ufficiale inviata ai Comandi, Comuni, Associazioni, verteva solo nel cercare di recuperare solo i cani gravemente feriti. Sarà per questo che lo Yorkshire è morto, evidentemente sarà sembrato che si trovasse bagnato e sull'asfalto solo perchè dopo avere fatto il bagno a mare stava poi prendendosi il sole. (30 giugno 2011) |
«Ringrazio la Polizia Provinciale di Ragusa, che, intervenendo con grande
efficienza, è riuscita a cogliere in flagrante tre cacciatori di frodo che avevano
da poco abbattuto 91 conigli nonostante la chiusura della stagione venatoria.»
Sono queste le parole con cui il presidente della Sezione Enpa di Ragusa. Antonio Tringali,
ha commentato l'ultima operazione anti-bracconaggio svolta nel Ragusano.
«L'intervento della Polizia Provinciale - prosegue Tringali - dimostra
che, purtroppo, la caccia di frodo continua nel nostro territorio continua a essere un
fenomeno preoccupante. È fondamentale, per garantire il rispetto della legalità,
che le autorità locali non abbassino la guardia ma proseguano con la stessa energia
la loro azione di contrasto e repressione nei confronti dei reati contro gli
animali.»
(27 giugno 2011) |
La Sezione Provinciale dell'E.N.P.A. - Ente Nazionale Protezione Animali - di Catania
ha, in data odierna inviato una missiva al Presidente della Regione Siciliana R. Lombardo
e agli Assessori G. Sparma (Ambiente) e E. D'Antrassi (Agricoltura), dove viene
formalmente chiesto che per la stagione venatoria 2011-2012 nel calendario venatorio della
Regione Sicilia, siano rispettate le modifiche intervenute con la legge Comunitaria
(96/2010) alla legge 157/92 sulla tutela della fauna e la disciplina della caccia obbligano
lo Stato e le Regioni a garantire la massima tutela alle specie di uccelli selvatici, a
mantenere uno stato di conservazione favorevole e a vietare la caccia nei periodi di
riproduzione e migrazione prenuziale. Sono stati invitati, pertanto ad attenersi
scrupolosamente a tutte le norme Statali, Europee e Internazionali e definire
inequivocabilmente il calendario venatorio su principi scientifici, quindi, come unica
vera autorità la sola ISPRA il solo organo con capacità scientifiche capace
di dare veri pareri in termini di conservazione delle specie, la gestione faunistica e la
sostenibilità di autorizzazioni dell'attività al prelievo venatorio. Per
la prossima stagione di caccia, scuse quest'anno non potranno essercene. Massima
tutela per i siti di interesse comunitario (SIC), zone di protezione speciale (ZPS) e
tutte quelle aree dove le migrazioni e gli stanziamenti cominciano ad interessare specie
da salvaguardare. Già di sanzioni per deroghe facili, l'Italia ha dovuto
pagarne troppe alla Comunità Europea, per il solo diletto di una esigua parte di
cittadini convinti ancora che la caccia sia uno sport. Da quest'anno ci si augura di
non vedere nuovamente disattese Leggi, regolamenti e Sentenze nonostante le, ormai
conosciute, preferenze del Governatore in termini di caccia.
(22 giugno 2011) |
Nelle ultime settimane in tutto l'ambiente legato al randagismo era già
circolata la voce adesso divenuta realtà, che, i canili si erano riempiti di cani e
non vi era più la possibilità di nuovi ricoveri. Tutta la Provincia Etnea è in allarme, un allarme che parte dalle Associazioni animaliste fino alle Amministrazioni locali coinvolte nel fenomeno del randagismo. Ma era prevedibile un epilogo di questa portata dopo un solo anno in cui finalmente pareva avere visto risoluzione un gravoso e allarmante problema che coinvolgeva gli innocenti animali lasciati agonizzanti per le vie delle cittadine alla vista più o meno indifferente a tratti scandalizzata degli esseri umani, e nella più completa indifferenza delle istituzioni. La Provincia Regionale di Catania cominciò a lavorare al problema fino alla decisione di coadiuvare tutte le operazioni e l'assetto organizzativo cercando di superare l'incompetenza e disinteresse fin li (e fin qui) ampiamente mostrata dai Sindaci, che erano comunque pur sempre, agli occhi della Legge, gli unici responsabili del benessere di tutti gli animali presenti nel loro territorio. "Ma tutto quello che entra se non supportato da chi esce … per Legge della Fisica, arriva alla capienza massima e li si ferma". Come si è potuto pensare di avere risolto un problema così grosso semplicemente coadiuvando le operazioni di ricovero e dando l'impressione ai "signori" Sindaci etnei di non avere più responsabilità? Non era questa l'intenzione della Provincia Regionale, anzi tutt'altro ma nell'approssimazione, incompetenza e disinteresse il Sud ha radici ben solide e i "signorotti" dei comuni, hanno ben pensato di levarsi dai piedi tutti i cani indiscriminatamente e addossare l'intera responsabilità prima delle operazioni e, ora della catastrofe avvenuta, all'Amministrazione Provinciale. Sbagliato. La responsabilità è stata e rimane dei soli Sindaci che a scapito della Legge Regionale 15/2000 non hanno mai permesso la reimmissione sul territorio dei cani considerati di "indole buona" continuando, invece ad accatastare cani in quelle poche strutture presenti sul territorio e nessuna, NESSUNA costruita da una sola Amministrazione ma private. La Legge prevede che i cani vaganti se di indole buona siano prelevati, anagrafati, sterilizzati dall'ASP servizio veterinario e rimessi nel territorio ma i canili sostengono di avere sterilizzato a spese loro i cani femmine presenti e che i Comuni non reimmettono nel territorio. Tutto illegale tranne nell'unica circostanza che i Sindaci vogliono la reimmissione e le ASP hanno dichiarato tutti i cani feroci e brutti mostri morsicatori e quindi da dover detenere obbligatoriamente nelle strutture. Sarebbe oltremodo inverosimile. Per logica è maggiormente plausibile che sia i Sindaci che le ASP abbiano volutamente e non, ignorato quanto disposto dalla Legge. Agli albori dei protocolli che hanno permesso le Linee Guida sul randagismo, erano previsti dei rifugi sanitari ma, essendo sempre al Sud la Provincia ben presto si è imbattuta nell'indifferenza, cominciando a non ricevere i fondi promessi portando l'inevitabile crollo di una iniziativa lodevole nonchè risolutiva. Infatti, se tutti avessero rispettato gli impegni e le Leggi, si sarebbero potuti avere Canili e ognuno di questi non sarebbe stato un lager che funge da accozzaglia di vite accatastate. Le soluzioni sono di una semplicità così elementare da non essere vista. Le responsabilità di fronte alla Legge sono dei Comuni, quindi, non per sensibilizzare dato che i Sindaci hanno nei decenni dimostrato di non averne, ma, intimorire, ad ogni inadempienza deve corrispondere una denuncia alle Autorità Giudiziarie, i cani pacifici devono essere rimessi nel territorio così come previsto dalla Legge, i fondi destinati al randagismo DEVONO essere corrisposti per intero alle Province. Solo mettendo in primo piano le proprie responsabilità e non le beghe politiche, il disinteresse e l'approssimazione, si potrà avere una reale risoluzione del problema che non è stato creato da quelle innocenti creature ma dal perenne e scandaloso disinteresse e opportunismo dell'uomo. Noi di E.N.P.A. Catania non andremo a manifestare contro la Provincia, così come stranamente e confusamente vogliono fare altre associazioni o pseudo tali, in quanto siamo ben consapevoli che è stato, fin ora l'unico Ente ad avere seriamente provato, ma, ricominceremo a denunciare le Amministrazioni locali nelle persone dei Sindaci alle Autorità Giudiziarie per ogni reato di omissione di cui si macchierà soprattutto davanti a questa stagione estiva che, come tutte le altre sarà tempestata di abbandoni, di animali feriti e di cuccioli agli angoli delle strade o nei cassonetti. E su questo punto essendo l'abbandono un Reato si invitano tutte le forze dell'ordine che ne ricevono le segnalazioni degli abbandoni (cuccioli negli scatoloni, cani legati ai pali etc…), di volerlo considerare tale e procedere alla notizia di reato e se non fosse possibile identificare il responsabile, contro ignoti. E nella serietà che da sempre ci ha contraddistinto auspichiamo il ricevimento delle varie denunce da parte della Magistratura e che possa, dare esecuzione alle Leggi dato che da altre parti non esiste la volontà di adempiere ai propri doveri. Ultimo monito "liberate gli animali che possono essere rimessi nel territorio non pensate di autorizzare pseudo canili in presunte condizioni di emergenza, premete all'assolvimento economico da parte degli Enti creditori di Fondi Legittimi e mai corrisposti e soprattutto basta con i vari scaricabarili e assumetevi le vostre responsabilità noi E.N.P.A. vi staremo con il fiato sul collo e vi denunceremo per ogni omissione o qualsiasi reato, per ogni cucciolo, ogni ferito ed ogni morto che lascerete nei vostri territori." (9 giugno 2011) |
Si è svolto oggi 26 Maggio al Centro Fieristico "Le Ciminiere" di Catania,
la premiazione di chiusura anno scolastico, volto agli alunni delle scuole primarie e
secondarie della provincia Etnea che l'E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione Animali)
sez. Prov. Di Catania in sinergia con l'Associazione Exducere (servizio riabilitativo
ed educativo comportamentale) ha riservato ai giovani studenti delle scuole che hanno
aderito al Progetto, attraverso il Concorso "Guardia zoofila per un giorno".
Le opere sono state esposte all'ammirazione di quanti intervenuti e la presenza
nutrita degli studenti arrivati con i pulmann, ha permesso lo svolgimento impeccabile e
ricco di forti emozioni da parte di tutti, Istituzioni comprese, prime ad avere interagito
direttamente con i giovani. Le suggestive immagini, i lavori esposti, gli Operatori di
soccorso Enpa, Guardie zoofile Enpa, il Parco auto al completo compreso le biciclette di
servizio hanno reso unica la manifestazione dove tutti hanno ricevuto un ricordo di questa
splendida esperienza vissuta come epilogo di un lungo cammino durato l'intero anno
scolastico in cui si è capito il mondo degli animali e la comprensione è
stata mostrata e premiata attraverso le opere oggi esposte. Nessuno immaginava
l'affluenza che si avrebbe avuta primi fra tutti Il dirigente dei Servizi Sociali
Pari opportunità e responsabile del randagismo Provincia Regionale di Catania Dott.
Giovanni Ferrera, il quale ha promesso per l'anno prossimo la Sala più grande
del centro fieristico. I premi sono stati consegnati dai giovani volontari Delfini
E.N.P.A. e come epilogo finale è stato premiato come vincitore del concorso
"Guardia Zoofila per un giorno" il giovane Matteo Bongiorno della Scuola Media
Statale G. Nosengo di Gravina di Catania, con l'opera "La vera storia del gatto
Felix". Si fa presente che tutte le opere sono state impeccabili e profonde e decidere
su chi dovesse essere il vincitore assoluto è stata una impresa non facile tanto da
necessitare l'introduzione di varie categorie di vincitori. L'E.N.P.A. si ritiene
più che soddisfatta per avere raggiunto un obiettivo così alto avendone tra
l'altro un così eccellente riscontro. Guarda le foto dell'evento su Facebook (26 maggio 2011) |
(20 maggio 2011) |
Nella giornata del 2-05-2011 è stato trovato da un anziano signore ad Acquedolci
(ME), un magnifico esemplare di Barbagianni ferito probabilmente ad opera di qualche
bracconiere. Il rapace specie protetta dalla Legge 157/92 e dalla Convenzione di Washington
sulle specie in via d'estinzione, perdeva molto sangue da un'ala e l'uomo non
sapendo come poterlo aiutare si ricordò che sul posto c'erano due volontarie
Enpa. Così si è messo in contatto con una di loro. La ragazza si è
immediatamente attivata chiamando il Corpo Forestale dello Stato del vicino distaccamento di
San Fratello paesino arroccato tra i Monti Nebrodi la più grande Area Protetta della
Sicilia, a 640 metri sul livello del mare. Acquedolci è a livello del mare,
precisazione vitale se un soccorso deve essere fatto in una giornata di forte vento e
pioggia da parte di una volontaria che si sente rispondere dalla Forestale che loro non
possono andare ad Acquedolci a prendere il Barbagianni e che quindi sarebbe dovuta essere
lei stessa a doverlo portare lì da loro. A questo l'aggiunta incresciosa nel
chiedere di non farlo a quell'ora (erano già le 12) ma nel pomeriggio quando
avrebbero riaperto gli uffici. Il Barbagianni è stato così portato alle 16
del pomeriggio dalla stessa volontaria, trovato un passaggio, la quale ha affrontando strade
impervie all'ottavo mese di gravidanza per andare al distaccamento della forestale,
sotto la pioggia a San Fratello, luogo ancora posto come a rischio frana dopo i fatti di
Messina, ma, per il rapace non c'è stato nulla da fare, aveva perso troppo sangue
si presume dalla notte fino al pomeriggio ed è giunto carcassa. Lì è
stata chiesta copia del verbale ed è stato altresì risposto con fare sommario
e da incompetente che non era nelle loro mansioni rilasciarne. L'unico Centro recupero per la fauna selvatica si trova a Messina e sarebbero occorse altre ore prima che l'animale potesse finalmente avere il legittimo soccorso e di passaggi e incurie ne sono state fatte a iosa fino al punto di perdere un esemplare che avrebbe, invece essere, dovuto e potuto, salvato. Non ci sono dubbi sulle ripetute motivazioni di questi ultimi tempi addotte dalla Forestale che opera nei Nebrodi nell'esimersi al raccogliere Fauna protetta e sul chiedere ai cittadini di occuparsene sia se portarli lì da loro che addirittura a Messina. Poche risorse umane, scarsi mezzi, "orari d'ufficio" ed intanto nell'ultima settimana non sono stati soccorsi varie altre specie. Già il giorno prima della Pasqua la stessa volontaria era stata chiamata per un pipistrello, altra specie protetta e anche in quella occasione è stata la stessa ragazza che si è dovuta adoperare a fare arrivare a Messina l'animale … in treno. Se la Forestale non è messa in condizione di operare dovrebbe denunciare chi non permette l'esecuzione delle opere che li legittimano altrimenti non farlo equivale ad una omissione. Tutto quello che si sa è la sola incapacità di fare fronte a quello che è nei loro doveri. E nel frattempo specie necessarie, utilissime all'uomo, meravigliosi esemplari protetti, continuano a morire in un territorio che la Legge ha sancito a tutela di questi animali. (3 maggio 2011) |
In merito alla tanto pubblicizzata manifestazione annuale "FERA O LUNI" che si
svolge a San Gregorio di Catania il giorno di Pasquetta, dove vengono esposti animali di
varie specie, la sezione Provinciale Enpa di Catania ha in data odierna mandato formale
reclamo al Prefetto di Catania per i modi in cui sono stati maltrattati gli animali, per le
concessioni rilasciate dal Comune nella persona del Sindaco e per le precarie condizioni
igienico-sanitarie riscontrate e ampiamente documentate da un nutrito numero di foto
attestanti quanto rilevato durante il controllo degli operatori volontari che incuranti
della festività, hanno dedicato il giorno di pasquetta, ai nostri amici animali
riscontrando atti di totale crudeltà, indifferenza, inciviltà tali da non
riuscire nonostante la collaborazione della locale Polizia, a rinunciare ad un reclamo
formale in seno all'organo superiore nella persona del Prefetto di Catania. di seguito la denuncia inviata. A S.E. IL PREFETTO DI CATANIA e, per conoscenza: AL SIG. SINDACO DEL COMUNE DI SAN GREGORIO AL DIRETTORE GENERALE ASP3 DI CATANIA AL COMANDO STAZIONE CARABINIERI DI SAN GREGORIO AL COMANDO POLIZIA MUNICIPALE DI SAN GREGORIO OGGETTO: - Comune di San Gregorio, "Fera o Luni" - Problemi igienico-sanitari e mancato rispetto del benessere animale. Il giorno 26 aprile u.s., giungeva presso gli uffici di questa sezione provinciale, la telefonata del vice Presidente Stefania Raineri che chiedeva un intervento a San Gregorio di Catania nei luoghi della manifestazione della "Fera O Luni" pubblicizzata da locandina come manifestazione "da non perdere" alla quale "portare i bambini", delle Guardie zoofile qualora ce ne fosse qualcuna a disposizione data la festività e il non obbligo di presenza essendo Volontari che erano stati lasciati liberi di passare la Festività non avendo la Sede convenzione con alcuna Amministrazione per l'impiego delle proprie Guardie e non essendoci servizi nè comandati nè tanto meno di emergenza. Comunque fossero andate le cose nella ricerca di Guardie, la Raineri ha chiesto se lo scrivente avesse potuto raggiungerla sul posto in merito alla detenzione incompatibile con la propria natura, di specie di animali d'affezione, da allevamento e perfino di specie esotica non detenibile e protetta da Leggi Nazionali, Comunitarie e Internazionali. Così il sottoscritto unitamente agli Operatori Volontari resosi subito disponibili: Alessandra Lo Pumo, Alessandra D'Anna, Simone Bonanno e Eliana Gulino, siamo andati sul posto e abbiamo, effettivamente constatato e condiviso l'allarme dato dalla Raineri. Sul posto erano presenti ai lati della Piazza Immacolata, lungo la strada adiacente, mucche, asini, cavalli, pecore, capre, pollame e varie altre specie da cortile, cani, uccelli tra cui presenti anche dei Frosoni protetti nonchè fauna selvatica, pesci e finanche due iguane ancora piccole e protette dalla Convenzione di Washington sugli animali in via d'estinzione. Tutti gli animali presenti erano interamente sprovvisti di acqua ad eccezione di qualche gabbia di pappagallini, il pollame accatastato senza possibilità di movimento all'interno di gabbie o ammonticchiato con legacci stretti lungo la stessa via, le capre legate per il collo alle ringhiere degli edifici con poco più di dieci centimetri di lunghezza dei lacci impedendone qualsiasi movimento, tre maialini chiusi in un'unica gabbietta di dimensioni inferiori alla grandezza degli stessi da rendere impossibile qualunque logica delle Leggi della Fisica, un nutrito numero di pecore e capre raggruppate all'interno di un recinto di fortuna e badate da un cane simil maremmano e tutti oltre alla mancanza di acqua erano in piedi o accovacciati sopra una grande quantità di urina ed escrementi, tre puledrini di circa un paio di settimane di vita costretti già alle briglie, i pulcini venivano venduti dentro a normalissime buste della spesa, cuccioli di cane dentro gabbie con solo dei cartoni zeppi di urina, le Iguane costrette dentro una gabbia al freddo e non come La Legge dispone quindi in teche e a temperatura di 26 gradi con possibilità di buio e tana, i Frosoni anch'essi specie protetta messi in piccole gabbie con il rischio di procurarsi vistose ferite, ogni qualvolta si agitavano molestati dalla folla, animali acquistati e portati via per le zampe fino ad essere sbattuti all'interno dei bagagliai dei veicoli. Inutile dilungarsi all'evidenza dell'inequivocabile fatto, che le condizioni igienico-sanitarie erano oltre i limiti sopportabili essendo il posto anche grazie alla pioggia, una distesa di urina di animale che ha messo a rischio oltre la promiscuità data dall'accumulo di vite maltrattate, anche la stessa popolazione, per primi i bambini di norma molto avvezzi a maneggiare e toccare ovunque. A questo scenario, il totale immobilismo del personale Rangers preposto dal Comune al controllo ambientale. Inoltre discorsi sul come tirare il collo alle galline, sulla possibilità che il figlio di tal de tali avrebbe visto crescere il pulcino al momento sbattuto all'interno della busta d'acquisto, o se gli avesse tirato il collo prima, bambini che ritenevano normale vedere degli animali trattati senza le più elementari regole imposte dalla Legge ed infine il Sindaco Remo Palermo si aggirava festosamente attorno a tanto squallore e sofferenza illegale (senza necessità) dimenticandosi del tutto di essere un Pubblico Ufficiale, la massima Autorità Sanitaria Locale ed il responsabile del benessere degli animali, il quale per primo avrebbe dovuto immediatamente sospendere la manifestazione orrida che avveniva e fare in modo che venissero individuati e perseguiti i responsabili, sia amministrativamente che penalmente sia per i reati contro gli animali, che per il rischio sanitario in atto. Tutto questo con il coro di una moltitudine di bambini raccolti quanto attorno ad uno, quanto attorno ad altro animale. Un incredibile mole di reati ha continuato a persistere sotto ai nostri occhi, dal maltrattamento di animali art. 544 ter del c.p. alla detenzione incompatibile art.727 c.p., violazione della Convenzione di Washington del 1973 sulla regolamentazione delle specie in via d'estinzione recepita in Europa dal Regolamento 338/97. Legge 150/92, sulla certificazione Cites, Legge 157/92 sulla Fauna selvatica particolarmente protetta, Legge 189/04 sul Benessere animale, Regolamento di Polizia Veterinaria vistosamente disatteso in qualunque aspetto considerato. Nessun animale aveva oltre l'acqua nemmeno il cibo o pagliericcio imposto ed erano presenti sul posto già dalle ore tre della notte precedente orario in cui si è cominciato ad allestire la fiera, tra l'altro all'albeggiare ha anche piovuto copiosamente e nessuno di questi animali era provvisto di riparo o tettoia. Si sottolinea che la valutazione dello stato di benessere animale, richiedendo competenze e cognizioni specifiche di etologia, fisiologia, patologia e sanità animale, può essere fatta unicamente da un medico Veterinario e per una pubblica manifestazione o fiera può essere unicamente attestata dal servizio veterinario ASP territoriale, non si comprende così come possano essere state se mai lo dovessero essere state (non si è avuta la presenza di alcun Veterinario Asp) rilasciate le autorizzazioni attestanti tutte le dovute verifiche effettuate sia dal servizio veterinario che dalla stessa autorizzazione del Sindaco del posto Remo Palermo. Questo avveniva lungo la via che costeggiava l'altra via principale dove in una piazza adiacente vi erano invece due recinti di legno ben rifinito con dentro paglia, acqua e animali d'allevamento e cortile ben tenuti e una bella voliera con tutti i comfort a disposizione dei volatili posti all'interno e dove la gente poteva ammirare il dovuto modo di detenzione in cui devono essere tenuti gli animali. Insomma pur essendo della stessa specie si è posta una linea di demarcazione in cui certi animali erano di serie A ed altri (della stessa specie) di serie B o magari si trattava di semplice arredo. In fondo al di là delle Leggi che sussistono solo per essere lette, conta di più essere certi che la via principale sia "arredata" a dovere e quelle limitrofe anche ghettizzate. Così come un qualsiasi arredo urbano anche se momentaneo. Si precisa per dovere che al di là di quanto esposto, gli unici che hanno provato dietro nostra richiesta a sistemare la diffusa illegalità sono stati due Vigili Urbani del locale Comando, allertati dal Carabiniere di turno della locale stazione, ma impossibilitati al riordino data la complessità creatasi, la grande folla e lo scarso contributo umano a loro disposizione. Si fa presente che questo Ente è in possesso di ampia documentazione fotografica attestante quanto asserito che mette a disposizione degli Organi competenti. Il Presidente Cataldo Paradiso Guarda qualche foto: Foto 1 - Foto 2 - Foto 3 - Foto 4 - Foto 5 - Foto 6 (27 aprile 2011) |
In merito alla tanto pubblicizzata manifestazione annuale "FERA O LUNI" che si
svolge a San Gregorio di Catania il giorno di Pasquetta, dove vengono esposti animali di
varie specie, la sezione Provinciale Enpa di Catania ha in data odierna mandato formale
reclamo al Prefetto di Catania per i modi in cui sono stati maltrattati gli animali, per le
concessioni rilasciate dal Comune nella persona del Sindaco e per le precarie condizioni
igienico-sanitarie riscontrate e ampiamente documentate da un nutrito numero di foto
attestanti quanto rilevato durante il controllo degli operatori volontari che incuranti
della festività, hanno dedicato il giorno di pasquetta, ai nostri amici animali
riscontrando atti di totale crudeltà, indifferenza, inciviltà tali da non
riuscire nonostante la collaborazione della locale Polizia, a rinunciare ad un reclamo
formale in seno all'organo superiore nella persona del Prefetto di Catania. di seguito la denuncia inviata. A S.E. IL PREFETTO DI CATANIA e, per conoscenza: AL SIG. SINDACO DEL COMUNE DI SAN GREGORIO AL DIRETTORE GENERALE ASP3 DI CATANIA AL COMANDO STAZIONE CARABINIERI DI SAN GREGORIO AL COMANDO POLIZIA MUNICIPALE DI SAN GREGORIO OGGETTO: - Comune di San Gregorio, "Fera o Luni" - Problemi igienico-sanitari e mancato rispetto del benessere animale. Il giorno 26 aprile u.s., giungeva presso gli uffici di questa sezione provinciale, la telefonata del vice Presidente Stefania Raineri che chiedeva un intervento a San Gregorio di Catania nei luoghi della manifestazione della "Fera O Luni" pubblicizzata da locandina come manifestazione "da non perdere" alla quale "portare i bambini", delle Guardie zoofile qualora ce ne fosse qualcuna a disposizione data la festività e il non obbligo di presenza essendo Volontari che erano stati lasciati liberi di passare la Festività non avendo la Sede convenzione con alcuna Amministrazione per l'impiego delle proprie Guardie e non essendoci servizi nè comandati nè tanto meno di emergenza. Comunque fossero andate le cose nella ricerca di Guardie, la Raineri ha chiesto se lo scrivente avesse potuto raggiungerla sul posto in merito alla detenzione incompatibile con la propria natura, di specie di animali d'affezione, da allevamento e perfino di specie esotica non detenibile e protetta da Leggi Nazionali, Comunitarie e Internazionali. Così il sottoscritto unitamente agli Operatori Volontari resosi subito disponibili: Alessandra Lo Pumo, Alessandra D'Anna, Simone Bonanno e Eliana Gulino, siamo andati sul posto e abbiamo, effettivamente constatato e condiviso l'allarme dato dalla Raineri. Sul posto erano presenti ai lati della Piazza Immacolata, lungo la strada adiacente, mucche, asini, cavalli, pecore, capre, pollame e varie altre specie da cortile, cani, uccelli tra cui presenti anche dei Frosoni protetti nonchè fauna selvatica, pesci e finanche due iguane ancora piccole e protette dalla Convenzione di Washington sugli animali in via d'estinzione. Tutti gli animali presenti erano interamente sprovvisti di acqua ad eccezione di qualche gabbia di pappagallini, il pollame accatastato senza possibilità di movimento all'interno di gabbie o ammonticchiato con legacci stretti lungo la stessa via, le capre legate per il collo alle ringhiere degli edifici con poco più di dieci centimetri di lunghezza dei lacci impedendone qualsiasi movimento, tre maialini chiusi in un'unica gabbietta di dimensioni inferiori alla grandezza degli stessi da rendere impossibile qualunque logica delle Leggi della Fisica, un nutrito numero di pecore e capre raggruppate all'interno di un recinto di fortuna e badate da un cane simil maremmano e tutti oltre alla mancanza di acqua erano in piedi o accovacciati sopra una grande quantità di urina ed escrementi, tre puledrini di circa un paio di settimane di vita costretti già alle briglie, i pulcini venivano venduti dentro a normalissime buste della spesa, cuccioli di cane dentro gabbie con solo dei cartoni zeppi di urina, le Iguane costrette dentro una gabbia al freddo e non come La Legge dispone quindi in teche e a temperatura di 26 gradi con possibilità di buio e tana, i Frosoni anch'essi specie protetta messi in piccole gabbie con il rischio di procurarsi vistose ferite, ogni qualvolta si agitavano molestati dalla folla, animali acquistati e portati via per le zampe fino ad essere sbattuti all'interno dei bagagliai dei veicoli. Inutile dilungarsi all'evidenza dell'inequivocabile fatto, che le condizioni igienico-sanitarie erano oltre i limiti sopportabili essendo il posto anche grazie alla pioggia, una distesa di urina di animale che ha messo a rischio oltre la promiscuità data dall'accumulo di vite maltrattate, anche la stessa popolazione, per primi i bambini di norma molto avvezzi a maneggiare e toccare ovunque. A questo scenario, il totale immobilismo del personale Rangers preposto dal Comune al controllo ambientale. Inoltre discorsi sul come tirare il collo alle galline, sulla possibilità che il figlio di tal de tali avrebbe visto crescere il pulcino al momento sbattuto all'interno della busta d'acquisto, o se gli avesse tirato il collo prima, bambini che ritenevano normale vedere degli animali trattati senza le più elementari regole imposte dalla Legge ed infine il Sindaco Remo Palermo si aggirava festosamente attorno a tanto squallore e sofferenza illegale (senza necessità) dimenticandosi del tutto di essere un Pubblico Ufficiale, la massima Autorità Sanitaria Locale ed il responsabile del benessere degli animali, il quale per primo avrebbe dovuto immediatamente sospendere la manifestazione orrida che avveniva e fare in modo che venissero individuati e perseguiti i responsabili, sia amministrativamente che penalmente sia per i reati contro gli animali, che per il rischio sanitario in atto. Tutto questo con il coro di una moltitudine di bambini raccolti quanto attorno ad uno, quanto attorno ad altro animale. Un incredibile mole di reati ha continuato a persistere sotto ai nostri occhi, dal maltrattamento di animali art. 544 ter del c.p. alla detenzione incompatibile art.727 c.p., violazione della Convenzione di Washington del 1973 sulla regolamentazione delle specie in via d'estinzione recepita in Europa dal Regolamento 338/97. Legge 150/92, sulla certificazione Cites, Legge 157/92 sulla Fauna selvatica particolarmente protetta, Legge 189/04 sul Benessere animale, Regolamento di Polizia Veterinaria vistosamente disatteso in qualunque aspetto considerato. Nessun animale aveva oltre l'acqua nemmeno il cibo o pagliericcio imposto ed erano presenti sul posto già dalle ore tre della notte precedente orario in cui si è cominciato ad allestire la fiera, tra l'altro all'albeggiare ha anche piovuto copiosamente e nessuno di questi animali era provvisto di riparo o tettoia. Si sottolinea che la valutazione dello stato di benessere animale, richiedendo competenze e cognizioni specifiche di etologia, fisiologia, patologia e sanità animale, può essere fatta unicamente da un medico Veterinario e per una pubblica manifestazione o fiera può essere unicamente attestata dal servizio veterinario ASP territoriale, non si comprende così come possano essere state se mai lo dovessero essere state (non si è avuta la presenza di alcun Veterinario Asp) rilasciate le autorizzazioni attestanti tutte le dovute verifiche effettuate sia dal servizio veterinario che dalla stessa autorizzazione del Sindaco del posto Remo Palermo. Questo avveniva lungo la via che costeggiava l'altra via principale dove in una piazza adiacente vi erano invece due recinti di legno ben rifinito con dentro paglia, acqua e animali d'allevamento e cortile ben tenuti e una bella voliera con tutti i comfort a disposizione dei volatili posti all'interno e dove la gente poteva ammirare il dovuto modo di detenzione in cui devono essere tenuti gli animali. Insomma pur essendo della stessa specie si è posta una linea di demarcazione in cui certi animali erano di serie A ed altri (della stessa specie) di serie B o magari si trattava di semplice arredo. In fondo al di là delle Leggi che sussistono solo per essere lette, conta di più essere certi che la via principale sia "arredata" a dovere e quelle limitrofe anche ghettizzate. Così come un qualsiasi arredo urbano anche se momentaneo. Si precisa per dovere che al di là di quanto esposto, gli unici che hanno provato dietro nostra richiesta a sistemare la diffusa illegalità sono stati due Vigili Urbani del locale Comando, allertati dal Carabiniere di turno della locale stazione, ma impossibilitati al riordino data la complessità creatasi, la grande folla e lo scarso contributo umano a loro disposizione. Si fa presente che questo Ente è in possesso di ampia documentazione fotografica attestante quanto asserito che mette a disposizione degli Organi competenti. Il Presidente Cataldo Paradiso Guarda qualche foto: Foto 1 - Foto 2 - Foto 3 - Foto 4 - Foto 5 - Foto 6 (27 aprile 2011) |
![]() L'immagine della purezza vista dai cristiani consta dall'incredibile dato di fatto che, ancora oggi vuole negli agnellini il mezzo per purificarsi dai propri peccati e nel riscatto del martirio subito da Cristo nel rifacimento annuale di milioni di innocenti costretti sin dalla nascita a servire allo scopo per mezzo del loro martirio ma, differentemente dal Cristo loro alla fine vengono mangiati veramente e non simbolicamente come si fa con l'ostia durante la comunione. Tolti dalle loro madri troppo presto per qualunque essere vivente, gli agnellini ad un solo mese di vita e bisognosi del solo latte della loro mamma, vengono costretti ad ingrassare e dopo viaggi estenuanti su grossi camion, vengono ancora vivi sgozzati, dissanguati, sezionati, cucinati, serviti nelle nostre tavole per finire dentro le nostre pance. Questo "calvario" viene costretto a cuccioli di pecora di appena un mese di vita,vengono portati nei macelli dove attendendo il loro turno, per ore, sentendo e percependo tutto quello che accade e che accadrà anche ad ognuno di loro. Quest'anno scegli un atto di pura umanità e consapevolezza, non cibarti anche dei neonati. Due milioni di innocenti allo strazio. È questo il risultato annuale di noi cristiani così tanto devoti alla pace e alla giustizia. Non mangiare un innocente, non sacrificarlo con buona pace di patate al forno e salsine varie. Quest'anno rinuncia all'agnello, cambia menù. (4 aprile 2011) |
Alcuni cavalli si trovavano su di un terreno all'interno di Ragusa ed erano detenuti
senza alcun tipo di riparo, esposti al freddo e alla pioggia. Attivatesi in seguito a
numerose segnalazioni, le Guardie Zoofile della locale Sezione Enpa sono intervenute
immediatamente per verificare la fondatezza di quanto denunciato. Giunti sul posto, i
volontari dell'Enpa hanno trovato gli animali all'interno di una zona recintata. I
cavalli erano in buone condizioni di salute, tuttavia - come lamentato dai cittadini - non
avevano a disposizione alcun tipo di riparo per proteggersi dai rigori del clima invernale.
Le Guardie Zoofile hanno informato della situazione i servizi veterinari della Asp 7 di
Ragusa, i quali hanno ottenuto che i cavalli fossero spostati in un luogo più adatto
alla loro detenzione.
(15 marzo 2011) |
L'Assessore Claudio Torrisi con delega del Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli sul
"Progetto Animali", in merito al contratto di sponsorizzazione tra il Comune di
Catania e l'Associazione temporanea di scopo (formata dalle associazioni A.I.P.A. e
dall'E.N.P.A. Sicilia) che si dovrebbero occupare dei servizi di vigilanza e
sorveglianza zoofila ed ambientale dovrebbe chiarire alcuni punti fondamentali al fine di
garantire l'onestà di intenti tra tutti gli attori. Non si può per
ordinamento, stipulare alcunchè che implichi vigilanza ad Associazioni animaliste o
ambientaliste che abbiano meno di due anni di attività svolta nel territorio e almeno
5 sedi in quello Regionale. Qui pare che per sorvolare un gravoso problema nato da Decreti
Prefettizi negati agli attori in questione, si voglia arginare formando ex novo una
associazione temporanea al fine di dare un valore ai locali concessi da tempo ad una delle
associazioni in merito, ignorandone però le normative e direttive Regionali. Altra
questione fraintesa dall'Assessore ed oggetto di procedimenti giudiziari sta
nell'attribuire la sigla E.N.P.A. Sicilia fomentando la confusione di detta associazione
che opera facente forza del rispettabilissimo nome dell'Ente. Il suo Direttore della
struttura Servizi Sociali Corrado Persico di sicuro a conoscenza di determinati fatti,
come può avere erroneamente attribuito oltre al già incurante e illecito
contratto, qualcosa a persone che sono state dai vostri stessi uffici posti
all'attenzione come chi dal rispetto e tutela degli animali persegue e compie
l'esatto opposto e di quanto asserito verrà fornita ampia documentazione alla A.G..
(17 febbraio 2011) |
Undici cuccioli di pochi giorni, uccisi dal freddo e distesi gli uni accanto agli come in
un disperato tentativo di difendersi dai rigori dell'inverno. Li hanno trovati, in una
radura piena di rifiuti e detriti, le Guardie Zoofile Enpa impegnate nei controlli di
routine sul territorio ragusano. "Quello che si è presentato ai nostri
occhi - commentano le Guardie Zoofile - è stato uno spettacolo orribile, roba
da gelare il sangue. Pensiamo che i cuccioli siano stati abbandonati da qualcuno che se ne
voleva disfare in fretta e senza troppi scrupoli. Gli animali, che supponiamo avessero circa
dieci giorni di vita, non hanno retto al freddo e alla pioggia caduta incessantemente. Per
loro è stata una vera e propria condanna a morte." "Un pessimo
modo di cominciare l'anno - aggiunge Antonio Tringali, presidente della Sezione Enpa
di Ragusa -. È inconcepibile dover assistere ancora a fatti così
strazianti, assolutamente incompatibili con quella che si definisce una società
civile. Spero che chiunque si sia reso responsabile di questo gesto faccia i conti con la
sua coscienza; noi, invece, faremo tutto il possibile per identificarlo e segnalarlo
all'autorità giudiziaria."
(3 febbraio 2011) |
Sabato 29 Gennaio è stata formata la Giunta esecutiva dell'Ente a seguito
delle elezioni Nazionali svoltasi il 23 Gennaio a Genova, stabilendo inequivocabilmente,
la rielezione della Dott.ssa Carla Rocchi, del Tesoriere Piermario Villa premiati per la
mirabile conduzione dell'Ente avuta in questi ultimi anni e dei 13 componenti del
Consiglio Nazionale. Membro della Giunta esecutiva è il nostro Presidente Provinciale Cataldo Paradiso, al quale porgiamo i più sentiti auguri e apprezzamenti per la sua instancabile abnegazione alla causa comune che noi tutti perseguiamo. PRESIDENTE NAZIONALE Carla ROCCHI TESORIERE NAZIONALE Piermario VILLA GIUNTA ESECUTIVA: Sergio SELLITTO (Vice Presidente Nazionale) Cataldo PARADISO Ilaria FERRI Marco BRAVI Massimo PIGONI CONSIGLIO NAZIONALE Giovanni PALLOTTI Marco INNOCENTI DEGLI Angela Pia MORI GIALDI Giorgio RIVA Rossella MINIO Roberto MARTANO Annamaria PROCACCI Evi MIBELLI Emanuele DEIANA Antonio FASCÌ Antonio TRINGALI Giovanni PACINI Paola MATRIGALI TINTORI COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Guido MANTELLINI - Membro effettivo Giovanni BERGONZONI - Membro effettivo Massimiliano SUPRANI - Membro effettivo Alessia GAGGERI - Membro supplente Patrizia BANDETTINIe - Membro supplente (31 gennaio 2011) |
La Polizia di Catania, durante un'operazione svolta nella periferia della città,
ha sequestrato una vasta area abbandonata da anni, dove erano state create stalle, canili e
officine abusive. I militari hanno sequestrato 44 cani, trovati in pessime condizioni,
maltrattati da sei cacciatori che sono stati denunciati. Inoltre, sono stati trovati sei
cavalli e farmaci senza autorizzazione necessaria. (18 gennaio 2011) |
In merito all'articolo pubblicato sul quotidiano "LA SICILIA" del 12-01-2011
dal titolo "Vita da cani non è poi tanto male" a firma della
giornalista Sonia Di Stefano, è doveroso che Enpa prenda posizione non sulle
intenzioni della giornalista, che di certo saranno le migliori, avendo quest'ultima
apostrofato i quattrozampe "cagnoni" bensì nel messaggio erroneo e
fuorviante che ne esce fuori nella lettura. Infatti, il lettore neofita in faccende di
animali non penserà ai rifiuti che si accumulano ormai copiosi da sempre in tutta la
nostra sfortunata provincia, ma, crederà che lo stesso sia destinato al solo scopo di
attaccare la "comoda vita" degli ignari animali colpevoli di sfruttare al meglio
l'ennesima incuria creata esclusivamente in continuazione dall'uomo. Infatti,
nell'articolo viene creata un'ironia continua solo sugli animali senza, quindi, un
preciso riferimento, invece, alle condizioni igieniche create dai cittadini colpevoli di
gettare rifiuti speciali in aree destinate ai soli rifiuti urbani, per di più
abbandonati sul suolo pubblico e, le autorità competenti di non procedere con solerzia
all'individuazione dei responsabili e alla rimozione dei rifiuti speciali. I cani sono
semplicemente altre vittime del malcostume e dell'uomo che questo sia successo a
Belpasso è solo la conseguenza dell'indifferenza che in quelle zone tocca livelli
di inaccettabilità così come in moltissime altre aree della provincia etnea
dove tra mille parole i fatti non hanno nessuna fattività e gli animali continuano a
proliferare in maniera incontrollata e a morire nei modi più assurdi e disumani. Nessun comfort gratuito quindi per i quattrozampe, ma solo la stessa esistenza assurda di sempre. (13 gennaio 2011) |
Anche quest'anno noi dell'ENPA a Catania e provincia abbiamo
fatto tanto e risposto ai vostri appelli di aiuto senza mai che nessuno si sia mai chiesto
da dove arrivavano i fondi con cui aiutiamo i nostri e vostri amici animali. Noi non riceviamo aiuti Statali ne tanto meno Comunali, Regionali o Provinciali. Il più delle volte sono proprio gli Enti con i quali abbiamo avuto forti scontri spesso sfociati in annose e pesanti denunce. Scontri che hanno da sempre ribadito la nostra causa votata agli animali e al loro benessere lungi quindi dall'assenteismo o menefreghismo di quanti, invece hanno, per obbligo di Legge il Benessere degli animali. Noi soprattutto qui al Sud siamo in trincea e i nostri animali soffrono le troppe incurie, tanto ancora deve essere svolto,. Il nostro operato ha permesso a migliaia di animali di sopravvivere a stenti, soprusi e solo con i nostri mezzi abbiamo affrontato rischi, vittorie e sconfitte … i nostri mezzi sono i soli tesseramenti attraverso i quali oltre ai soccorsi speriamo di portare a compimento anche il progetto Ambulatorio da noi voluto e desiderato e tanti altri già nel calderone dei nostri desideri realizzabili. Diventa socio Enpa, oltre ad aiutare gli animali avrai diritto ad una corsia preferenziale ad ogni tuo bisogno in ogni aspetto e problema del mondo animale. Aiutaci ad aiutarli ancora. Sostienici. Diventa socio ENPA o rinnova la tua tessera. Come si diventa soci: tel-fax 095270869 cellulare 3666037897 e-mail catania@enpa.org Per diventare soci dell'Enpa è sufficiente recarsi alla sede più vicina della Protezione animali. Socio giovanile: min. 3,00 Socio delfino: min. 5,00 Socio ordinario: min. 25,00 Socio sostenitore: min. 50,00 (11 gennaio 2011) |